Il Leone e la Montagna

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Heian Shodan
Heian Shodan

Sono nato Leone ascendente Leone nell’anno del Drago: già di per sè questo vuol dire guai! Per un sacco di tempo sono stato una mina vagante, in perenne conflitto tra il “selvatico” che è in me e la “persona” che vorrei essere. Poi ho imparto ad incanalare tutta quest’energia in qualcosa di costruttivo che potesse darmi anche soddisfazone e serenità, ovviamente alla mia maniera!! “Quando l’alievo è pronto ad imparare il maestro si manifesta”, ed è così che il destino ha deciso di correre ai ripari!!

Questa manifestazione che è apparsa quando ne avevo bisogno si chiama Dario ed è il mio Maestro di Karate-do, il “capo branco” di una scapestrata banda di curiosi personaggi che per lungo tempo è stata per me come una seconda famiglia: “Shiroi Shishi Kan”, la Grande Scuola del Leone Bianco fondata dal Maestro Roberto Vedovati.

Come fece Dario ad insegnarmi a vivere un po’ più serenamente azzittendo il mio orgoglio? Semplice, mi spedì 5 anni ad insegnare karatè ad una ventina di bambini tra gli 5 ed 12 anni. Maestro Birillo e la sua straordinaria compagine di bambini. Un’esperienza eccezionale, posso dire di avere imparato moltissimo da quei “nanetti”. Ora hanno tra i 18 ed i 22 anni ed è un grande piacere vedere come sono cresciuti diventando ottime persone.

Il primo Katà che si insegna a chi comincia Karatè-do si chiama Heian Shodan, il primo Katà della Pace. E’ una forma che ho ripetuto, spiegato e mostrato migliaia di volte. Conosco anche molte altre forme e katà superiori al primo ma per quanto mi riguarda potrei passare la mia vita a studiarlo scoprendo sempre qualcosa di nuovo. Okey Birillo ma cos’è un Katà? E’ una serie ben precisa di tecniche eseguite con un ben preciso ritmo ed un schema predefinito. Respiro, movimento e forma. Per me è quasi una danza o una preghiera. Quando non mi sento bene o sono turbato Heian Shodan è il mio rifugio, qualcosa che ormai appartiene al mio corpo ed in cui la mente si abbandona completamente.

Quando eseguo il primo Katà mi libero di tutte le maschere e metto a nudo tutta la mia natura. Mi libero da ogni vincolo ed in ogni tecnica riscopro me stesso apprezzando tutte quelle qualità che spesso trattengo. Apprezzo la mia volontà e le mie capacità dando loro pieno e furioso sfogo senza rimanere intrappolato nei sensi di colpa o nelle trappole dell’orgoglio. Al termine del mio Katà sò di essere una buona persona, sò quali siano in questo mondo le mie cruente potenzialità ed ho la serenità di poterle controllare per realizzare qualcosa di buono. Poi torno ad essere il “Birillo” di sempre!!

Al Campo Base dello Stok Kangri, a 4800 metri in mezzo alla neve e le montagne dell’Himalaya, ho voluto dedicare il mio primo Katà ai quei bambini che mi hanno insegnato tanto e che ora, quasi adulti, hanno dato vita nel paese di Brugherio ad una nuova piccola famiglia: “Shishi no Nirami”, Lo Sguardo del Leone. E’ nello sguardo che si nasconde la magia dell’uomo e la sua capacità di guardare al futuro. Quei ragazzi l’hanno capito impegnandosi ad insegnare ad altri bambini perchè è in loro che è racchiusa la nostra speranza per il futuro.

E’ stato un gran piacere per me eseguire il primo Katà in un luogo come quello e, come per magia, ha smesso di nevicare dopo tre giorni di cattivo tempo. Nel 1999, al Campo Base di Cima-Asso, al termine del mio Eian Sho Dan smise di piovere dopo cinque giorni di monsone. Io non credo nelle coincidenze ed ho un magnifico e fiero Heian Shodan da eseguire sotto lo sguardo attento del Cielo. Forse dopo la mia esibizione lo Stok Kangri ha voluto divertirsi misurando la mia resistenza ed ha schiarito il cielo invitandomi a salire. Poi ci è andato pesante!!!

(Ndr. Sono state le uniche 18 ore di bel tempo sullo Stok Kangri in 3 settimane. Credo che qualcuno se la riderà sotto i baffi come al solito!!)

Ciao Brugherio, se mi riesce ad Ottobre vedo di organizzare qualcosa per portarvi nella nostra Vallassina a mangiare le castagne e a fare qualche katà all’aperto tra un bicchiere di vino, una salamella e qualche nuovo amico!!

Davide “Birillo” Valsecchi

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