Flaghéé: verso il San Primo

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San Primo
San Primo

I Flaghéé hanno completato il loro viaggio sull’acqua attraverso il Lario. Questa Domenica, il  4 Ottobre, saliremo in cima al San Primo per lasciare lassù le nostre bandiere affinchè il loro viaggio non finisca ma prosegua nel vento, nella Breva e nel Tivano.

Ieri Enzo, Max ed Io siamo andati a fare un rapido sopraluogo in cima al San Primo. Abbiamo preso la strada dalla Colma che inizia proprio dove finisce il famoso muro di Sormano.  Camminando in mezzo ai grandi prati che cingono le montagne abbiamo incontrato cavalli, pecore e gruppri di capre mentre il sottobosco è pieno di funghi dopo un ultima inconsueta “cacciata” autunnale.

Il sole era caldo e non è stato difficile arrivare in cima e, da lassù, ci è apparso il lago in tutto il suo splendore: “Dannazione quanto è grande, fa impressione pensare che lo abbiamo fatto tutto a remi!

Cosa hai imparato Birillo? Ho imparato che remando sembra di non arrivare mai, ti aspetti che aggredendo l’acqua tu possa divenatare più veloce ed andare lontano più in fretta ma in realtà stai solo agitando l’acqua ed infradiciando la barca. Ho imparato che quando remi puoi solo arrenderti, respirare ad ogni remata e cercare di andare all’unisino con i tuoi amici. Alzi la testa verso l’orizzionte e guardi lontano un traguardo che non sembra mai arrivare mentre, senza rendertene conto, superi una spiaggia ed uno sperone dopo l’altro.

Ogni tanto ti sfrecciano accanto motoscafi alzando onde che inesorabilmente ti riempiono di schizzi agiatandoti la canoa. Sembra l’infinito contrasto tra il ricco ed povero e tu, che a remi sembri il povero, un po’ ti incazzi e sotto il sole ti chiedi perchè a te sia toccato solo la pagaia. Poi una mattina ti svegli sulla spiaggia e ti trovi davanti quattro brioches offerte da un ragazzo che ti ha visto guidando il motoscafo e che, passaggiando sulla spiaggia, ha riconosciuto la tua strana barca coperta di bandiere. Due chiacchiere e qualche risata. A te è toccato il remo ma in fondo non c’è poi grande differenza ed ora, mentre surfi tra quelle onde, sai che anche tra quelle increspature si può trovare qualche nuovo amico.

Ma quindi cosa hai imparato Birillo? Che viviamo in un mondo strano in cui spesso annaspiamo con il triste sconforto di non adare da nessuna parte quando invece ci stiamo già movendo e stiamo facendo molta più strada di quella che percepiamo. Dovremmo alzare la testa e guardare più spesso l’orizzonte, vivere il nostro viaggio e credere nei nostri sogni. Un sacco di gente passa il tempo a reprimere i propri sogni nutrendosi della soffrenza che crea soffocando i sogni altrui. Dobbiamo imparare a non dare loro troppo peso, è la nostra capacità di sognare che ci rende umani.

Stamattina mi sono svegliato con la stomaco pieno di ansie, con la consueta paura di non riuscire controllare il futuro. Poi ho acceso a palla questa canzone (Two Shoes- The Cat Empire) abbozzando questo scritto. E’ stato allora che ho ricordato quanto a malapena controlli il presente, figurarsi il futuro. Che arroganza mi prende alle volte! Infilo gli scarponi e mi fiondo al mercato. Anche oggi abbiamo “buon tempo”, vediamo dove ci porterà questa follia che chiamiamo vita. Ci si vede domani al San Primo!!

Davide “Birillo” Valsecchi

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