Monte Coglians (2780m)

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Oggi giornata strepitosa con una meta d’eccellenza: il Monte Coglians. Con i suoi 2780 metri di altezza è la regina delle Alpi Carniche, la più alta montagna più alta del Friuli Venezia Giulia. A rendere ancora più spettacolare la mia salita una condizione meteorologica straordinaria: dopo le pioggia di ieri il cielo era sereno ovunque ed inattesa sulla montagna era caduta la prima neve.

Stamattina, dopo la consueta colazione da Bruna al Sottocorona, sono salito con la mia “pandina vecchio stile” su per le frazioni fino a Collina ed al Rifugio Tolazzi. Sul piazzale, sempre gremito di escursionisti, neppure una macchina: avevo la montagna tutta per me!

Dal Tolazzi ho imboccato il sentiero che risale fino al lago Volaia ed al Rifugio Lambertenghi. Prima di scollinare nel passo ho svoltato verso est sul fianco della montagna imboccando il famoso sentiero “Spinotti”, un ripido e panoramico tracciato che sale sul crinale di roccia.

“Spinotti” è un sentiero attrezzato con cavi, un paio di scale ed alcuni passaggi su roccette. Fa parte del famoso “Sentiero Italia” e durante la “Corsa dei Tre Rifugi” gli atleti lo superano correndo: le difficoltà che si incontrano non sono quindi elevatissime ma non è neppure per neofiti della montagna.

Da Spinotti parte poi la biforcazione che conduce alla via normale per il monte Coglians ed è lì che è iniziata la parte più interessante della mia salita.

Un sottile strato di neve ricopriva ogni cosa e qua e là si sentiva il ghiaccio iniziare a sciogliersi sotto i primi raggi del sole. Il contrasto tra il bianco della neve ed il verde intenso delle valli sottostanti era stupefacente e sebbene tutto intorno fosse ancora tarda estate mi addentravo in un assaggio di inverno.

Sulla neve solo le mie tracce. Una piccola soddisfazione in più per questa mia salita in solitaria su una montagna affascinante e simbolo di un intero territorio alpino.

La normale non presenta difficoltà troppo impegnative. Nonostante la neve, fortunatamente non ghiacciata, si deve affrontare un lungo ghiaione ed alcuni passaggi su roccia e sfasciume nella parte finale. La traccia è sempre ben riconoscibile e credo sia stupendo affrontare questa salita con gli sci durante l’inverno. Nei passaggi più complessi sono stati approntati chiodi e spit per assicurarsi qualora ce ne fosse bisogno.

Già alcuni metri sotto la cima si riesce a vedere la particolare croce con la campana che è posta sulla vetta. Posso garantirvi che quello è probabilmente il momento che dà maggiore soddisfazione: ormai ci sei, ormai è fatta!

Dalla cima oggi la vista era incomparabile e correva lontano per chilometri in ogni direzione: a nord le montagne Austriache, a Ovest le Dolomiti e a Sud-Est il mare! Uno spettacolo!

Lungo la discesa mi sono fermato al rifugio Marinelli a salutare Caterina, gestrice del rifugio nonché una vera autorità alpinistica di queste parti. Credo che fossero ormai quasi 10 anni che non ci incontravamo più e mi ha fatto talmente piacere incontrarla che oggi al Marinelli ci sono salito ben due volte!

Già, perché prima di incamminarmi verso Valle Caterina mi ha offerto una delle sue famose grappe ed io, da copione, sono andato in gondola incamminandomi lungo la strada sterrata che porta nuovamente al Tolazzi. Giunto alla Casera Morareto, che sta circa 600 metri di dislivello più sotto, mi sono accordo di aver dimenticato il mio bastone  appoggiato alla porta del rifugio. Visto che è un caro ricordo non avevo altra scelta:  via di nuovo a piedi fino ai 2111 del Marinelli!

“Non ci vediamo mai oppure son sempre qui!” Mi hanno preso in giro tutti e dopo una bella birra ed un’oretta di allegre chiacchiere di montagna ho finalmente preso la strada giusta verso casa.

Mentre vi scrivo sono un po’ cotto dalla fatica ma è stata una giornata davvero bella, una di quelle da conservare.  Vi auguro quindi la buona notte: se domani il tempo e le gambe reggono si punta al Monte Fleons (2507m) attraversando tutta l’omonima vallata!

A presto!

Davide Valsecchi

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