Fiamme viola nella notte africana

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Acqua bassa sotto il pontile
Acqua bassa sotto il pontile

La parola swahili per “corrente elettrica” è “humeme”. La cosa divertente è che lo stesso termine era usato già in precedenza per la parola “fulmine”. Quindi parlando in swahili si ha l’impressione che siano i fulmini a far funzionare tutti gli strani marchingegni elettrici che gli europei hanno introdotto sull’isola. La realtà non è poi cossì dissimile perchè la corrente elettrica è effettivamente parente stretta di un fulmine ma, nel nostro linguaggio, il tutto appare meno pittoresco, meno denso di mistero. Forse soprattutto perchè, da noi, quando i fulmini si mettono a correre nell’impianto elettrico di casa non è affatto nè normale nè un bene.

La parola “moto” invece indica il “fuoco” ed “anga” indica il “cielo”. In swahili “fuoco e fulmini nel cielo” suonerebbe più o meno così: “moto na umeme katika anga”.

Questa notte è una notte strana, intensamente strana. In Madagascar si è abbattuta una tempesta tropicale ed anche qui, nonostante la distanza, se ne sentono gli effetti. Come sapete “il napoletano”, un nostro nuovo amico italiano, è appassionato di pesca ma da ben tre giorni non riesce a prendere alcun pesce: in realtà non è colpa sua perchè la marea sembra assente ed il livello del mare è rimasto per giorni basso ed immutato.

Nel mese in cui siamo qui non era mai successo prima. La marea cambiava spesso l’aspetto del mare crescendo lungo la scogliera anche di tre o quattro metri. Ormai era abitudine durante la notte ascoltare il rifrangersi delle onde contro la roccia. Da giorni tutto tace. Probabilmente è la luna o qualche cambiamento stagionale ma l’effetto è particolare, disorientante.

Come se non bastasse la notte è rischiarata da incredibili fulmini viola che in lontananza sull’oceano sfrecciano all’orizzonte. Il mare quieto e lampi viola che silenziosi corrono nel buio senza che se ne possa ascoltare il tuono. Sono grandi a tal punto che l’occhio li vede arrampicarsi attraverso le nuvole così come vedrebbe un rivolo d’inchiostro correre lungo un foglio di carta aprendo il suo tratto in mille ramificazioni. Fulmini grandi come mai visti prima, ma muti, resi silenti dalla distanza che ci separa: lampi senza voce illuminano la notte.

Io, Enzo ed il Napoletano ci siamo incamminati lungo un pontile di legno lungo quasi 120 metri che dalla scogliera si spinge nel mezzo della baia. Da là, in fondo eravamo immersi nel mare, circondati dall’acqua guardando da un lato la terra ferma e dall’altro l’orizzonte ed il suo spettacolo di saette. Su tutto l’oceano silenzioso e quieto come mai l’avevo ascoltato.

Sì, una notte strana. Mi ricorda un piccolo libro a fumetti a cui ero decisamente affezionato che racconta proprio di una notte come questa dove tutto può succedere, persino l’incredibile: La notte del Saraceno. Spero che la signorina che ora custodisce quel mio tesoro di infanzia ne abbia debita cura, era una storia delicata di avventura ed amore che non dovrebbe andar persa.

Io ora resto qui, a guardare il fuoco del cielo ed il silenzio del mare. E’ una notte strana di cui ancora nessuno conosce l’alba.

Davide “Birillo” Valsecchi

Con noi  non abbiamo l’attrezzatura fotografica per “catturare” i fulmini ma quest’immagine, presa da fenomenitemporaleschi.it, si avvicina molto, sebbene in piccolo, a quello che possiamo vedere noi da qui. Giulio, il nostro ingegniere al “Campo Base Le Zie”, poi mi/ci spiegherà perchè i fulmini sono viola qui =)

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