Chandigarh: la città ideale di Le Corbusier

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La mano di Le Corbusier
La mano di Le Corbusier

Dopo la magnifica Amristar il nostro viaggio verso Varanasi ci ha portato a Chandigarh, una delle città emergenti dell’India, famosa in tutto il mondo per l’architettura e pianificazione urbana.

Per volere di Jawaharlal Nehru, il primo ministro indiano, questa città è diventata nel 1950 la capitale dello stato del Punjab dopo la spartizione dei territori tra India e Pakstan. Essendo Lahore, la vecchia capitale del Punjab, in territorio Pakistano il primo ministro volle una nuova capitale che rispecchiasse lo slancio verso il futuro della nuova India.

Inizialmente il progetto della nuova città fu assegnato ad {it:Alber Mayer} che disegno la planimetria di base, successivamente il famoso architto {it:Le Corbousier} e tutto il suo staff ampliarono il progetto iniziale dano un chiara impronta moderna, taylorista, l’edificio a misura dell’abitante.

La città è infatti suddivisa in settori completamente autonomi della dimensione di 800m per 1200m in cui vi si possono trovare spazi commerciali, spazia abitativi e spazi ricreativi. Ogni settore è adiacente e non si impiega più di dieci minuti ad attraversane uno. Del progetto di Mayer è stato inoltre conservato il parco lineare che attravarsa un lato della città.

Le Corbousier ha realizzato il famoso monumento “La Mano”, la pianficazione urbana ed il palazzo della Corte Suprema (High Court) mentre il suo staff ha relizzato altre strutture quali l’unversità ed il museo d’arte. Tutte le case qui hanno un impronta tipicamente europea con un disegno tipico degli architetti degli anni 50/60, moltissimo il cemento armato, strutture lineari che si fondono una nell’altra all’interno di rigogliosi giardini.

La pianta della città è estremamete lineare, traverse e parallele che suddividono i settori in modo uniforme. Una caratteristica curiosa della città sono i tombini che riportano la mappa della città. In passato molti di questi tombini sono stati trafugati per essere venduti in occidente essendo diventati oggetti di culto nel mondo dell’archtettura.

Enzo con i tombini ha un certo “feeling” ed ha dato vita a molte opere con queste stane “porte del mondo sotterraneo”. Il rispetto è qualcosa che ha caratterizzato tutto il nostro viaggio, per questo Enzo voleva realizzare qualcosa di diverso per mentenere il ricordo di questo oggetto mantenendo il rispetto dovuto a questa città ed ai suoi abitati: dopo aver parlato con il curatore del museo di architettura abbiamo avuto il permesso speciale di ricalcare uno dei tombini conservato nelle sale riportandone l’immagne su un ampio foglio di carta pregiata.

Il risultato è una serie di undici magnifici pannelli che riportano il ricalco di questo pezzo ormai storico.Un modo semplice e rispettoso di tributare un omaggio ad un grande architetto come Le Corbousier.

Il Rock Park è un altro degli spazi di Chandigarh, un intero parco che accoglie tra il verde e le fontane oggetti artistici realizzati con materiali di scarto che si fondono nel paesaggio per creare scenari suggestivi e fantasiosi nel cuore della città.

Chandigarh è una città moderna ma resta pur sempre una città abitata da Indiani e per questo motivo mostra contrasti a volte incredibili per il nostro punto di vista. Le Corbousier ha dato alla città lo schema, le strade e lo stile ma la cultura urbana e l’attenzione per gli spazi è ancora tutta da inculcare nella popolazione. E’ senz’altro la città più pulita e meno caotica che abbiamo incontrato ma sono pochi ancora gli spazi che realmente danno vita all’ideale di città perfetta. Lo sviluppo però non si è arrestato, in alcune parti forse manca un po’ di manutenzione ma la città sarà presto dotata di un aereoporto internazionale e di una metropolitana. Vedremo quale sarà il futuro di questa strana città, noi ci rimettiamo i viaggio verso Agra, la città del Taj Mahal.

Davide “Birillo” Valsecchi

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