Congo: Dalla Val di Fassa con Furore

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Oltre vent’anni fa Mamma Betty, partita dalla Val di Fassa, si è trasferita qui in Congo nella pediatria unendosi allo sforzo di Padre Hugo e della Dottoressa Perna. Due anni fa Betty è venuta a mancare ed ora riposa qui nel piccolo cimitero sulla collina. Il suo impegno ha però smosso e commosso la gente della sua valle che, anno dopo anno, invia con costanza volontari in supporto alla pediatria.

Quando Martedì siamo arrivati io e Bruna erano già presenti cinque volontari della Val di Fassa:  tutti grandi, grossi e con lo sguardo limpido. Sono stati qui due settimane e sono tutti falegnami e carpentieri ma vale la pena spendere due parole per capire che tipo di “elementi” abbiamo incontrato. C’è ad esempio “Tivu”, il più anziano, che è stato giocatore di serie A di Hockey ed ha militato nella squadra nazionale under 16, under 18, under 20 e nella nazionale ufficiale: praticamente un carro armato con gli occhi azzurri, figlio di falegnami da generazioni. Leopoldo che forse è il più giovane ma che  è qui con due dei sei fratelli. Lui , che è uno dei più tranquilli, oltre a suonare nella banda del paese si è fatto, giusto per girare un po’, dalla Val di Fassa a Capo-Nord in bicicletta passando per la Polonia sulla via del ritorno.

Questa squadra di “montagnini” oltre all’italiano parla il ladino, un dialetto che è una vera e propria lingua derivante dal latino e che è quasi incomprensibile per chi non la conosce. Io che ho imparato un po’ il carnico, in alcune espressioni piuttosto simile, riuscivo a capirli abbastanza bene e mi è stato quindi facile aiutarli come “bocia” durante questa settimana.

Steccati, letti, infissi, porte, supporti, panche e sedie: se quello che serviva era possibile farlo in legno loro lo costruivano con una velocità ed una maestria impressionante. Inoltre Andrea, sardo d’origine ma valligiano d’adozione, è anche un ottimo elettricista e quindi via a stender cavi e smontare quadri, riparare lavatrici e motori elettrici. Una settimana di fuoco durante la quale questi “ragazzi”, tutti  tra i 45 e i 50 anni, hanno lavorato e corso come furie per tutta la pediatria.

I montagnini hanno un gran cuore però consumano: la sera le casse di birra si vuotavano mentre i tranci di speck calavano inesorabili sui taglieri (naturalmente tutto a spese loro!). Vincenzo, poi, è un cuoco eccezionale e cucinava per tutta la compagnia! Per me è stata una grande fortuna conoscerli e lavorare con loro: hanno davvero fatto la differenza in queste due settimane!

Quando è giunto il momento di tornare alle loro famiglie, sono infatti tutti sposati e con figli, per festeggiare si è organizzato un’esotica porchettata sotto gli alti bambù della pediatria.

Dopo aver comprato e pulito il maiale ci siamo ritrovati tutti insieme nel caldo africano a bere birra e girare lo spiedo: ci stava un po’ di festa dopo giorni tanto duri!

Un immenso grazie a “Tivu”, Leopoldo, Vincenzo, Andrea e Ivano, alla Val di Fassa ed alla sua gente ed al prezioso esempio di Mamma Betty.

Davide Valsecchi

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