Tra le montagne di Mbeya

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Verso Mbeya
Verso Mbeya

Sveglia presto stamattina. A piedi ci avviamo verso la stazione dei pulman che sono ancora le cinque. E’ tutto buio è non c’è un anima in giro, almeno fino alla stazione, poi è il delirio. Più di una cinquantina di pulman che imbarcano gente diretta in ogni dove della Tanzania.

Oltre agli addetti, agli autisti, i controllori ed ovviamente i viaggiatori ci sono schiere di venditori ambulanti che affollano il piazzale. Alle sei, contemporaneamente, tutto si mette in moto creando un gigantesco ingorgo di autbus al cancello d’ingresso. Un pulman viola si affianca al nostro cercando di soffiarci la posizione, e da un finestrino in coda si affaccia un ragazzo che sbraccia come un forsennato salutandomi. A volerlo fare apposta non ci saremmo riusciti, in mezzo a quella moltitudine era spuntato Fasil, il ragazzo che cucinava per noi a Zanzibar, tornava a casa a Mwemba. Mi ha fatto piacere rivederlo, alle volte è curioso il destino.

Così il nostro viaggio per Mbeya è cominciato con un buon auspicio. Le strade tanzane non sono male, i mezzi non sono propriamente dei gioielli ma, incrociando le dita, ci si può stare. Si è viaggiato molto peggio. Piano piano abbiamo lasciato la città e raggiunto le prime montagne che, coperte di vegetazione, appaiono come il monte di Montorfano: semplici gobbe della terra che si alzano ripide in mezzo ad una distesa di alberi. Sono tutte per lo più isolate e non formano mai valli se non estremamente ampie ed aperte. La vegetazione, ovunque rigogliosa, le ricorpre completamente dandogli l’aspetto di un gruppo di colline più che di una vera catena montuosa.

Tra Morongoro ed Iringa abbiamo attraversato il parco nazionale di Mikumi. Attraversarlo non costa nulla e così, quando abbiamo varcato i cancelli del parco, ero ben felice di aver risparmiato 50 dollari ma non mi aspettavo di vedere un granchè. Dieci minuti dopo la situazione era questa:“Enzo! Enzo! Guarda la giraffa!! Enzo!! Enzo!! L’elefante!! Guarda Enzo!!” E’ incredibile quanti animali popolino questa strana terra che è l’Africa!!

Sono enormi e di tutti i tipi. Appena l’occhio si abitua a guradare attraverso l’erba alta e le piante si riesce a vedere anche i più piccoli. Questa sera non credo di avere la forza di sistemare le foto e cercare i nomi sulla guida ma possi garantirvi che ce ne sono veramente tanti e dal vivo sono incredibilmente diversi.

Dopo tredici ore siamo arrivati a Mbeya, a 1800 metri sul livello del mare. Mi sono infilato in mezzo al caos della stazione locale dei bus e sono riuscito a comprare i biglietti per il pulman di domani, destinazione Sumbawanga. Ora però crollo in branda. Fortunatamente qui in Tanzania il segnale GPRS è migliore di quello che avevamo a Zanzibar, purtroppo questa sera sono io ad essere “scarico” e non riesco a raccontarvi oltre.

Il morso del serpente sta guarendo, nessun problema.

A Domani, buona notte dall’Africa.

Davide “Birillo” Valsecchi

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