Monte Fleons (2507m)

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Qualche giorno fa ammiravo questa montagna dalla cima del Monte Avanza rimanendone colpito dal verde intenso che sembrava sprigionare. Probabilmente è stato proprio il fascino che il Monte Floens aveva esercitato su di me quel giorno l’unica molla che è riuscita a mettermi in moto questa mattina. Ad inizio giornata le gambe andava solo a mezza forza, complice i chilometri fatti nei giorni scorsi ma anche il clima freddo ed umido di una mattinata coperta di nuvole.

Il mio viaggio è iniziato dalla cava di marmo risalendo il Rio Fleons ed addentrandomi nell’omonima valle dove, a quota 1360 metri, vi è il famoso orrido “Stretta di Fleons” e la presa dell’acqua minerale “Goccia di Carnia”. La Goccia è una delle poche realtà produttive della zona e prese vita dopo la grande alluvione del ’66 grazie all’intervento di un industriale Comasco, Franco Tettamanti.

Superata la presa dell’acqua ci si imbatte nella grande vallata superando via via le due casere fino al Giogo Varanis o Passo del Buon Pastore. Qui si giunge finalmente al confine con l’Austria ed alla base del Monte Fleons. Sul confine vi è  una statua in bronzo che segna il passo e, quando oggi l’ho raggiunta oggi, il tempo sembrava incerto mentre una fitta coltre di nebbia si agitava nella valle. Ero indeciso, non volevo salire senza visibilità ma il continuo cambiar del vento mi dava fiducia.

La salita corre dapprima attraverso ripidi prati e poi prosegue lungo una lunga ed esposta serie di creste che conducono fino alla cima. E’ un sentiero in molti punti attrezzato ed esposto, adeguato solo ad Escursionisti Esperti (EE) con il passo fermo e senza paura del vuoto. Se possedete questi requisiti potrete godere di una salita impegnativa ma davvero appagante!

Oggi sotto i 2200 metri tutto era avvolto dalla nebbia mentre sopra, superata quella quota, brillava un sole caldo ed un cielo azzurro.

Giunto sulla cima ho appoggiato la schiena alla croce di legno e mi sono goduto il panorama. Ho affettato un po’ di salame e mi sono completamente abbandonato al momento. Vedevo le cime in lontananza spuntare oltre le nuvole e tutto attorno una coltre bianca. Lo sguardo si perdeva all’orizzonte in ogni direzione infondendomi un benessere incredibile: una sensazione intensa e quieta al tempo stesso.

Forse vi sembrerà strano e potrete prendermi anche in giro, io per primo ve lo concedo, ma in quel momento nella mia mente si è formato un pensiero terribilmente curioso: “Sono nel palmo della mano di Dio (e non si sta affatto male!)”. Io credo che tutti quelli che raccontano o combinano sciocchezze tirando in ballo Dio non abbiano mai visto uno spettacolo simile, diversamente non avrebbero tutta quella voglia di agitarsi ma se ne starebbero buoni a godersi tanta meraviglia.

Dall’inspiegabile deriva mistica che sta prendendo questo mio scritto potete capire quanto io sia “stanco” ora mentre provo a scrivervi. Il Monte Fleons si è guadagnato un posticino nel mio cuore e questa giornata è stata davvero ben spesa.

Vi lascio con qualche foto e piano piano mi ritiro in branda. Domani mi concedo un po’ di riposo, è tempo di fare bucato e sistemare il mio “accampamento”. Se il tempo regge nel pomeriggio proverò a fare qualche foto ai caprioli che escono al pascolo prima del tramonto.

A domani!

Davide Valsecchi

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