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cresta osaLa primavera è arrivata: si ricomincia! «Birillo, ci facciamo la crestina domenica?» Simone è mio cognato ma è anche un mio amico di lunga data: istruttore di roccia è stato mio compagno nella spedizione in Pakistan di Cima-Asso e nel “Team Granata” tra i ranghi della Croce Rossa.  Purtroppo non capita spesso di andare per monti insieme: e quindi l’occasione era ghiotta!

Molliamo la macchina a “GianVacca” ed attacchiamo a salire verso il fontanino di Sambronsera. Simone tira come un “disperato” imponendo un ritmo spietato nel primo caldo primaverile. Lui, gli altri istruttori e tutti i membri del Soccorso Alpino ce l’hanno per visto questo ritmo: scendono dalla macchina e corrono come degli ossessi verso l’attacco!

Io ho sempre avuto bisogno di “carburare” alla partenza per poi iniziare a macinare con brutale costanza: cedere passivamente al loro ritmo per me significa “farsi piegare” in meno di mezz’ora.  Fortunatamente mi salvo d’esperienza:  sostenuto l’urto iniziale i mie passi tornano leggeri e senza troppo sforzo tengo botta a quella scheggia impazzita che i vecchi hanno ribattezzato “Scintilla”.

Sul sentiero però un imprevisto: ferma in mezzo al sentiero una giovane donna, sola e carina, riponeva il suo maglione nello zaino: capelli castano scuro, lisci e raccolti in una lunga coda lucente; una canottiera nera lasciava le spalle libere di mostrare grandi tatuaggi colorati sulla pelle chiara; pantaloni aderenti fino al ginocchio avvolgevano gambe lunghe ed affusolate mentre un sorriso allegro e profondi occhi marroni ci guardavano salire. Accidenti: «Ciao, buongiorno!!!»

Simone è sposato con mia sorella e padre di due bambini. Snocciola  uno striminzito “ciao” e continua, indifferente, a tirare come un treno impazzito travolgendo di slancio quel miraggio primaverile:  “Ciuf! Ciuf! Accidenti fermate il treno: questa è la mia stazione!! FERMA!!” Trascinato dagli eventi e dal destino continuo la mia corsa verso la roccia: «Perché?! Perché mi domando?! Perché quando sono in giro con quel picio di Fabrizio incontriamo solo Vecchiacci e Power Rangers Esaltati!?»

Il GPS dice che in 50 minuti scarsi abbiamo raggiunto l’attacco della Crestina GG OSA, le relazioni danno un ora e mezza per salire fin lassù. In 40 minuti potevo fidanzarmi e costruire un radioso ed accattivante futuro: dannato vizio di correre!!

Vabbè …indossiamo il caschetto, le scarpette e l’imbrago lasciando i mei fidati 30 metri di statica sul fondo dello zaino. Alla partenza si sta formando un po’ di folla ed in molti si stanno preparando a salire. «Dai Birillo che andiamo» mormora Scintilla iniziando a arrampicare. Noi procediamo slegati e con facilità superiamo una cordata che si prepara ad affrontare il primo passaggio difficile.

Simone davanti ed io dietro. Ci teniamo d’occhio ma etrambi proseguiamo in piena libertà: godendo dei solidi appigli, delle mille clessidre e maniglie maciniamo la cresta in un’oretta.

La Cresta o Crestina G.G. OSA è una via con uno sviluppo di 500 metri  che risale l’evidente  cresta rocciosa  (“fetta d’arancia”) che emerge maestosa sul versante Sud-Est del Moregallo.  Tracciata nel 1973 dal Gruppo Giovanile OSA è una classica “entry level” dell’alpinismo delle nostre parti, un itinerario ideale “per far frequentare le montagne valmadresi ad un numero sempre maggiore di alpinisti” (così recita la guida).

Sebbene il grado non sia elevato, per lo più (III) con uno o due passaggi di (IV), è tremendamente aerea e per la maggior parte del tempo si corre sul filo di uno strapiombante e vertiginoso abisso: in molti punti obbligati si superano comodamente i 60 metri di vuoto sotto il culo! Spesso paragonata alla Cresta Segantini in Grignetta è un gioiello da godere ma comunque da non sottovalutare: mi raccomando!

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Mentre arrampicavo,  sicuro sulle punte delle mie ritrovate scarpette, mi sono guardato intorno sereno. Qualsiasi sia il vostro grado, che procediate slegati o assicurati, fatelo con affetto e rispetto:  è davvero un luogo bellissimo.

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Relazione tecnica: Si sale lungo la costa destra per 35 m (III), poi si affronta un salto di 5-6 m (III+) e si sbuca su guglie malsicure ma comode. Si attraversa quindi su facili detriti, si raggiunge a sinistra il filo logico della cresta e si prosegue per circa 60 m (III, II). Si sale poi in spaccata fra una piccola torre e gli ultimi metri della parete sottostante e si affronta il passaggio sulla Destra (IV). Dopo questo tratto sempre sulla cresta, si giunge in prossimità di un camino, lo si supera (III) e si continua per spuntoni di roccia, che, facoltativamente, si superano, oppure si può restare per il ripido prato. Si raggiunge così una guglia formata dalla conformazione della cresta stessa, ci si abbassa e si prende il passaggio dalla paretina (III); si prosegue sul prato e, per filo logico della cresta, su rocce rotte, si giunge in vetta.

Protezioni veloci e cordini per le molte clessidre presenti. In tutta la via è attrezzata una sola sosta ad anelli, poco prima della metà. Terreno abbastanza facile ma nessuna protezione in loco. Roccia da buona a spesso ottima, molto manigliata e porosa.

Nota: la via finisce dove vi è il paletto metallico con l’anello. Volendo si può procedere arrampicando anche oltre su di un torrione roccioso che porta al caratteristico “ponte di roccia”, uno stretto e aereo passaggio che conduce alla cima. Di tutta la via quello è il solo passaggio dove la roccia, anziché essere solida e compatta come fino a quel punto, diventa friabile e pericolosamente cedevole. Al momento la roccia è gialla tanto è ancora zuppa d’acqua e marcia. Conviene evitare quel passaggio  o per lo meno aspettare che asciughi e che la parti più grosse vengano a basso (…alla peggio il ponte visitatelo al contrario dalla cima!).

Partiti alle sette e mezza da Scarenna eravamo di ritorno per le dodici e mezza: provate ad immaginare perché sono riuscito a scattare solo quattro foto in tutta la giornata!! 😉

Davide Valsecchi

(Grazie Simone per il giro insieme! Alla Prossima!) 

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crestina osa

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