Vergine Martire d’Egitto

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«Vieni a Sant’Appollonia?» Non lo so, il paese sarà preso d’assedio dall’ipocrisia. Secondo un tronfio copione pre-elettorale verrà inaugurata la rotonda e, per l’occasione, appariranno dal cilindro minuscoli pezzi grossi venuti ad imbonire la folla con ammiccanti sorrisi e brillantina: “Stiamo lavorando per voi!” Sono così stanco di ascoltare pazientemente parole vuote, così stanco di tutto questo…

Povere le nostre grandi piante, testimoni della storia, sono sopravvissute quando ormai la loro condanna era stata già firmata:  ora dovranno assistere al trionfo dei loro carnefici mentre si incoronano salvatori, mentre puntando lo sguardo avido verso Milano e Roma. Chissà se il ricordo di quei salvifici abbracci tornerà a rincuorarli mentre immobili osserveranno la miseria che sovrastano.

«Il problema è che voi assesi vi credevate signori ma siete paesani peggio di noi. Vi sentivate grandi, pensavate di avere tutto ed ora non avete più niente. Non siete più nulla, neppure più un paese.» Questo mi disse un vecchio dei comuni più addentro nella Vallassina parlandomi dei malanni di Asso. Quanta verità in quelle parole e quanta vana gloria nella debolezza assese.

O Santa Vergine, martire d’Egitto, quando nell’alto della grande chiesa del Battista bruceranno il pallone lascia che gli spiriti pagani della valle infondano un po’ di quella fiamma anche nel cuore della nostra gente: forse, per una volta, smetteranno di soffocare in silenzio dopo aver offerto l’altra guancia in cambio dei soliti trenta denari.

Davide Valsecchi

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