Achtung Indiana Nora!!

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Il Lunedì per me è ciò che per gli altri è la Domenica, questo giro però è cominciato male: come sveglia mi sono beccato un cazzotto allo stomaco!! Ovviamente sono stato percosso nel sonno perchè sono un maschilista, sciovinista, egoista e bla bla bla… Il secondo cazzotto mi è arrivato quando mi sono dimenticato che a Bergamo le donne hanno un diritto di prelazione sul “primo caffè”.

Per chi non lo sapesse il “primo caffè” è la prima parte prodotta dalla moka che, contrariamente alla parte finale detta “coda”, è immune dall’inevitabile gusto di bruciato prodotto dal vapore. Colpa mia, “Made in Bergamo” era scritto bene in vista sulla confezione e, come si dice, chi “compra paga” e si becca il caffè che resta…

Comunque sia, dopo le due sventole, ho acceso un po’ di musica ed il grande Dj del destino ha scelto “No FUN” cantata da Iggy Pop e dai Rancid. Io ero rassegnato, pensavo anche che la mia mattina fosse cominciata male fino a quando mi sono messo ad osservare la piccola Nora: a lei è andata anche peggio!

La gattina ha ormai superato i tre mesi ed è sempre più lanciata nella scoperta del mondo. Questa mattina il vecchio Muji, l’altro gatto, era uscito a zonzo fuori casa e Nora, non avendo nessuno con cui giocare o fare la lotta, era rimasta incuriosita dello Zoo. Già lo Zoo, quella parte di casa che una volta era il mio studio e che ora è dedicata, tra le altre cose, ad una specie di “bed&breakfast” per animali.

In un enorme box di plastica, quasi in letargo, riposa una grossa tartaruga d’acqua mentre accanto, in una vecchia gabbietta, cinguetta una coppia di Diamantini Giapponesi. Il guardiano dello Zoo è un fantasmino a pannelli solari che balla come Elvis ogni volta che alzo la tapparella.

Nora ha iniziato a fare l’acrobata e dalla poltrona ha raggiunto il calorifero, poi come “Manolo” si è inerpicata “in opposizione” sulla finestra e dopo un paio di passaggi sulle tende è atterrata sul tavolo che ospita lo Zoo. Un rimbalzo su di una scatola di cartone ed ha raggiunto il tetto della gabbietta degli uccellini.

Il suo stupore davanti agli sconosciuti animaletti era evidente, così come era evidente che non fosse mai salita fin lassù: le sbarre della gabbietta non le davano alcuna sicurezza e si muoveva pericolosamente in equilibrio sul bordo del box di plastica che ospita la tartaruga.

Ero preoccupato che il cuore degli uccellini esplodesse per la paura ma, abituati ad essere osservati dal ben più grosso Muji, non sembravano affatto turbati dalla presenza della piccola Nora. La micia poteva quindi continuare il suo tuor esplorativo.

“Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino”. Era inevitabile, ed in fondo prevedibile. La piccola Nora, incuriosita dagli uccellini, ha perso l’equilibrio sullo stretto bordo di plastica ed è stata costretta ad un salto d’emergenza che, nella realtà dei fatti, si è trasformato in un tuffo nella vasca della tartaruga. Atterrata a quattro gambe nell’acqua bassa è letteralmente rimbalzata fuori dalla scatola e, fradicia, si è messa a correre per la casa!

Io da “maschilista, sciovinista, egoista e bla bla bla… “ ho riso come un pazzo a quella buffa scena ma, dopo essermela abbondantemente goduta, ho rimdiato all’incidente: prima tranquillizzando l’addormentata tartaruga e poi asciugando “Indiana Nora”!

Ancora ridevo mentre, aperta la porta di casa, ho lasciato la gattina sulle scale del giardino a scaldarsi al sole. Stavo per riempirmi nuovamente la tazza di caffè quando per la cucina schizza un lampo nero fiaschiando come un raudo impazzito, una saetta che finisce direttamente dentro il divano. “Mattinata agitata” verrebbe da dire.

Butto lo sguardo oltre la porta di casa e vedo scomparire dietro l’angolo la folta coda della gatta della vicina: “…il meraviglioso mondo dei rapporti sociali”. La mia mattinata era iniziata a cazzotti ma anche quella di Nora è piuttosto impegnativa. Appoggiata la tazza ho iniziato a smontare il divano per recupere la micia. La coda era tutta gonfia ed il cuore batteva come un motore da corsa: “Vedi Nora, Muji è come me: un maschilista, uno sciovinista, un’egoista. Per questo con lui puoi giocare senza alcun problema: per esperienza è con le femmine che di solito prendi botte quando fai troppo lo spiritoso!”.

Così, coccolando la piccola come un padre rassegnato, ho finito il mio caffè meditando sulla natura dell’universo femminile: “Non ti preoccupare piccola Nora, sei femmina anche tu, datti solo ancora un po’ di tempo e vedrai…” Mentre le dicevo questo non potevo che constatare come Nora fosse già abbastanza grande per fregare senza difficoltà  sia me che Muji.

Qualcuno disse che il segreto per andare d’accordo con le donne è avere sempre torto. C’è da sperare che a dirlo fosse un uomo…

Davide Valsecchi

[Indiana Nora: No Fun]

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