Attenti a quei Due: relazione via

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Renzo e Giorgio

La via “Attenti a quei Due”, sul versante Ovest del Corno Occidentale, è stata aperta nel 2013 da Renzo Zappa, 68 anni, ex presidente nonché attuale segretario del Cai di Asso, e Giorgio Farina, 67 anni, membro del Soccorso alpino e socio del Cai di Canzo.

L’attacco della via è a sinistra della via Mary, 50 metri circa della Ferrata del Venticinquennale, sul lato sinistro del piccola valletta al di là dello spigolo Mary. Il primo tiro, vi è anello di sosta alla partenza, raggiunge un evidente nicchia scura al centro del canale all’interno della quale è possibile vedere, anche dal basso, la catena della prima sosta. Il tiro non ha passaggi obbligati ed attraversa roccette non particolarmente difficili nel grado ma particolarmente insidiose perchè spesso instabili. Gli apritori hanno tenuto una linea logica sulla destra tracciando un percorso di IV che risale fino alla sosta (due chiodi lungo il tiro).  Spostandosi più sulla sinistra la difficoltà tecnica si abbassa ma anche la qualità della roccia.

Giunti alla prima sosta si può finalmente arrampicare su roccia di qualità ottima. Dalla sosta si rimonta verso destra scavalcando un passaggio piuttosto aggettante, il passaggio è ben protetto e nasconde oltre lo spigolo ottime prese con cui affrontare il passo. Continuando verso destra ci si sposta su un placca, a tratti appoggiata, seguendo la linea degli spit e della fessura che risale poi verticale verso la sosta successiva, anch’essa a spit.

Il terzo tiro rappresenta il passaggio chiave e più d’interesse della via. Si affronta una verticaleggiante placca impreziosita da piccole tacche e dai caratteristici graspolini a goccia. Il passaggio, giudicato 6b, è ottimamente protetto a spit tanto da permetterne il passaggio anche in artificiale. Gli apritori, che hanno aperto dal basso usando mazzetta e pianta spit, avevano entrambi oltre 60 anni è hanno affrontato il passaggio con staffe e cliff.

Mattia Ricci, insieme a Serena Butti, è stato il primo ripetitore ed ha superato in arrampicata libera il passaggio. La placca spesso è percorsa da una nera colata d’acqua visibile anche dall’attacco. La prima ripetizione invernale (con tanto di scarponi) è di Mattia Ricci e Davide Valsecchi. I due rimarcano che in condizioni di bagnato la placca è facilmente azzerabile mentre risulta più insidioso (e non azzerabile) il breve passaggio successivo che porta all’uscita del tiro ed alla sosta. Quel punto, oltre la placca, è quello che spesso ha respinto alcuni dei ripetitori. In buone condizioni il tiro è estremamente bello, godibile e ben protetto.

Dalla terza sosta si punta uno corto diedro risalendolo da sinistra a destra: in questo tiro è sopratutto la qualità della roccia la difficoltà maggiore (4b). Piegando invece a destra si attacca la variante SEM (Serena e Mattia *) che in due tiri, uno particolarmente impegnativo, si ricongiunge alla via originale all’altezza della sua quarta sosta.

Da qui, attraverso tratti di prato e roccette si guadagna finalmente la cresta e la fine della via. E’ importante non sottovalutare quest’ultimo tratto.

La via alterna roccia eccellente a tratti infidi, laddove la difficoltà tecnica si fa significativa si può contare su protezioni ottime e sulla possibilità di azzerare. Laddove la roccia è “facile” spesso è “traditrice” e per tanto si consiglia di proteggere integrando.

In particolare, data la possibilità di caduta sassi, si raccomanda la massima attenzione soprattutto nei riguardi di coloro che, spesso ignari, affrontano la ferrata nei tratti sottostanti.

(*) Variante SEM (Serena e Mattia) – Aperta dal basso nel 2013 da Mattia Ricci e Serena Butti.

  • Il primo tiro della variante punta la base del risalto di roccia a desta del diedro (4a)
  • Il secondo tiro segue l’esile fessura a sinistra della sosta, vinto il primo ostico passo in leggero strapiombo protetto a Fix. Continua andando leggermente  a SX verso lo spigolo per poi traversare verso DX e quindi raggiunge il terrazzino della sosta e la via originale (A0/6c – 5c obbl.)

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