Asso chiama Zanzibar #03

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Mkuyu, l'albero sacro di Stone Town - Ricordate di scattarvi una foto con i nostri cedri per Santa Appollonia!!
Mkuyu, l'albero sacro di Stone Town - Ricordate di scattarvi una foto con i nostri Cedri per Santa Appollonia!!

[In collaborazione con il laboratorio di giornalismo della Scuola Media di Asso coordinato dalla Professoressa Giulia  Caminada ecco i nostri racconti di viaggio dedicati ai giovani giornalisti]

Ciao ragazzi

come sapete Enzo è un’artista, in particolare uno scultore del ferro oltre che un fotografo e la sua abilità fa sì che spesso venga invitato per le sue doti artistiche nei posti più insoliti.

Io e lui facciamo squadra da quasi tre anni e così, in queste occasioni, mi tocca vestire “i panni dell’aiutante artista” e seguirlo in queste inconsuete avventure.

Per questo motivo ora ci troviamo a Zanzibar collaborando ancora una volta con un’altra artista originaria del comasco: Vivide Mantero.

Vivide vive qui sull’isola ormai da anni, parla benissimo il swahili ed è una profonda conoscitrice della cultura locale: lei è la prima fonte da cui attingo per rispondere alle vostre domande.

I due artisti lavorando il ferro mescolano soggetti e forme indigene con elementi artistici tipici del vecchio continente: oggi, ad esempio, hanno realizzato delle figure ispirate alla “donna blu” di Matisse che si integrano nel contesto di una rappresentazione africana con cui decorare un cancello.

Normalmente a me ed Enzo tocca dormire in tenda o in qualche sgangherata stamberga, spesso è capitato persino di dormire “all’addiaccio” sulle rive di un fiume o in mezzo ai campi. Questa volta, con un certo imbarazzo vista la mia natura piuttosto selvatica, siamo invece in un resort a cinque stelle tra i più lussuosi, costosi ed esclusivi dell’isola e di questa parte d’Africa.

L’unica particolarità è che questa stupenda struttura non è ancora completata ed è in buona parte ancora un cantiere. Proprio per questo Enzo è stato invitato per partecipare alla realizzazione di alcuni elemnti d’arredo in ferro. Quindi passeggiamo liberamente nella costruzione in Makuti più alta dell’isola, tra piscine, bungalow ed un’incredibile giardino. Un opera che riprende le linee e l’aspetto femminile del mare concepita dall’architetto italiano che fu allievo del famoso Carlo Scarpa.

Tra qualche mese i vialetti che percorro ogni mattina saranno calcati da alcuni tra le persone più facoltose e potenti del pianeta ma, per ora, ci siamo solo io, Enzo, altri otto europei e quasi ottanta operai zanzibarini. Quella che diverrà un oasi di quiete e lusso ora è un brulicante cantiere dove si mischiano lingue, culture e competenze diverse.

La particolarità degli interventi di Enzo fa sì che un giorno si collabori con la squadra dei muratori, il giorno successivo con i pittori, poi gli idraulici,  gli elettricisti, ecccetera. E’ divertente per noi cambiare lavoro ogni giorno ed inoltre, trovandosi gomito a gomito a faticare insieme sotto il sole,  è possibile conoscere la realtà locale e comprenderela al di là di quanto si legge sui libri o nelle riviste patinate.

La prima cosa che si impara è quanto sia diverso il nostro modo di vivere e le cose che conosciamo: stesso mondo, visioni spesso opposte.A volte sono solo dettagli ma che messi tutti insieme aiutano a comprendere le ragioni di tale diversità. Facciamo un esempio:

Ho visto sul vostro blog che state realizzando una bellissima ricerca geografica sui continenti corredando i vostri testi con imamgini satellitari e splendide cartine digitali. Quando avevo la vostra età anche noi facevamo qualcosa di simile ma avevamo a disposizione solo le grandi cartine appese alle pareti ed i mappa-mondo chiusi dentro l’armadio.

Lo scorso anno, in un paesino sperduto in mezzo alla Tanzania, ho fatto una scoperta interessante che mi ha fatto capire quanto sia importate la scuola che oggi state frequentando: quasi per scherzo, decisamente incredulo, ho mostrato il mondo intero ad un villaggio disegnandolo con un sasso nella polvere di un piazzale. La storia di quel curioso pomeriggio la trovate in quest’articolo che scrissi un anno fa e che per certi versi è tanto divertente quanto istruttivo: Lezioni di geografia

In quell’articolo si scopre quanto ci siano conoscenze che noi diamo per scontato e chi qui invece mancano. Allo stesso modo potrei portarvi un numero incredibile di nozioni importanti (sulla natura, sugli animali, ecc) che i locali possiedono e noi nemmeno sfioriamo. Ricordate: nelle differenze c’è sempre una conoscenza nascosta da esplorare.

Passiamo alle domande. La scorsa settimana mi avete chiesto delle spezie e per questo vedrò di infilarmi nella “shamba”, la campagna dell’entroterra, per scattare qualche foto alle piante da frutto locali ed alle piccole coltivazioni. Mi mangeranno vivo le zanzare ma vedremo di riuscirci lo stesso.

Mi avete chiesto anche dei grandi animali del mare e possi dirvi che qualche settimana fa è stata avvistata una coppia di balene proprio davanti alla nostra scogliera. Se volete leggere qualche racconto di mare  io ed Enzo abbiamo “scroccato” un giro su di una barca d’altura ed abbiamo avuto la fortuna di vedere molti pesci tra cui anche un numero incredibile di delfini: In alto mare con Dusko

Per ora vi lascio, devo correre ad aiutare Enzo che traffica con il saldatore e gli altri atrezzi da fabbro/scultore. Scrivetemi le vostre domande che qui ho un numero sempre crescente di persone pronta ad aiutarmi nel rispondervi: siete diventati abbastanza famosi da queste parti =)

Ricordatevi di cercare le foto del leone di Scarenna!!
Ciao

Davide “Birillo” Valsecchi & Enzo Santambrogio

L’albero nella foto sorge poco distante dalla House of Wonders ed è “molto” vecchio. La targa era in inglese e credo che la specie sia Ficus Religiosa (Mkuyu in Swahili) ed è una meta di pellegrinaggio per buddisti ed induisti ed ovviamente i locali gli attribuiscono poteri magici. E’ un monumento nazionale, testimone della storia di Stone Town. Se avete tempo per Santa Appolonia scattevi una foto con i Cedri di Asso per celebrare le nostre piante ma anche gli abitanti di Asso. Se i cedri avranno la forza di resistere altri 120 anni quelle foto diverranno un magnifico ricordo per coloro che verranno dopo di noi. Chissà, forse i bambini di oggi mostreranno la loro foto con le piante  nel giorno di festa ai nipotini di domani.

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