Sono Pazzi Questi Tassi

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Il tasso è un animale strano: ha un’indole spesso solitaria ma, al contempo, crea attorno a sé una solida struttura sociale, una vera e propria famiglia o “clan”. Ne sono una prova le tane, i rifugi ed il complesso sistema di gallerie che la “tribù” costruisce nel proprio territorio. Forse è proprio per questo concetto di “famiglia” che i Tassi del Moregallo ogni tanto si radunano e danno vita a colossali mangiate (e bevute!).

L’altra sera eravamo a casa di Gaetano per la TassoConsulta, la grigliata d’estate! Mentre ingollavo birra osservando le salamelle sulla griglia, ascoltavo la curiosa storia che mi stava raccontando Luca. Io e lui ci conosciamo ormai da oltre quindici anni, quando vivevo a Milano siamo stati allievi dello stesso maestro, un amicizia che è sopravvissuta alle insidie del tempo e che lo ha portato ad essere un membro della sconclusionata “squadra” che oggi sono i Tassi.

Luca mi ha sempre stupito perchè quasi mai ha il “Physique du role” per gli strani guai in cui spesso va ad infilarsi: ogni tanto, guardandolo, mi domando ancora come abbia fatto a sopravvivere tanti anni in Africa facendo rilievi forestali in mezzo al nulla. Tuttavia il suo attuale racconto non faceva che aumentare le mie perplessità. “Volevo fare un giretto semplice e così ho pensato di fare la Direttissima dai Resinelli al Rosalba” E fin qui nulla di particolare. “Non l’avevo mai fatta e così mi sono portato dietro l’imbrago ed il set da ferrata”. Forse un po’ eccessivo ma prudente. “Ho fatto la scaletta e sono arrivato davanti ad un segnale di divieto d’accesso” Un classico: quel buffo cartello stradale, appeso tra due guglie di roccia, indica il punto in cui il vecchio sentiero è franato invitando a seguire la traccia che scende ed aggira il torrione. “E cosa hai fatto, sei sceso o sei passato sul vecchio sentiero?” Gli domando quasi distratto “No, non sapevo bene dove andare, però sopra c’era un canale che sembrava fattibile ed allora ho cominciato a salire..” Strabuzzo gli occhi “Cosa?! Ti sei infilato nel canale?!” “Sì, all’inizio era facile, ma poi è diventato sempre più ripido ed isolato. In effetti ad un certo punto ero piuttosto preoccupato perchè se trovavo una parete sarei stato davvero nei guai a tornare indietro”. Quasi sbotto “Ma perchè?! Perchè ti sei infilato in un stracazzo di canale sperduto della Grignetta?! Non potevi tornare indietro e cercare dove proseguiva il sentiero?!” Obbietto con fare paternale!

Al mio fianco TeoBrex scoppia ridere aggrappandosi alla birra “Perchè? Proprio tu gli chiedi perchè?!?! Lo sai benissimo perchè: sei tu il primo che non segue mai un sentiero!” Teo ride di gusto senza più trattenersi ed io, che sarei tentato di fare un cazziatone a Luca, mi trovo curiosamente dall’altra parte della barricata. “Ma quindi che hai fatto?! Come era sto canale!?!” “Bhe, c’erano dei salti di roccia e dei passaggi sull’erba. Fortunatamente dopo un‘ora e mezza sono riuscito a raggiungere il sentiero, credo si chiami Cecilia, poco prima che si congiungesse alla Cermenati”. Ero allibito: Luca, con simpatica scelleratezza, si era infilato in una ravanata colossale dagli esiti preoccupantemente incerti. Teo al mio fianco sghignazzava divertito ormai rosso in faccia “Dai, prova a dirgli qualcosa. Digli che sono cose che non si fanno. Forza, sentiamo un po’…” Nella mia testa faccio i conti con la geografia di quello strano viaggio che deve aver messo insieme Luca. Poi immagino la faccia di quelli del soccorso se avessero dovuto andare a cercarlo per quei canali: sai le matte risate trovandolo disperso in un canale con l’imbrago, il set da ferrata per poi concludere presentandosi come “un amico del Birillo”!! Così tiro un fiato di birra prima di parlare come Zarathustra. “Vabbè, visto che di cognome fai Pennaccino questa stramberia la chiamiamo ‘Occhio alla Penna’. Ma, te lo garantisco, andrò a vedere in che pasticcio ti sei andato a cacciare: la prima ripetizione sarà mia. La prossima volta però non farlo più, non senza organizzarti un po’ meglio!” Teo, che mi guardava silenzioso, si tratteneva a stento dallo sghignazzare e sembrava pronto a scoppiare. Scuotendo la testa abbiamo brindato solennemente alla curiosa impresa di Luca, una stramberia fin troppo simile alle mie. “Hurrà!!”

Così, una birra dopo l’altra, iniziamo a discutere delle ossa di tasso che sempre più spesso ritrovo nelle mie esplorazioni. “Hai visto che sberla di denti il Tasso? Il cranio mostra come, contrariamente a quanto si creda, non è affatto piccolo” “Piccolo? E’ grosso come un accidenti di cane! Ne ho incontrato uno tempo fa! Ero appena uscito dalla grotta e scendavamo dal Tivano quando ce lo siamo trovato davanti in mezzo alla strada. Era grosso e non è mica scappato! Ci ha guardato e con quelle sue zampette corte se ne è andato via indifferente.” “Badger don’t care!” “Comunque riesci a vederli solo di notte, di giorno se ne stanno rintanati”

Poi, più o meno sulla grappa, salta fuori un’altra stramberia. “Ma hai dato la toppa a qualcuno di recente?” “Bhe,  ho regalato qualche adesivo, ne ho fatto autografare uno a ‘Teo e le Veline Grasse’” “No, intendo se lo hai dato a qualche nuovo membro?” “Nope. Salvo i presenti non ho arruolato nessuno di recente… perchè?” “Perchè ho trovato un furgone che aveva l’adesivo l’altro giorno” “E vabbè, può essere… aveva qualche altro adesivo, quello degli Asen o di qualche altro gruppo?” “No, no …solo il nostro. C’era solo il tasso ed era chiaramente un’insegna del gruppo. Ma nessuno di noi ha un furgone scuro che io sappia.” “O bella… e chi può essere tanto stramboide da farsi vanto di appartenere ai Tassi senza essere qui con noi a bere?”

Quindi, caro amico tasso con un Doblò scuro, fatti avanti che la prossima TassoConsulta si beve tutti insieme! Ciao!

Davide “Birillo” Valsecchi

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