Ancora guai per la piccola Nora

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dsc09081La vita è un concetto decisamente quantitativo e non certo qualitativo visto il modo in cui riesce ad essere precaria. La piccola Nora, abbandonata da mamma gatto, rischiava di morire dieci giorni fa divorata dai vermi e dall’inedia. Vi abbiamo raccontato la sua storia e di come, nonostante i suoi pochi giorni di vita, ce l’avesse fatta a spuntarla.

Il veterinario era sorpreso che fossimo riusciti a tenere in vita una creaturina tanto piccola e compromessa ed era soddisfatto di come si stesse velocemente rinvigorendo.

Sopravvivere sembra però una battaglia con cui ci si confronta giorno per giorno. Avrei voluto raccontarvi di come i suoi piccolo occhi stiano iniziando a vedere, di come le stessero spuntando i dentini  o di come iniziasse a zompettare. Purtroppo invece mi tocca raccontarvi di come la squadra “cima” stia affrontando un nuovo scontro con il destino.

Una delle zampette anteriori, la sinistra, ha cominciato ad infettarsi tutto attorno al piccolo rostro che, tra le cinque “dita” che formano la zampa, è l’unghia più arretrata.  Probabilmente l’artiglio si è incastrato da qualche parte e lei, tirando, si è lesionata la zampa. Normalmente non sarebbe molto grave ma il sistema immunitario di Nora è ancora debole (la allatto io con il biberon e non la mamma con il latte materno) e questa lieve ferita ha cominciato ad infettarsi in modo allarmante.

Questo significa che ogni due ore “spurgo” dall’abbondante pus la ferita, ormai enormente gonfia, e faccio abbondanti sciacqui di Betadine, il disinfettante marrone, usando una piccola siringa e soluzione fisiologica. Nonostante la sua estramente giovane età utilizziamo anche una piccola dose di un antibiotico a base di penicillina ogni dodici ore per arginare la proliferazione dei batteri.

Il mio ufficio, dopo essere diventato una nursei piena di macchie di latte ed “altro”, ora assomiglia ad un ospedale da campo.  A guardia della piccola Nora non ci sono più le bottiglie d’acqua calda ma un potente scaldino elettrico ad accumulo di calore. Fino a tre giorni fa sembrava lanciata verso un futuro radioso nonostante un terribile inizio. Ora siamo di nuovo in trincea a tenere d’occhio infezione e febbre.

Quando ero bambino vidi un documentario. Un coccodrillo aveva afferrato un piccolo impala  e stava per trascinarlo con se sul letto del fiume. Incredibilmente in quel momento un grosso ippopotamo intervenne mettendo in fuga il cocodrillo. Quello che avvenne dopo fu ancora più incredibile: l’ippopotamo si mise ad accudire l’impala cercando di rianimarlo e sostenerlo quasi fosse uno dei suoi cuccioli. Il destino dell’impala era segnato ma nell’ippopotamo vi era una chiara e ferma volontà di contrastare questo destino. L’esito finale di questa storia fu triste e spietato così come spesso lo è la natura.

Tuttavia non dimenticherò mai il gesto di quell’ippopotamo. Per quanto sia dura non lascerò che la piccola Nora affronti lo stesso destino dell’impala. Battersi è un atto di volontà, una dichiarazione di intenti formale contro un universo che ci vuole insignificanti numeri da sacrificare ad un disegno più grande.

Fanculo. Non ho intenzione di perdere questo giro. Come uno scienziato pazzo chiuso nel suo laboratorio sto trattando Nora tanto con la “medicina” quanto con la “magia”. Quindi, se volete, fate ancora il tifo per lei: tutto aiuta ora!

Davide Valsecchi

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