Il Signore delle Piogge

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Africa, 1980. Gli attori sono Pierino Gamba, Gianluigi Fascini, Roberto Fiazza, Camillo Monzani. Il regista è Luigino Airoldi. La meta viene scelta quasi per caso tra le tante possibili: il Ruwenzori. Si tratta di una delle tre catene montuose dell’intero continete africano che presentano in cima la neve perenne. le altre due sono il Kilimanjaro ed il kenya. Luigino le conosce tutte e tre e proprio per questo è pronto a qualsiasi salita, come di consueto del resto!

Questa grande montagna is trova tra l’Uganda e la Repubblica democratica del Congo. Cento e nove metri sopra il limite dei cinquemila: un luogo immerso nel cielo, sotto il quale il grande continente si estende sterminato fino agli oceani. La catena del Ruwenzori, il “Signore delle piogge”, corre per centoventi chilometri ed è larga sessantacinque. E’ suddivisa in sei gruppi principali e specificatamente i monti Baker, Emin, Gessi, Luigi di Savoia, Speke e Stanley. Quest’ultimo, più imponente e maestoso, comprende una serie di vette, e la più elevata e nota tra esse è il Pic Margherita.

Il primo europeo a visitare il massiccio in questione fu il britannico Henry Morton Stanley. La sommità fu raggiunta però per la prima volta dal Duca degli Abruzzi, nel 1906, dopo le sue conquiste in Alaska e nell’Artico.Egli fu uno dei più grandi uomini e simboli per gli esploratori di tutto il mondo. Non a caso la cima appena conquistata fu dedicata alla regina a cui Luigi Amedeo era estremamente legato.

Quest’area è estremamente magnetica per chi ama l’avventura, perché per accedervi è necessario affrontare la foresta e adattarsi ad un ambiente estremamente selvaggio, fino ad ascendere per migliaia di metri sui ghiacciai e le rupi. Quale migliore paradiso per un equipe di scalatori?

Questo è un breve passaggio tratto dal libro “Inseguendo la Brezza” di Christian Roccati, un libro interamente dedicato ai racconti, alle avventure ed ai viaggi di Luigino Airoldi.

In queste breve righe si condensano l’Africa, il Congo, le “Montagne della Luna”, ed una serie di esploratori leggendari che vanno da Stanley, a Speke, al “Duca” ed al grandissimo Luigino.

In questi giorni sto “uscendo” poco in  montagna. Forse è il tempo incerto, forse sono gli stimoli che mancano. Forse è il contrappasso (o il premio) per quanto si è riuscito a fare in questi mesi. Semplicemente mi affosso sul divano, Bruna mi si accoccola accanto, e sprofondo in qualche libro o in qualche sogno.

Sono di nuovo “alla fonda”: fin che dura godiamocela…

Davide “Birillo” Valsecchi

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