Paradiso e Castel di Leves

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Questa mattina ho portato i ragazzi del gruppo di montagna-terapia in giro per i prati di Piazzo sopra Valbrona. Una bella passeggiata nel verde di un paio d’ore attraverso la val Cerrina e le sue suggestive piante.

Visto che nel pomeriggio ero libero ho continuato il mio “giro” dando la caccia ad un sentiero che avevo intravvisto ma ancora mai esplorato. Nel Novembre scorso, infatti, ero risalito da Vassena ed avevo percorso il sentiero che da Civenna si allunga verso Barni e raggiunge Valbrona passando da Crezzo e San Giorgio.

Poco oltre la “bolla” di Barni mi ero imbattuto in un cartello che indicava un sentiero EE che puntava verso le scogliere che sovrastano Onno. Purtroppo nessuno dei mie compagni di quel giorno poteva  essere considerato un Escursionista Esperto e, non conoscendo il percorso, avevo semplicemente tirato dritto. Oggi intendevo rimediare esplorando a fondo quel tracciato!

Risalendo di gran carriera da San Giorgio ho raggiunto Crezzo e mi sono allungato fino alle pendici occidentali del Castel di Leves proseguendo verso Barni e Magreglio. Il sentiero è marcato con bolli blu e lungo il percorso, probabilmente molto sfruttato dagli amanti della Mountain Bike, ci sono indicazioni MTB in spray rosso.

Finalmente ho raggiunto il bivio così come lo ricordavo. Le indicazioni riportano “Paradiso” e “Castel di Leves – sentiero per EE”. Il Castel di Leves è una montagna davvero affascinante che gode di un panorama mozzafiato davvero incredibile. La via più comoda per accedere alla cima è proprio da Crezzo attraverso un sentiero che si snoda tra le caratteristiche rocce ed il bosco.

Non ero mai salito da Nord ed ho avuto una piacevolissima sorpresa scoprendo finalmente le difficoltà che giustificno l’etichetta EE con cui sono marcati tutti i sentieri che portano al Castel di Leves. Da questo versante infatti il sentiero procede prima attraverso morbidi boschi per poi inerpicarsi sul crinale procedendo quasi a sbalzo sugli abissali canaloni che sovrastano Onno.  Il panorama sulle scogliere è mozzafiato e tutto il percorso corre su di una cresta erbosa molto esposta.

Quasi raggiunta la cima ho lasciato il sentiero per avventurarmi sulle terrazze erbose sottostanti superando uno dopo l’altra i piccoli salti di roccia che le dividono. Poi la roccia termina e sotto di me solo il vuoto mi separava dal lago e dalle case di Onno.  Io ero a quota 900 mentre le sponde del lago sono a 200 metri sul livello del mare: abbarbicato su uno sperone di roccia cercavo di fotografare i tetti delle case 700 metri più sotto senza inquadrarmi le punte degli scarponi. Impressionante!

Sulle Grigne rimbombavano tuoni di un temporale primaverile ma intorno a me ancora risplendeva il sole: ero in uno dei posti più selvaggi e dimenticati del nostro territorio,  uno scenario magnifico, un terrazzo sul Lario come pochi ne ho incontrati. Confesso di essere rimasto rapito dalla bellezza di quegli inaccessibili prati e dall’incredibile quiete in cui sono immersi: stare lassù era rilassante ed eccitante allo stesso tempo!

Per arrivare fin lì avevo arrampicato in discesa lungo alcune piccole placche di roccia ed ero sceso con prudenza sull’erba traditrice fino alla cresta. Non era certo un posto facile da raggiungere eppure qualcuno aveva costruito, proprio nel punto più esposto, una piccola capanna in sasso e lamiera che ora giaceva scomposta nelle sue travature di legno divelte. Mi sono seduto e, guardandomi attorno, ho capito il perché di tanta fatica nel costruire un riparo lassù: davvero magnifico!

Val Vassena, Val Montone, Val Ferrera e Val Bianca: ecco i nomi degli impervi canaloni che scendono ripidi e quasi verticali sulle sponde sottostanti. Conosco il sentiero che corre sulla spalla della Val Bianca e, guardando dall’alto, mi chiedevo se fosse possibile risalire anche attraverso gli altri canali. Spingendomi oltre le rocce studiavo con lo zoom della macchina fotografica i sentieri delle capre che sembravano salire: andremo a curiosare anche laggiù prima o poi!

Come sempre “attenzione”: il sentiero è segnato come EE ed ha delle concrete difficoltà. Abbandonarlo per avventurarsi nei prati tra le rocce è davvero rischioso ed è decisamente sconsigliabile se non possedete le competenze e l’esperienza per affrontare quel tipo di ambiente.

Davide Valsecchi

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