La leggenda dei cedri del Libano

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I cedri di Asso
I cedri di Asso

Ho trovato una leggenda che parla di tre cedri del Libano e dei loro sogni prima di essere abbattuti. Visto che i cedri di Asso sembrano destinati a cadere per far posto ad una rotonda non ho potuto che essere colpito da questa storia. Ne ho trovate molte versioni ma, a furia di cercare, ne ho trovata anche una scritta da Paulo Coelho, il famoso scrittore brasiliano:

«Racconta una vecchia leggenda che nelle belle foreste del Libano antico nacquero tre cedri. Come tutti sappiamo, i cedri impiegano molto tempo per crescere e questi alberi trascorsero interi secoli riflettendo sulla vita, la morte, la natura e gli uomini. Assistettero all’arrivo di una spedizione da Israele inviata da Salomone e, più tardi, videro la terra ricoprirsi di sangue durante le battaglie con gli Assiri. Conobbero Gezabele e il profeta Elia, mortali nemici. Assistettero all’invenzione dell’alfabeto e si incantarono a guardare le carovane che passavano, piene di stoffe colorate.

Un bel giorno, si misero a conversare sul futuro. “Dopo tutto quello che ho visto – disse il primo albero – vorrei essere trasformato nel trono del re più potente della terra” “A me piacerebbe far parte di qualcosa che trasformasse per sempre il Male in Bene“, spiegò il secondo. “Per parte mia, vorrei che tutte le volte che mi guardano pensassero a Dio” fu la risposta del terzo.

Ma dopo un po’ di tempo apparvero dei boscaioli e i cedri furono abbattuti e caricati su una nave per essere trasportati lontano. Ciascuno di quegli alberi aveva un suo desiderio, ma la realtà non chiede mai che cosa fare dei sogni. Il primo albero servì per costruire un ricovero per animali e il legno avanzato fu usato per contenere il fieno. Il secondo albero diventò un tavolo molto semplice, che fu venduto a un commerciante di mobili. E poiché il legno del terzo albero non trovò acquirenti, fu tagliato e depositato nel magazzino di una grande città. Infelici, gli alberi si lamentavano: “Il nostro legno era buono, ma nessuno ha trovato il modo di usarlo per costruire qualcosa di bello!”.

Passò il tempo e, in una notte piena di stelle, una coppia di sposi che non riusciva a trovare un rifugio dovette passare la notte nella stalla costruita con il legno del primo albero. La moglie gemeva in preda ai dolori del parto e finì per dare alla luce lì stesso suo figlio, che adagiò tra il fieno, nella mangiatoia di legno. In quel momento, il primo albero capì che il suo sogno era stato esaudito: il bambino che era nato lì era il più grande di tutti i re mai apparsi sulla Terra.

Anni più tardi, in una casa modesta, vari uomini si sedettero attorno al tavolo costruito con il legno del secondo albero. Uno di loro, prima che tutti cominciassero a mangiare, disse alcune parole sul pane e sul vino che aveva davanti a sé. E il secondo albero comprese che, in quel momento, non sosteneva solo un calice e un pezzo di pane, ma l’alleanza tra l’uomo e la Divinità.

Il giorno seguente prelevarono dal magazzino due pezzi del terzo cedro e li unirono a forma di croce. Lasciarono la croce buttata in un angolo e alcune ore dopo portarono un uomo barbaramente ferito e lo inchiodarono al suo legno. Preso dall’orrore, il cedro pianse la barbara eredità che la vita gli aveva lasciato. Prima che fossero trascorsi tre giorni, tuttavia, il terzo albero capì il suo destino; l’uomo che era inchiodato al suo legno era ora la Luce che illuminava ogni cosa. La croce che era stata costruita con il suo legno non era più un simbolo di tortura, ma si era trasformata in un simbolo di vittoria.

Come sempre avviene con i sogni, i tre cedri del Libano avevano visto compiersi il destino in cui speravano, anche se in modo diverso da come avevano immaginato.»Paulo Coelho

Non sono certo bravo come Coelho ma mi piacerebbe essere in grado di fare qualcosa per quelle piante che ora sorvegliano l’ingresso di Asso, che hanno visto e vissuto le storie del nostro paese, sia quelle che conosco che quelle che sono state dimenticate. Sembra che presto saranno abbattute e se non è possibile salvarle vorrei almeno salvarne la memoria: Chi mi aiuta?

Alle elementari ricordo di aver fatto un disegno che aveva per tema il temporale. Dovevamo disegnare quello che vedavamo dalla finestra della classe, all’epoca, nel palazzo del comune: fulmini gialli, gocce di pioggia blu, la macchina del vigile ed il profilo stilizzato verde pastello dei due alberi. Questo era un temporale ad Asso 25 anni fa.

Davide “Birillo” Valsecchi

Ps. Continua il dibattito su “Assese.it” ed anche l’iniziativa «Abbraccia il cedro e mandaci una foto». Immortalatevi con le due piante!

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