Ora tocca al Castello

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La Rocca di Asso
La Rocca di Asso

Ieri mi trovavo a Dervio in visita ad una scuola di vela per ragazzi. Il sole splendeva ed il lago era magnifico. Il clima estivo riempiva l’aria di entusiasmo e positività mentre i locali sulla spiaggia erano tappezzati di volantini e depliant per pubblicizzare concerti, incontri e feste.

Ero solo dall’altro lato del lago ma lontano milioni di chilometri dall’opprimente cappa di sfiducia e rassegnazione che spesso aleggia come un’impalpabile nebbia sopra Asso. Lontano dai campanilismi tra associazioni, da vecchi arcigni ancorati alle poltrone del potere, dai sorrisi viscidi che scintillano osceni negli spot politici di TVServa.

Ieri respiravo aria nuova sul Lago e, per un attimo, ho accarezzato l’idea di scomparire e ricomparire in un altro luogo. Un nuovo inizio in un paese privo dei miasmi, della bruttura, dell’ipocrisia che molesta Asso.

Poi ho ricevuto una lettera. In realtà non proprio indirizzata a me (per fortuna!! sarebbe da nascondersi sotto i sassi!!) ma che di sicuro ci riguarda tutti. Una missiva firmata dal Ministro della Cultura Sandro Bondi all’attenzione del Comune di Asso: (testo integrale)

Con riferimento all’interrogazione indicata in oggetto relativa alla realizzazione di un supermercato in prossimità della cascata della Vallategna, si osserva quanto segue. Ad avviso dei competenti Uffici di questo Ministero, la zona interessata dall’intervento è estremamente vulnerabile dal punto di vista paesaggistico; pertanto la competente Soprintendenza è in attesa di visionare la documentazione relativa al progetto richiesta al Comune di Asso per poter esprimere le proprie valutazioni. Tale documentazione al momento non è ancora pervenuta; pertanto la Soprintendenza di Milano il 4 marzo 2010 ha reiterato la richiesta di trasmissione della documentazione progettuale evidenziando che dal 10 gennaio 2010, ai sensi dell’articolo 146 d.lgs. n. 42 del 2004 qualsiasi progetto che si voglia intraprendere sulle aree sottoposte a vincolo paesaggistico deve ottenere il parere preventivo e vincolante da parte della Soprintendenza non essendo più sufficiente l’esame dell’Ufficio basato sul mero controllo della legittimità degli atti relativi alle autorizzazioni paesaggistiche.

In pratica il Ministro rimarca il valore paesaggistico della cascata e ricorda al Comune che, contrariamente a quanto da loro fatto fino ad oggi, qualsiasi intervento in quell’area va preventivamente approvato dalla Sopraintendenza. Se dovessi parafrasarla in dialetto potrei usare una strofa di una poesia che Riccardo Borzatta scrisse per i nostri cedri: “Sìndich e amiis del sìndich: metii cò!”

A Gennaio sembrava che la storia del paese fosse già scritta: giù i cedri entro marzo, inizio dei lavori della rotonda ed inizio dei lavori del supermercato. Chiunque dubitasse veniva azzittito ed additato in malo modo. Oggi la Sovraintendenza ha intimato la salvaguardia dei Cedri e da Roma il Ministro alla Cultura ha  richiamato tutti alla tutela della Cascata della Vallategna. Un’inversione totale ed assoluta del destino, due autorevolissimi schiaffi ad un sistema che perdura da anni.

Il cambiamento in atto ad Asso è così radicale ed epocale che nemmeno l’enorme quantità di screzi ed ipocrisie che ancora mi irritano potrebbe allontanarmi da questo momento e da questo paese. Io sono un semplice cronista di una storia che diviene giorno dopo giorno sempre più affascinante, una storia che vede tutti protagonisti nella Valle e che sono felicissimo di raccontare. Cercare di screditare me o “Cima” significa solo azzittire una voce in un coro sempre più ampio.

I Cedri centenari, la Cascata di Stendhal: due momuenti di Asso che sembravano persi, due risultati insperati, due salvataggi in extremis da consegnare al futuro del nostro paese. Io dico che funziona, io dico che stiamo imparando, io dico: “non c’è due senza tre”. C’è ancora un importantissimo pezzo di storia cittadina da salvare: Il Castello di Asso.

Il Castello fu eretto nel XII secolo sulle fondamenta di un Castrum dell’Esercito Romano. La sua storia è intimamente legata a quella di Asso e degli assesi e del loro borgo medioevale. E’ uno degli ultimi castelli nella Vallassina ma oggi il suo futuro è ancora incerto. Quanti di Voi hanno mai avuto il privilegio di ammirare Asso dall’alto della sua torre? Quanti paesi hanno un castello con una storia quasi millenaria? Quanti hanno abbandonato alla decadenza un simile patrimonio?

Il Castello in larga misura appartiene oggi ad una società edile di Como. Il 15 Aprile del 2009 veniva pubblicato su La Provincia questa dichiarazione: «Da circa una settimana sono partiti i lavori per un restauro conservativo della struttura – spiega il geometra Mario Tavecchio dell’Ufficio tecnico di Asso – Il progetto è stato valutato dalla sovrintendenza e ha superato l’iter usuale attivato in questi casi per dare avvio ai lavori. L’intervento per ora riguarda solo la parte strutturale ed è conservativo, sarà quindi rifatto il tetto, verranno messe in sicurezza e sistemate le mura. Il borgo tornerà insomma allo stato originario con l’utilizzo dei materiali e delle soluzioni già presenti». Ecco l’articolo integrale.

Oggi è passato più di un anno, i lavori proseguono ma è quasi impossibile sapere cosa succeda sotto il bozzolo di ponteggi che avvolge di bianco il borgo del Castello.  Dopo i radicali e repentini STOP inflitti a progetti ormai approvati come la Rotonda ed il Supermercato vi è più di un motivo per dubitare e cercare chiarezza. Io a a priori non metto mai in dubbio  la buona fede ma sono anche convinto che chi non ha nulla da nascondere non tema alcuna domanda: spiegateci gentilmente cosa accadrà al nostro Castello Medioevale.

I cedri e la rotonda dimostrano che, “con le buone o le cattive”, abbiamo imparato a trovare le nostre risposte e a farci ascoltare fin dalle massime autorità dello Stato. Riusciremo ad avere sul Castello un confronto e non il consueto scontro?

Davide “Birillo” Valsecchi

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