Un Eroe Indigeno

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«La mia giornata vissuta in Grigna? Parto, senza un’idea chiara, comincio a girare e mi lascio andare alla libertà di dire “bon, arrivo al colle Valsecchi, sento la voglia che ho: vado di qua o di là?” Aspetto in quel momento, arrivo e dico “Cazzo, c’ho voglia di andare di là!”. Allora via di là: e quello è un piacere!

Quando sento che ho bisogno di respirare, di stare in montagna, proprio di assaporare la montagna, anche se sono a casa mia fra le Grigne, mi piace salire in Grignetta. Quello dipende il sentiero va più o meno, magari salgo dal Canal Porta e magari un’arrampicata sui Maniaghi veloce, scendo verso il buco di Grigna e vado là verso l’Elisa, la ferrata dei Carbonari, tocco il Grignone e vengo a casa. Ecco, quello son qualche ora di montagna a casa mia.


Nonostante la frequentazione sia forse un po’ rallentata rispetto a qualche anno fa, tra mille impegni, vengo un po’ meno fra le Grigne ma, questo venir meno fra le Grigne, forse dall’altra parte è inversamente proporzionale alla voglia ed al senso di appartenenza con queste montagne. Poi ancora adesso, a quarant’anni, quando le poche volte o tante che siano – dipende, è tutto relativo – riesco ancora, sempre, a trovare dei nuovi angoli, nuovi scorci, dei nuovi posticini che forse non avevo ancora mai frequentato. Questo è bello perché ti fa capire che ce né, c’è dietro un mondo dietro a questo microcosmo. Un mondo grandissimo.


Sarebbe bello avere tutto il tempo per noi, nel nostro egoismo, di poter fare. Ho provato una volta nella vita, tanto fa, avevo 24 o 25 anni, che avevo voglia di prendermi il mio tempo senza però dover dipendere da nessuno ed allora – cosa ho fatto? – sono andato a fare il pastore in svizzera per racimolare qualche soldo per poi sentirmi apposto di poter essere libero.


Ho visto che andavo in montagna più quando lavoravo di quando poi avevo più tempo. Mi svegliavo alla mattina e dicevo “Cià che vado, faccio”. Poi però “Vabbè, tanto posso andarci anche domani” e quel giorno andavo a fare un’altra cosa, in bicicletta o magari neanche, stavo in giro. Non mi ricordo neanche più come riempivo il tempo ed ogni tanto mi fermavo e mi dicevo “Ma hai sognato per tanto tempo di avere i tuoi momenti di libertà per essere in giro in montagna ed adesso sei qua e non in giro in montagna? Ma scusa?” Ed ho capito che non potrò mai essere veramente un professionista, perché ascolto le sensazioni.»

Non sapevo cosa fare, non sapevo cosa scrivere. Quindi mi sono limitato a trascrivere le sue parole riscoprendo, ancora una volta, il grande esempio che è per molti di noi. «Per chi ha voglia di scoprire ce n’è ancora, c’è ancora terreno d’avventura: è poi si sta da dio in questi posti qua! Saremo un po’ di parte, perché è casa nostra, ma non mi stanco mai di venirci in questi posti.» Grazie Butch.

Davide “Birillo” Valsecchi

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