Alba alla Falesia del Tramonto

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Venerdì Mattia aveva il turno del pomeriggio e così, contrariamente al nostro costume, abbiamo deciso di trascurare i Corni di Canzo e di avventurarci in falesia. Spinti dalla curiosità abbiamo raggiunto l’eremo di San Salvatore addentrandoci nella Riserva Naturale della Valle Bova e nei territori del falco pellegrino.

In diversi momenti dell’anno l’area è infatti spesso interdetta a tutela dal periodo di nidificazione del suddetto pennuto: non si può arrampicare né si può accedere alle aree speleologiche (tra cui spicca il Buco del Piombo) ed in generale è necessario prestare la massima attenzione ai rumori.

Tutto questo non aiuta “Joe Falchetto” ad essere particolarmente simpatico ai più, anzi, lo rende la mascotte e l’oggetto della maggior parte degli sfottò in parete. Inoltre tutta questa storia lascia qualche perplessità. Nel 2007 nella valle del Bova si sono svolti i campionati mondiali di trial mentre oggi, a due passi da un ambiente fortemente antropizzato, si deve bisbigliare in silenzio per non disturbare l’accoppiamento del povero “uccello imbranato”: direi che tutto questo non-sense è tipicamente italiano, purtroppo…

Tuttavia nella falesia, normalmente uno spiacevole posto affollato di chiassosi super-eroi imbastiti di magnesite, si respira una quiete ed un silenzio davvero apprezzabile: l’unico a fare casino era un capriolo in amore che con insistenza cercava di farsi pubblicità abbaiando con forza nel bosco.

Nella zona ci sono due siti d’arrampicata: la storica Falesia del Sasso d’Erba e la più recente Falesia del Tramonto. Quest’ultima è dove approdiamo più o meno alle otto e mezza del mattino.

Nessuno di noi era mai stato ad arrampicare da queste parti e per approcciarci alla roccia abbiamo scelto una prima via facile e di grado basso:  la via PIPPO(4c) nel settore classico, 15 metri di  fessura e placca a tacche.

Le vie sono ben attrezzate e la roccia è appigliata, solida e gradevole. Al di sopra delle pareti vi è il bosco e questo fa sì che qua e là si accumuli della terra caduta dall’alto: niente di preoccupante.

La nostra seconda via è stata IL CIELO STELLATO, nel settore Solarium. Una via a due tiri che può è essere frazionata anche a tre: la prima sosta che si incontra, alla base del primo passaggio aggettante, è usata per calarsi in doppia dall’alto con corde da 60. Il primo tiro ha un bel passaggio di 5c mentre il secondo avanza in un diedro definito di 5a che però non appare particolarmente difficile.

Il panorama che appare dalla sosta finale mostra il Buco del Piombo in tutta la sua magnificenza, uno dei pochi scorci non offuscati dalla vegetazione. Da lassù è possibile calarsi con due doppie fino alla base o raggiungere (sempre dopo una calata) una corda metallica fissa che conduce ad altre vie: noi, in esplorazione, siamo ridiscesi alla base della parete.

Avendo ancora un po’ di tempo a nostra disposizione abbiamo attaccato un ultimo monotiro: LA FIERA DELLE ILLUSIONI (6a+). Mattia, che ormai è abituato a protezioni lunghissime, ha letteralmente perso di vista la metà degli ancoraggi a protezione del passaggio difficile. Questo ha fatto sì che quando è toccato a me, anche volendo, non c’era nulla da potere tirare!!!

Alle 10 e mezza avevamo finito e, zaini in spalla, ci affrettavamo a rientrare di corsa: toccata e fuga! Ad essere onesto la mattinata è stata davvero gradevole e sono stato soddisfatto della qualità della mia arrampicata (solitamente lotto per sopravvivere!!)

«Ora capisco cosa intendono per arrampicata rilassante» scherzavo con Mattia «Non farci troppo l’abitudine alle chiodature corte o quando torniamo ai Corni mi vai in crisi!» mi ha risposto lui ghignando.

Devo anche ringraziare il falco pellegrino: «Grazie Joe, alla fine hai reso quel posto davvero speciale: dacci dentro con Miss Falchetta!!» Un ringraziamento, dovuto e doveroso, anche agli appassionati che hanno dato vita alla falesia e che tutt’oggi provvedono alla sua manutenzione (Saverio De Toffol e Roberto Lainati).

Davide “Birillo” Valsecchi
LarioClimb: Falesia del Tramonto

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