Una luce anche ai Corni

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La sera del 23 Dicembre le montagne, come da tradizione, si illuminano. Cornizzolo, Monte Rai, Palanzone, Monte Megna, Moregallo, Corno Rat: tutte brillano nella luce delle fiaccole o delle torce elettriche. Tuttavia, ogni anno, tra queste queste montagne vi è zona buia, una densa ombra nera il cui profilo svetta nel riflesso delle stelle: i Corni di Canzo.

Diversamente dalle altre montagne i Corni sono decisamente meno docili e “popolari” di notte: in buona misura è la loro stessa natura, il loro carattere severo, a confinarli nell’oscurità. Salire sulla cima dei Corni con il buio ed in inverno non è affare semplice, sicuramente non adatto alle centinaia di persone che si accalcano serene e festose sui grandi prati del Cornizzolo.

Tuttavia quella zona buia andava riempita, quel vuoto andava colmato: visto che i Corni sono le mie montagne toccava a me darmi da fare. Così, la sera del 23, insieme a mio fratello Kekko e a Simone siamo partiti da Oneda alla volta di Pianezzo con l’obbiettivo di illuminare anche il Corno Occidentale.

Visto che la neve ancora non si è fatta vedere era assolutamente impossibile usare le torce a fiamma. Il corno si eleva al di sopra di boschi ormai secchi, pieni di rovi e sterpaglie. Il pericolo che qualcosa andasse storto e che si “illuminasse” più del dovuto era qualcosa da scongiurare.

Per questo motivo nello zaino avevo una pesantissima batteria da 12 kili a cui intendevamo attaccare un grosso faro di fattura “artigianale”. Non eravamo certi dell’effetto ma volevamo comunque tentare l’esperimento. Trasportare la batteria si è rivelato un mezzo calvario a cui ci siamo pazientemente alternati tutti e tre.

Giunti al “caminetto” si deve risalire per una trentina di metri uno stretto passaggio di roccia abbastanza verticale di II° grado. A tratti un po’ esposto non è un passaggio particolarmente difficile sebbene al buio non sia assolutamente da sottovalutare: per Kekko quella era la sua prima volta in notturna sul corno!

Quando siamo arrivati alla croce anche tutte le altre fiaccolate stavano giungendo alla propria vetta. Dopo aver trafficato con i cavi anche la cima dei Corni ha iniziato a risplendere!

Nonostante il vento il mio cellulare ha cominciato a suonare. Mattia dal monte Rai: “Hey Birillo, vi vedo! Auguri!!” Renzo e Paolo da Megna: ”Vi vediamo, fate un sacco di luce! Auguri!” Mav dal Palanzone: ”Hey capitano! Anche da qui ti si vede!” Alle nostre spalle la ghirlanda di luce lungo la cresta Osa degli amici di Valmadrera e più sotto le luci all’uscita della ferrata del Corno Rat accese degli amici del Soccorso Alpino.

Eravamo solo in tre ma avevamo portato la luce ai Corni e su tutte le montagne circostanti avevamo amici che agitavano la propria luce per salutarci. Sì, credo non ci fosse modo migliore per colmare il vuoto, per illuminare il buio. Tanti auguri a tutti voi, amici miei!

Davide “Birillo” Valsecchi

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