Il ponte sul fiume Kwai

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«Sono il colonnello Saito. Nel nome di Sua Maestà Imperiale vi do il benvenuto.
Io sono il comandante di questo campo, che è uno dei tanti campi lungo la grande ferrovia che presto collegherà Bangkok con Rangoon.

Voi prigionieri britannici siete stati scelti per costruire un ponte attraverso il fiume Kwai. E’ un lavoro importante e impegnativo che richiede abilità e gli ufficiali lavoreranno come i soldati. L’Impero giapponese non può sfamare chi poltrisce. Se lavorerete duro, sarete trattati bene. Ma se non lavorerete duro sarete severamente puniti!

Un’avvertimento per voi sulla fuga. Qui non esiste filo spinato, nessuna palizzata, nessuna torre di guardia.  Perchè non sono necessari. Siamo un’isola nella giungla. La fuga è impossibile: sarebbe la morte.

Oggi ci si riposa. Domani si inizia.

Permettetemi di ricordarvi il motto del Generale Yamashita: lavorate con letizia.»

Questo è il discorso del Colonnello Saito all’arrivo delle truppe inglesi nel campo di prigionia lungo il fiume Kwain. Pare che ancora una volta, anche in Italia, ci sia un nanerottolo che sbraita in piedi ad uno sgabello…

Davide Valsecchi

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