Alla Rocca di Baiedo

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«Dò ure per vèd quater plòch» Dormo con una bergamasca ed arrampico con un milanese. Non ho idea di come questo possa essere accaduto ma l’aspetto forse più imbarazzante della faccenda è quanto questo mi renda felice. Forse è anche per questo che abbiamo deciso di andare in “gita” nientemeno che in Valsassina.

Personaggi ed interpreti: Bruna, Boris, Ivan, Monica, Paolo e Patrizia: una ragazza con cui Ivan ha stretto amizia sul treno e  che ha trascinato, completamente ignara, nel mondo dell’arrampicata. Ambientazione: Rocca di Baiedo, sulle orme di Don Agostino Butturini e dei giovani Condor.

La giornata è di assoluto svago e relax. Ivan mostra a Patty i primi movimenti mentre Paolo la assicura. Monica e Bruna chiacchierano allegre ed io, con l’aiuto di Boris, curioso tra le linee della Rocca. «Biriz!» mi urla Ivan in libera a metà parete «Se oggi siamo fortunati passa il Don e te lo presento!!».

Don Agostino è davvero una figura incredibile ed Ivan si illumina ogni volta che ne parla «Vedi, Biriz, tutti guardavano la trasformazione che avveniva in Val di Mello, ma in quello stesso periodo Don Agostino, accompagnato da ragazzini di dodici anni, faceva delle salite assolutamente P-A-Z-Z-E-S-C-H-E!! Allora furono in pochi a capirlo e oggi sono in pochi a ricordarlo. Don Agostino è una persona assolutamente straodinaria». Io non ero mai stato alla Rocca e tutto sommato sono contento che la mia “prima volta” sia stata con Ivan. La Rocca è uno di quei luoghi che vengono ingiustamente sottovalutati e che richiedono un adeguata sensibilità perchè se ne possa cogliere tanto la storia quanto la bellezza.

«Guardalo Bruna: è come un orsacchiotto che arrampica, ma un orsacchiotto delicato. Mi piace come sale tranquillo ed attento!» A suo modo Ivan mi fa uno dei più bei complimenti io abbia mai ricevuto e piano piano, “palpeggiando” la roccia, continuo la mia salita.

-Similitudini ed abissali differenze-

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«Guero! Dove stai andando senza corda!?» «No, no. Monica. Arrivo solo fino a lì…». Monica Mazzucchi ed Ivan Guerini: solo incontrandoli insieme si può davvero capire “Il segreto della Valle”. E poi, diciamocelo, potete essere fighi ad arrampicare quanto volete, ma non sarete mai fighi come Monica mentre assicura Ivan con un mezzo barcaiolo ed un sorriso.

Ivan si inventa qualche nuovo passaggio ostioso. Paolo diligentemente tiene botta e passa. Birillo, da bravo orsacchiotto, sceglie l’opzione “arborea” barando come meglio può.

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«Vedi Patrizia, per imparare si può arrampicare senza corda sui sassi» Il piccolo tetto di una grossa roccia alla base della parete diventa il nostro nuovo campo di gioco. Patrizia, divertita, continua a salire e scendere. «E’ divertente! Ma non esisteva un gruppo di arrampicatori chiamato appunto i “sassisti”?”» Per Patrizia questo è il primo giorno d’arrampicata, il primo giorno in un mondo assolutamente sconosciuto: Ivan le risponde con un sorriso sereno e, quatto quatto, continua ad inseguire divertito una lucertola che lo precede sulla roccia verticale. Io osservo la scena divertito: “Se la mia poesia cerca di arrivare a qualcosa, è liberare la gente dai modi limitati in cui vede e sente (Jim Morrison)”

Dismessi gli imbraghi e le scarpette ci infiliamo in birreria dove i boccali iniziano ad ammassarsi insieme ai racconti. «Mia madre faceva l’infermiera ed uno dei suoi assistiti era Arnoldo Mondadori, a cui faceva faceva le iniezioni. Un giorno, proprio con l’aiuto del signor Mondadori, mia madre decise di farmi una sorpresa. All’epoca io ero un ragazzino e facevo il tempo pieno a scuola, ma quel giorno mi mandarono a chiamare perchè tornassi a casa per pranzo. Quando entrai in cucina trovai seduti a tavola mia madre e Walter Bonatti! Trascorsi il pomeriggio parlando con lui di Pigmei, di viaggi e di montagna! Potete immaginare per un bambino come ero io allora che cosa straordinaria fosse! Poi, negli anni, ci siamo incontrati spesso in montagna ma è così che ho conosciuto uno degli esploratori e degli arrampicatori più importanti di sempre!».

Io già conoscevo la storia ma la faccia di Boris, mentre con la bocca aperta regge il boccale di birra, è assolutamente impagabile. «Non mi era mai capitato di ascoltare un mio mito raccontare come abbia incontrato un altro mio mito, che a sua volta è un suo mito!» Mi sei mancato Boris!

Una giornata magnifica, sotto ogni punto di vista.

“Oggi tutti parlano di avventura. Avventura è una parola presente ormai in ogni discorso. Effettivamente le si attribuiscono troppi significati, spesso perdendo di vista quello vero.” Walter Bonatti.

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