La progenie del Tasso

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«Comandante! Dove sei?» La risposta era abbastanza semplice: mi ero appena immerso nella vasca da bagno lasciando che l’acqua calda rimediasse al freddo inflitto dal vento. Ero stato due giorni in Svizzera e, lontano da tutto, avevo lasciato che i ragazzi si organizzassero da soli. «Accidenti, ma un povero vecchio non può fare il bagno in pace? Okay, dammi dieci minuti!» Ho appoggiato il telefono e chiuso gli occhi un istante.

Da lì a breve il rombo di una moto che parcheggia: sull’uscio di casa appare Mav, il vichingo della squadra. La porta si apre, si oscura e si chiude. Poi una colossale manata mi cala sulle spalle prima di chiudersi in un solido abbraccio. Accendo il gas sotto la caffettiera ed ascolto il “rapporto dal fronte”.

Qualche settimana fa Mav e Alberto avevano tentato di salire in Grignetta lungo la cresta Singallia, tuttavia il vento li aveva presi letteralmente a calci costringendoli ad una solerte ritirata. Senza darsi per vinti avevano riprovato quella mattina attaccando la cresta prima del sorgere del sole. Alla fine non solo erano riusciti a salire fino in vetta ma avevano potuto godere di una straordinaria alba. «Birillo, io colori erano davvero incredibili!»

Mentre loro due erano in Grignetta Andrea, Marzio e Antonio attaccavano il Resegone risalendo lungo il canalone Comera. Ancora non avevamo loro notizie e, finito il nostro caffè, abbiamo cominciato a chiamarli al telefono. Finalmente, sulla via del ritorno, ci hanno risposto «Sì, sì! Tutto bene! Un sacco di neve ma nessun problema!»

Anche Boris era rientrato dalla Val Biandino e Claudia aveva concluso la sua scialpinistica in val Tartano. Il sole tramontava e tutte le squadre dei “Badgers” erano rientrate alla tana.

La prima volta che ho letto Emma Goldman non era in un libro. Avevo sedici anni, camminavo vicino al confine del Nevada. La citazione era stata dipinta in rosso su un muro. Quando ho letto quelle parole è stato come se qualcuno le avesse strappate dall’interno della mia testa.

«Anarchia significa in realtà la liberazione della mente umana dal controllo della religione; la liberazione del corpo umano dal controllo della proprietà: la liberazione dalle catene e dalle restrizioni del governo. Significa un ordine sociale basato sulla libera associazione degli individui.»

Il concetto era puro, semplice, vero. E mi ha ispirato. Accese un fuoco ribelle, ma alla fine anche io ho imparato la lezione che Goldman, Proudhom e gli altri hanno imparato. Che la vera libertà richiede sacrificio e dolore. La maggior parte degli esseri umani pensano di volere la libertà, in realtà ciò che bramano è la schiavitù di un ordine sociale, leggi rigide, materialismo. L’unica libertà  che un uomo vuole davvero è la libertà di stare comodo.

Forse è per questo che tra le montagne inseguiamo fatiche e sofferenze che sembrano autoimposte. Forse è solo questo che ci rende davvero liberi mentre siamo immersi in una tinozza d’acqua calda ed il resto della squadra è tornata alle baracche.

Davide “Birillo” Valsecchi

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