Sunset Brotherhood

CIMA-ASSO.it > Corni di Canzo > Sunset Brotherhood

Sabato il sole sembrava primaverile e le montagne brillavano innevate. Per me, tuttavia, questo è un periodo piuttosto strano, un momento in cui faccio davvero fatica a capire cosa voglio, cosa vado cercando. Il mio andare per monti è infatti errabondo, fatto di desideri confusi e mete quasi impalpabili che il più delle volte si tramutano in un nulla di fatto.

Forse è la neve, o forse le mille chiacchiere che sulla neve si sono fatte. Comunque sia in questi ultimi due mesi fatto davvero poco, o forse sono io ad avere la percezione di non aver fatto abbastanza. Avevo voglia di tornare alle origini, avevo voglia di lasciare le cime e di reimmergermi nelle foreste. Anni fa i miei racconti erano densi di silenzi, di caprioli sorpresi al pascolo o di panorami insospettabili. Forse meno alpinista e più selvatico.

Volevo andare ai Corni ma temevo di ritrovarmi attorno ad una croce coperta di neve ed affollata di gente. Forse sono solo un egoista o forse cerco solo un intimità che pare andata persa. Per questo avevo lasciato scorrere la mattina attendendo il pomeriggio, attendendo che tutti avessero iniziato a scendere: “Il crepuscolo, il tempo di confine tra la luce ed il buio. Quello è il tuo momento, Birillo”.

Poco prima di uscire di casa butto l’occhio al computer e, curiosamente, vedo mio fratello on line su FaceBook. “Vieni ai Corni?” la domanda non aveva alcuna pretesa e credevo fosse destinata a cadere nel vuoto. “Okay! Si può fare!”.

Completamente alla sprovvista sono passato a prenderlo. Al primo sguardo scoppio a ridere: “Vuoi venire così? Coviene che torniamo a casa mia a prendere qualche pezzo di ricambio!” Mi slaccio uno scarpone e glielo lancio “Ti sta?” Lui lo infila e annuisce: fortunatamente i fratelli Valsecchi, sotto sotto, hanno lo stesso stampo. “Okay, prendiamo un paio di mei vecchi scarponi e delle braghe impermeabili. Non moltissima ma c’è neve lassù!”

Un ora dopo siamo a Pianezzo. Vaghiamo tra la neve errando sotto la parete Fasana.“Hey nelle foto non sembrava tanto grande!” E’ la prima volta che io e lui andiamo lassù insieme. Lo porto a fare un tour ai pilastri ed alla grotta del Sindaco “Appena avrò finito di sistemarla quissù ci si potrà bivaccare: sarà uno spettacolo l’estate quassù!”

Mio fratello, piegato tra i due piani di roccia invasi dal fango, mi guardava dubbioso con un espressione tra l’incerto ed il raccapricciato: credo dovrò lavorare ancora parecchio prima di convincerlo a passarci una notte.

Mentre il tramonto avanzava ci siamo riparati alla croce del Corno Orientale. “Mettiti questo, uno sopra l’altro, e chiudi bene la giacca. Con il tramonto arriva il vento e qui soffia forte!” Il vento infatti si alza impetuoso, gelido e graffiante. Lo squilibrio termico dura una decina di minuti e poi, finalmente, il vento sembra scomparire mentre le ombre iniziano ad accentuare i contorni delle montagne.

Le Grigne si fanno di un grigio intenso mentre ad oriente il Monviso svetta negli ultimi raggi di sole. Mio fratello è un promettente musicista, per me è stato un intenso piacere condividere con lui un po’ della mia poesia. Così,mentre il buio avvolgeva ogni cosa, i due “Sunset Brothers” facevano ritorno alla valle: una magnifica salita.

Davide “Birillo” Valsecchi

Theme: Overlay by Kaira
%d bloggers like this: