Animali del Bosco: il Cinghiale

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800px-sus_scrofa_1_-_otter_owl_and_wildlife_parkIncontrare un cinghiale nella nostra zona non è oggi così difficile sebbene meno di quindici anni fa non ce ne fossero sui nostri monti. Si è cominciato a parlare di questo animale quando ero poco più che bambino e si effettuavano i primi avvistamenti sul San Primo e nella zona di Sormano.

Il nostro bosco, ricco di castagne, ne ha permesso la sua proliferazione e ben presto tutto il triangolo Lariano si è popolato di queste bestie alloctone. Su come abbia avuto inizio l’invasione non ci sono informazioni certe: forse qualcuno li ha lasciati andare, forse sono scappati a qualcuno che li allevava, forse sono semplicemente migrati qui.

All’inizio persino i cacciatori erano preoccupati e pochissimi conoscevano questa bestia. I racconti sulla sua selvaggia aggressività e sulla sua propensione ad attacare l’uomo erano già fonte di racconti e leggende. Sembrava che l’unica speranza di salvezza in un simile incontro fosse la fuga su un albero. Cosa che per altro hanno fatto in molti!

Qualche hanno fa trovai nel bosco un cranio di cinghiale che ora fa bella mostra di sè nella cantina di mio padre: se si deve essere onesti la mandibola e la mescella irta di denti di quel testone fa un certo effetto. Appare quasi come un dinosauro con le fauci aperte. Infilando un braccio o una gamba tra quelle tenaglie ci si può capire quanto possa essere pericoloso e sconsigliabile un simile morso.

Tuttavia il cinghiale non è affatto una crudele bestia assassina sebbene possa, senza la dovuta cautela, diventare pericolosa. Specie se non se ne conoscono le caratteristiche. Sfogliamo quindi qualche libro e scopriamo meglio quest’animale.

Il cinghiale è a tutti gli effetti l’antenato del maiale con cui condivide molte delle caratteristiche. Il chinghiale riesce ad essere molto più robusto e veloce ed al contrario del maiale è coperto da un folto e ispido pelo scuro (il maiale spesso ha solo una parziale peluria sulla classica pelle rosa). E’ un animale che da adulto raggiunge una ragguardevole dimensione: dalle nostre parti superano tranquillamente il quintale e raggiungono al garrese (sopra la spalla) un altezza di un metro. Grossi son grossi!!

Il cinghiale grufola, ossia razzola grugnendo in cerca di cibo smuovendo con muso e zampe il terreno, nutrendosi di radici, tuberi e quant’altro gli arrivi a tiro. Quando vedere una porzione di bosco “arata” a casaccio tra le piante probabilemente è opera della ricerca di un cinghiale. Per questo motivo il cinchiale evita le zone troppo aride e quelle rocciose. Dove non può scavare non può nutrirsi.

Il cinghiale è onnivoro. La leggenda vuole che una vacca al San Primo sia stata uccisa da un fulmine e che il fattore l’abbia seppellita ma che, durante la notte, i cinghiali l’abbiano disseppellita e divorata. L’episodio è ampiamente plausibile e simile a molti altri che circolano in valle.

Se un cinghiale abbia mai sbranato un cane legato alla catena non ve lo so dire ma se siete a spasso con un cane fate attenzione. Il cinghiale non attaccherà il cane ma se l’istinto del cane prende il sopravvento e decide di lanciarsi all’inseguimento è facile che il vostro animale si ritrovi con l’impellente necessità di essere “ricucito” da un veterinario. Le “difese”, i due grossi denti che sporgono sulla mandibola (quella sotto, per intenderci), sono piccoli coltelli in grado di infliggere brutte ferite. Fate attenzione.

Parliamo ora proprio dell’incontro con un cinghiale. E’ possibile che li incontriate nei pressi dei nostri sentieri ma di solito si danno alla fuga. Se incontrate un esemplare singolo farete forse appena in tempo a scorgerlo prima che scappi, se vi imbattete in un gruppo avrete la sensazione di essere circondati, tutto il bosco si agiterà sebbene in realtà stiano tutti semplicemente allontanandosi.

Se li vedete, specie al tramonto o la mattina, a spasso in qualche radura o piccolo prato restate in silenzio e godetevi lo spettacolo. Se non li disturbate restando alla debita distanza non si cureranno di voi e riuscirete a scorgere tutto il gruppo.

Ovviamente se vi avvicinerete troppo possono diventare aggressivi ma se scappano dovrete proprio impegarvi per stargli dietro. L’unico caso in cui non scappano, o lo fanno con molta più circospezione, è quando vi imbattente in una femmina con i piccoli.

La femmina “deve” difendere i piccoli quindi se non è in condizione di effettuare una sicura ritirata strategica con i suoi maialini, che sono ovviamente più lenti, prende campo e se necessario vi carica senza pensarci due volte. Se ve la sentite di affrontare mascelle da 20 centimetri, denti aguzzi da 5 ed un quintale di spirito materno furioso siete liberi di farlo: il mio consiglio è di allontarsi con attenzione e senza scatti bruschi. Se attacca girate la coda e via come il vento, non sperate di fermarla a sassate o bastonate: quella mena!!

Ma quanti sono i cinghiali dalle nostre parti? Da un articolo su il Giorno del 14 Marzo 2010 si legge: Secondo gli esperti il numero di cinghiali che si aggirano nei boschi del Triangolo Lariano oscilla fra i 500 (in inverno) e i mille esemplari (prima della stagione venatoria). Per cercare di risolvere quello che sta diventando un problema per decine di agricoltori è stato organizzato il convegno dalla Provincia di lecco, che ha coinvolto le maggiori istituzioni lombarde. «Abbiamo messo a confronto – sottolinea l’assessore alla Caccia della Provincia di Lecco, Carlo Signorelli – le diverse esperienze a livello lombardo e nazionale e abbiamo definito un documento che possa fungere da riferimento per la gestione del cinghiale».

Qui potete vedere un breve filmato della liberazione di un cinghiale. L’animale in questione non è molto grosso ma il finale è molto divertente e rende bene l’idea di come possano diventare aggressivi.

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