Exxxperience

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La guardo mentre al bancone della Sua cucina frantuma il ghiaccio. Zucchero di canna premuto a pestello con fette di lime, ghiaccio e vodka liscia. Ecco in arrivo due Caipiroska all’europea.

Il Suo stereo riempie la stanza di musica live: Hendrix alla chitarra e niente meno che Morrison all’armonica in una Jam a New York City. Niente meno che nel ’68, [Wake Up this Morning and Find Yourself Dead]

Io ed Enzo siamo “alla fonda”, ormeggiati qui prima di ripartire. Lui è in giro per Como, a spasso per bar e locali. Pubbliche relazioni, la sua specialità. Io no, ho voglia di spassarmela, la mia parte di guai mi arriverà dopo. Ci aspetta il caldo africano, gli africani ed un sacco di altre rogne. Siamo alla fonda ora, meglio godersela per un po’.

Mi piace. Più La guardo e più mi viene voglia di bere e fare l’amore. E’ un “maschiaccio” con il corpo da peccatrice e le attenzioni di una mamma. Mi piace. Mi piace il suo collo, mi piace come va su di giri quando lo bacio. Siamo alla fonda e non va affatto male.

Mi porta da bere e ci troviamo a mezza strada. Fermi in mezzo alla stanza balliamo un po’, senza muoverci. Ci si sfiora con la testa, con le labbra. Vicini, senza quasi toccarsi. Senza muoversi. Il Vietnam si è combattuto tra il 62 ed il 75, poi sono nato io. Jimmy e Jim suonavano questa musica per altri ragazzi alla fonda da guai ben più seri dei miei.

«Ma che diavolo centra il Vietnam adesso Walter?»«Hai ragione Drugo, questo non è il Vietnam. Questo è il bowling, ci sono delle regole!!» Ob la dì ob la dà, life goes on, bra…

“Un altro giro?” Perché no. Ride come una strega mentre stringe la punta della mia lingua tra i suoi denti. Mi piacciono quegli occhi nocciola da strega, non mi fanno paura anche se sono una trappola. Sprofondo ancora nel divano mentre la guardo di nuovo al bancone a trafficare di ghiaccio, limone e vodka. Mi piace quella ragazza ed Hendrix continua a suonare.

“Cin Cin”. Chissene frega se in giapponese vuol dire “uccello”. Mi gusto la vodka perso nei meandri linguistici mentre Morrison attacca con la sua famosa performance live, “Morrison’s Lament”, biascicando volgarità poetiche. Jim non ha peli sulla lingua ma sembra un disco incantato, poco mi importa ora.

Non mi importa più di Hendrix, di Morrison, degli africani o di “Charlie non fa surf”. Non mi interessa né del generale Kurtz nè di Chris Taylor, non mi importa che Oliver Stone fosse amico di Jim Morrison, che era alievo di Jack Hirschman, che è amico di “Bax“, che fa i complimenti ai miei testi scrivendo la prefazione al libro di Enzo. Non ha più importanza ora. Qui saltano i bottoni e volano gli stracci, non mi importa più di nulla. Adoro stare alla fonda.

Il cd finisce e riparte da solo, Dio benedica gli stereo che ripartono da soli a fine cd. Amen.

Io me ne sto sdraiato sul letto a braccia aperte, con la testa oltre il materasso e le gambe incrociate con le sue. Immobile, lontano milioni di chilometri dal pensiero di muovere un muscolo. Mi piace il mondo sottosopra nello specchio e, guardare, è già troppo faticoso adesso. I capelli mi sono cresciuti abbastanza da toccare il pavimento ora. Sembro La Pietà di Michelangelo, stesso dinamismo…

Mi accarezza il petto, poi ci si pesa sopra svuotandomi i polmoni, mi bacia e mi sussurra: “preparo da mangiare…”. Si alza e mi lascia sfrofondato nel materasso mentre a testa in giù la guardo andar via. Lei ha sei anni meno di me, due lauree per sfamare la mia mente contorta, pesce spada e patate al forno per tutto il resto. Adoro stare alla fonda.

Davide “Birillo” Valsecchi

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