Ciao Gigio…

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Fabrizio Gigio Crippa
Fabrizio Crippa

Alla fine ti abbiamo trovato. Giuro non avrei voluto fosse così. Per un destino strano, forse cattivo non sò, è toccato a me trovarti tra quei rovi, è toccato a me vederti ed avvisare gli altri.

Ero passato di lì Giovedì scorso. Con me c’erano  Santambrogio e Max. Erano molto preoccupati per te, li ho aiutati a cercarti.
Nevicava, faceva freddo ed ero bagnato quando mi sono arrampicato su quella scogliera. Non ti avevo visto. Non ero entrato in quel groviglio di spine.

Il giorno dopo ho cominciato a scrivere, mandavo messaggi a tutti e rispondevo a tutte le mail di chi mi chiedeva di te. Ho fatto quello che ho potuto.

Oggi Asso si è svegliata dal suo solito torpore, si è scossa e su quel piazzale stamattina c’era un sacco di gente pronta a cercarti. Pompieri, Protezione Civile, Soccorso Alpino, squadre cinofile della Croce Rossa da Milano, i Cacciatori della Vallassina e tanti semplici volontari del paese.

Esperti o scalcinati erano venuti tutti a cercarti. C’era una squadra di sommozatori che si preparava a controllare anche il fiume. Un sacco di gente in gamba era venuta per te.

La mia squadra, la “squadra beceri”, era tutti di ragazzi di paese, amici che erano con noi quella sera alla festa. Enzo, Luca, Simone, Mara, Lia ed io. Si sono infilati gli scarponi e si sono addentrati nel bosco con la speranza di non trovarti. E’ toccato a loro farlo. Destino strano, forse cattivo non sò.

“Passiamo di lì ancora, proviamo a controllare ancora quella scogliera”. Di fronte a quel groviglio di spine e rami ho pensato tra me e me “Birillo, solo tu sei tanto stupido da  entrare lì! dai, non fare il coniglio, cercalo!” Sono entrato, mentre la testa quasi mi girava ed un senso strano mi opprimeva. Ti ho visto, un colpo d’occhio ed ho capito che eri tu.
Ti ho trovato, steso in avanti, con la faccia riversa coperto di sterpaglie in quella montagna di rovi. Mi dispiace Gigio.
Non so perchè mi sono dato tanto da fare per te. Ci conoscevamo appena, avevamo bevuto qualcosa assieme ad una festa per i ragazzi di Asso. Mi avevi fatto ridere ed ero contento ci fossi anche tu.

Tre giorni dopo eri morto mentre ho continuato a cercarti per due settimane. Sono stato bravo? Non lo so, sono solo stordito. Morti ne ho visti tanti, non mi fanno impressione, ma con te questa volta è diverso.

Mi dispiace Gigio, forse avremmo dovuto muoverci prima. Prima ancora che tu passassi per quella strada forse un pò solo, forse incompreso, come molti qui. Siamo stati un po’ insieme, io e te soli, poi tutto è successo in fretta, un pò confuso. Qualche pacca sulla spalla, qualche stretta di mano, un sacco di foto mentre raccontavo come ti ho trovato al Maresciallo. Ho ringhiato e mi sono tirato da parte, mi dispiace Gigio.

Che posto strano è il nostro paese. Chissà se imparerà qualcosa. Ora le male lingue staranno finalmente zitte e noi, i ragazzi di Asso, cominceremo a guardarci più spesso, a tenerci più stretto. Perchè mentre i pompieri ti sollevavano tutti hanno visto che, nella vita, ci sono botte da cui da soli non ci si rialza più.

Non possiamo più aiutarti in questo viaggio, forse sei ancora solo. Mi dispiace Gigio.
In bocca al lupo, ciao Gigio…

Davide “Birillo” Valsecchi

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