Vibram Five Fingers: test01

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Io e Bruna eravamo diretti al TrueBeer ma, lungo la strada, ci siamo fermati al Taurus di Erba. Avevamo un po’ di tempo e ne abbiamo approfittato per passare a salutare il Tino ed Alberto. Come al solito mi sono messo a fare cagnara nel reparto montagna curiosando con Alberto tra i materiali nuovi. Stavo cercando, senza troppa convinzione in realtà, qualcosa che fosse una via di mezzo tra una scarpa da trekking ed una scarpetta da arrampicata, qualcosa che andasse bene tra prati e roccia. Poi Bruna è apparsa con in mano un paio di FiveFingers della Vibram: ”Prova queste!”

Le five fingers sono calzature davvero curiose: uniscono le caratteristiche di un sandalo a quelle di una paio di guanti per i piedi. In pratica sono delle scarpe con le dita! Assolutamente fuori contesto quelle strane scarpe hanno catturato la mia attenzione. Quasi per gioco abbiamo cercato il numero adatto e, dopo qualche difficoltà nel calzarle, ho cominciato a fare lo stupido arrampicando tra gli scaffali del magazzino.

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Ero praticamente a piedi nudi ma i tre millimetri di suola erano sufficienti a proteggere i miei movimenti. La sensazione generale era tanto incredibile che senza indugio ho cominciato a contrattare: “Albi, fammi un buon prezzo e questa stramberia la porto a casa!” Bruna era un po’ imbronciata uscendo dal negozio: “Non credevo le avresti comprate. Te le avevo mostrate perchè le volevo io!” L’idea di andare in giro insieme con quelle strane scarpe mi divertiva, ho provato a rientrare e comprarne un’atro paio ma non c’è stato verso: le donne sono fatte così!!

Ovviamente le ho indossate da subito facendone bella mostra in birreria, saltellando leggero tra l’interesse e gli sfotto dei presenti. Tuttavia quelle scarpe con me avevano vinto facile. In primo luogo, avendo praticato per tanti anni Judo e Karate, camminare scalzi è qualcosa di assolutamente familiare: proteggere le dita, sfruttare le ginocchia e la postura del baricentro. Quelle scarpette con le dita avevano instintivamente svegliato la mia memoria corporea.  

Inoltre sono Vibram, un’altro dettaglio non trascurabile. Già, perchè sebbene ora sia americana l’azienda fu fondata da Vitale Bramani, l’ideatore del famoso “carrarmato”, la suola che rivoluzionò gli scarponi e forse anche l’alpinismo. Lo stesso Vitale Bramani che fu allievo e cognato di Eugenio Fasana, Maestro d’avventura e d’arrampicata tanto per i Corni di Canzo quanto per le più famose Grigne. “Mio papà si preoccupava troppo quando arrampicavamo insieme, per questo andavo sempre con lo zio Vitale”. Questo è quello che mi ha raccontato Colombina, una delle due figlie di Fasana, quando ci siamo incontrati tempo fa. Bramani e Fasana sono per me familiari  quanto il camminare a piedi nudi.

Se gli “ammericani”, usando il nome di Vitale Bramani, hanno inventato qualcosa di nuovo ed innovativo per permettere ai fighetti trendy di fare jogging in Central Park mi è sembrato doveroso mettere alla prova quest’idea nell’ambiente che più si addice al nome di Bramani: le sue montagne.

Voglio essere chiaro: le mie fivefingers non sono un paio di scarpe, sono un avventura. Sono quasi sicuro che i miei “test” non faranno affatto piacere agli americani e che si spingeranno davvero oltre “l’uso consigliato” di queste calzature. Tuttavia hanno acceso in me uno stimolo davvero imprevisto: cosa è possibile fare a piedi nudi?

Dopo i primi giorni, in cui per lo più le ho usate in casa ed in giardino, ho deciso di fare una prima prova in ambiente. Il mio ambiente. Così, accompagnato da Bruna, siamo andati a Lecco attaccando il sentiero Piero Pensa ai Pizzetti che risale al rifugio Piazza. Quasi settecento metri di dislivello su un tracciato esposto sul lago con difficoltà EEA: se dovevamo fare un test tanto valeva farlo seriamente…

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“Vis pacem para bellum”: appese allo zaino avevo un paio di scarpe d’emergenza pronte all’uso ma ero abbastanza sicuro di non averne bisogno. Mentre io ero praticamente a piedi nudi, Bruna indossava un paio di solidi e pesanti Ladakh della Scarpa (Io con quegli scarponi ho fatto di tutto). “Non ho sensibilità sulla roccia con queste scarpe!” Si lamentava. “Devi farci l’abitudine ed imparare ad usarli: se andiamo a fare qualcosa di impegnativo sono quelle le scarpe che servono”. In pratica entrambi stavamo facendo esperimenti specularmente opposti!

Le FiveFingers? Per poter usare le FiveFingers serve davvero fare pratica, è necessario concentrarsi in ogni passo, in ogni appoggio. Ascoltare il piedi e comprendere come il cambio d’assetto richieda modifiche al proprio modo di muoversi. Una volta compresa ed accettata questa criticità iniziale camminare diventa un gioco ed una riscoperta.

Scordatevi il tallone o il modo istintivo in cui sfruttiamo la rigidità della parte centrale della suola. Con le FiveFingers si lavora di dita, ci si muove veloci e precisi lavorando di caviglie e gestendo il peso sulle ginocchia mantenendo il barricentro in equilibrio costante. I piedi “toccano” il terreno ma il peso del corpo “galleggia” in un equilibrio dinamico. Una sensazione straordinaria, ma nel Karate ho impiegato anni a svincolare spalle, bacino e gambe durante un “passo”: mettetevi in testa che serve pazienza, serve ascoltare il proprio corpo e comprendere quanto “male” utilizziamo normalmente i nostri piedi.

Le aperità del terreno si sentono ma non provocano dolore, anzi questa sensibilità aggiuntiva compensa la necessità di precisione che il differente appoggio richiede. I muscoli delle gambe sono stimolati in modo diverso ed è richiesta concentrazione per usarli in modo corretto senza forzarli o stressarli. Camminare a piedi nudi richiede soprattutto uno sforzo mentale perchè gran parte dei normali automatismi diventano inefficaci. Si è costretti ad esplorare un movimento solo apparentemente semplice, forse dimenticato e sopito, ma assolutamente naturale ed istintivo: una faccenda assolutamente eccitante!!

Instintivamente si alza il ritmo, come un ninja ci ritrova a compiere una quantità enorme di piccoli e rapidi passi. Durante la salita sul sentiero dei Pizzetti avevamo incontrato solo due ragazzi, scendendo invece verso Rancio dalla chiesetta di San Martino il percorso era decisamente più affollato. Durante la discesa eravamo inevitabilmente più veloci degli altri escursionisti ed inevitabilmente osservavo le loro scarpe ed il modo in cui camminavano: lenti e pesanti, il loro corpo sprofondava in ogni passo. Nonostante i miei 83kg ero invece un “frullino”, una straordinaria sensazione di leggerezza e controllo: la quantità di movimento che generavo mi permetteva di controllare e modificare la mia direzione a piacimento in qualunque istante. Potere nudo!

Abbiamo incontrato anche un “runner” che correndo in discesa e sfruttando falcate più lunghe ci ha facilmente superato. Tuttavia questo mi ha permesso di confrontare i nostri due movimenti. Lui molleggiava, quasi rimbalzava sul terreno imprimendovi la propria spinta. Tutto il suo corpo doveva adattarsi a quel movimento, a quegli impatti che lo coinvolgevano completamente. Io invece galleggiavo a schiena dritta: mi sentivo una specie di overcraft che scivolava sul terreno. Una sensazione galvanizzante ma piuttosto strana da descrivere!!

Andata e ritorno in quattro comode ore abbiamo fatto 700 metri di dislivello su terreni molto diversi ed accidentati. Giunti nuovamente alla macchina ho però dovuto togliere le FiveFingers perchè non avevo più “testa” per usarle, perchè dopo quattro ore non avevo più la concentrazione per focalizzare il passo: per il momento non posso usarle in modo distratto, automatico.

Come primo test credo sia il risultato sia assolutamente positivo. Anzi, penso che tutta la questione si sia ribaltata. Non sono io a testare queste scarpe ma solo loro a guidarmi in un’esplorazione dinamica del movimento: sono loro a portarti in giro, non il contrario. Non ho idea se il loro utilizzo offra un qualche vantaggio pratico, tuttavia se vissute come “esperienza” sono terribilmente appaganti e coinvolgenti. Usate nel modo corretto possono risultare molto istruttive!

Davide “Birillo” Valsecchi

NotaBene: queste scarpe vanno usate con la testa, diversamente c’è il rischio che vi facciano a pezzi!!

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