Il terremoto di Scarenna

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Qualche tempo fa, precisamente il 10 giugno 2011, è apparso su La Provincia di Como un articolo dal titolo “Asso: misteriose scosse e le case tremano”.  Durante quelle settimane, infatti, in molti avevano percepito vibrazioni o scosse che avevano fatto tremare la propriacasa nella piana di Scarenna.

All’epoca ero impegnato nel viaggio dei Flaghéé  e non avevo potuto occuparmene ma in questi giorni ho fatto qualche piccola ricerca, complice soprattutto la lieve scossa avvenuta a Lecco il 23 Giugno 2011.

Tempo fa scrissi un articolo intitolato “Terremoti in Italia e ad Asso” in merito ad una ricerca da me condotta sugli eventi sismici avvenuti nella storia di Asso. Spulciando tra gli archivi ho trovato quattro eventi nell’arco di 124 anni: 6 Aprile 2001, 24 Aprile 1918, 5 Marzo 1894 e 20 Maggio 1887.

La prima verifica che ho fatto in merito ai fatti di Giugno è stato visionare le registrazioni della Rete Sismica del Centro Geofisico Prealpino di Varese, il dipartimento dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia più vicino a noi: tra i dati non vi è nulla che rilevi attività sismica di rilievo.

Storicamente Asso non è mai stato l’epicentro di un sisma di alcun tipo ed è difficile pensare che vi sia stato un fenomeno sufficientemente intenso da essere avvertito ma allo stesso tempo tanto limitato nell’estensione. No, l’ipotesi terremoto non trova fondamento nei dati.

Qualcuno ha avanzato l’ipotesi che possa essere colpa di crolli nella montagna ma anche in questo caso se fossero stati interni, grotte che cedono, sarebbero stati registrati dai sismografi mentre se fossero stati crolli esterni, massi che vengono a valle, sarebbero stati di dimensioni tali da non passare inosservati. Un esempio su tutti la frana del 14 Gennaio 2010.

Pensare che i para-sassi abbiano fermato qualcosa di abbastanza grande da scuotere le case è improbabile e facendo “due passi” sotto la roccia non ho trovato nulla di simile anche perché, se così fosse avvenuto, le protezione avrebbero avuto bisogno di riparazioni e messa in sicurezza.

No quindi, niente sassi e niente terremoti. La risposta me l’ha data forse un anziano di Scarenna: “Tanti anni fa, quanti non so dirteli, tutti i terreni di questa parte di Scarenna erano di proprietà della Curia e per questo il Lambro, che prima scorreva da questa parte, è stato deviato perché i campi potessero essere usati. Se scavi un metro e mezzo qui trovi l’acqua ed il terreno è tutta marna che drena l’acqua e si muove”.

Nel 1939, come riportato sulla Chiesetta di Scarenna, vi fu una grande esondazione che creò davvero grossi problemi alla gente della piana. L’idea che il fiume avesse un altro corso è abbastanza fondata, a conferma di ciò basterebbe osservare come Via per Caslino e Via de Gasperi siano “infossate” sotto la montagna rispetto al fiume e di come oggi l’acqua piovana che scende in ben visibili cascate dal fianco del monte Pizzallo non trovi sfogo in alcun tipo di corso.

Molti dei miei libri sono ancora imballati dall’ultimo trasloco e quindi ora non saprei dirvi il periodo strorico in cui è stato deviato il fiume né darvi conferma che ciò sia davvero avvenuto. Parliamo di fatti risalenti probabilmente a duecento o trecento anni fa se non adirittura al 1500. Quello che posso dirvi ora è che è molto probabile visto che Scarenna è sempre stata zona di marcite.

Ho quindi cambiato approccio e consultato l’archivio fotografico del Ministero dell’Ambiente dove sono conservate le ortofoto e le foto aeree storiche anche del nostro territorio. Ho trovato una foto del 1988 della piana, che vedete qui sopra in bianco e nero, ed ho potuto fare qualche osservazione.

Le “case rosa”, dove è stato avvertito più forte il fenomeno, sono le costruzioni moderne più vecchie e grandi  di una piana altresì composta da piccole casette e campi.  Guardando dall’alto ci si accorge come le case rosa sembrino proprio al centro di quello che potrebbe essere un ipotetico corso del fiume che raccolga le acque della montagna proseguendo poi verso la gola di Caslino.

Vista la natura del territorio è possibile quindi pensare che i tremori siano stati causati da scosse di assestamento di queste relativamente vecchie strutture. Quindi che si fa? Non ho idea, certo è che se il fiume non fosse stato deviato in tempi antichi il problema dell’acqua, dei sassi ed ora anche delle scosse non si sarebbe forse verificato a Scarenna.

Come dimostra la foto la “Cittadina di Scarenna” è piuttosto giovane ed è quindi difficile comprendere cosa possa succedere. Se il “clima” assese fosse diverso si sarebbe potuto coinvolgere qualche Università o qualche Centro Ricerca per fare qualche studio, più che altro per rassicurare quanti vivono nella piana.

Ora non possiamo fare altro che quello che fanno gli anziani: guardiamo qualche foto, ascoltiamo l’aria ed aspettiamo di vedere cosa succederà ancora.

Davide Valsecchi

Ps. Un tempo esisteva un “Centro Ricerche Vallassinese [CRV]” ma ho ben pochi contatti con loro e nonostante qualche ricerca sul web non ne conosco a pieno né l’attuale finalità né l’organigramma. Posseggo qualche vecchio libro pubblicato anni fa dal gruppo ma non ho idea di cosa si occupino oggi. Tocca a me, al solito, darmi da fare per capire =)

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