Amazzonia e grandine

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Io e Mattia volevamo arrampicare in Grignetta ma le webcam del Brioschi e di Barzio mostravano come la pioggia fosse già arrivata. Anche il MeteoRadar confermava il movimento della perturbazione. Così abbiamo deciso di ripiegare verso la Falesia del Tramonto sperando che la pioggia non si incuneasse nel Triangolo Lariano.

Il cielo sembrava dare ragione alla nostra scelta e così siamo saliti fino alla base della parete. Quando stiamo per infilare gli imbraghi sentiamo in lontananza il primo tuono. Attendiamo qualche istante e la valle si riempie di un suono nuovo. «Ma questo è il rumore del fiume?» Vi è mai capitato di ascoltare la pioggia mentre avanza? «No, non è il fiume! Arriva!!» Il rumore cresce e si avvicina, all’improvviso siamo investiti dallo spostamento d’aria fredda e qualche istante dopo dalle prime gocce d’acqua sempre più fitte.

«Cosa facciamo? Ritirata?» Infiliamo in fretta il materiale negli zaini. «Ormai la prendiamo tutta comunque. Tanto vale andare a dare un occhiata alle pareti attorno al Buco del Piombo.» Scendiamo dritti verso valle attraversando il bosco. Il temporale ci investe in pieno. Il cielo ruggisce e l’acqua pare invadere l’aria in ogni direzione rimbalzando su ogni cosa. La grandine si fa strada tra i rami e ci bersaglia mentre avanziamo tra le sterpaglie. Nel giro di pochi minuti tutto è sottosopra: la forza della natura è straordinaria!

Il terreno si trasforma in fango ed ormai fradici avanziamo tra mille scivoloni.Poi parto, nel senso letterale del termine! Per cinque o sei metri scivolo nel fango verso il basso come uno dei Goonies. Cerco di restare morbido attutendo gli urti e finalmente trovo una pianta a cui aggrapparmi: «Mattia, credo di aver preso una scorciatoia: ho anche trovato il sentiero!».

Il temporale non accenna a diminuire ma sul sentiero è più facile tenergli testa: tutto attorno a noi si sono formate cascate e piccoli torrenti. Provo a scattare qualche foto ma la pioggia è ancora troppo forte perchè il mio obiettivo non anneghi.

Raggiungiamo la passerella metallica che porta all’orrido della Val Bova. «Diamo un occhiata». Risaliamo fino alla forra dove tre torrenti si incontrano alla base delle cascate. Sta piovendo da meno di 20 minuti ma la forza dell’acqua nella forra è assolutamente spaventosa: «Davvero una brutta storia farsi sorprendere là dentro dal temporale!» Provo a scattare qualche foto ma sembra di dipingere con gli acquerelli annaquati. «Faccio un video, vediamo cosa ne esce…»

Lasciamo la forra è risaliamo sull’altro lato della valle esplorando le pareti. Finalmente la pioggia si acquieta e riusciamo a vedere i muri e le cascate che ci sovrastano. Mattia si ingarella e pur di raggiungere l’attacco delle pareti rimonta pittoresche cascate invase dal muschio. «Abbiamo l’Amazzonia dietro casa e nessuno lo sà!».

Per un paio d’ore vaghiamo curiosando nella boscaglia. Poi finalmente esce il sole. Fradici e coperti di fango iniziamo il nostro viaggio di ritorno. La pioggia ci ha impedito di arrampicare in Grignetta ma ci ha regalato una fantastica avventura domestica: grazie!

Davide “Birillo” Valsecchi

Nb: io e Mattia siamo una “squadra” affiatata, con molta esperienza in differenti ambienti “ostili”. Questo ci permette di affrontare stravaganze come questo “giretto”. Tuttavia se il temporale vi sorprende nella Val Bova, ascoltate un cretino, mettete la coda tra le gambe e spazzatevi via in fretta. Ipse Dixit…

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