Senzatrapano

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Eroici Alpinismi Inutili: Io vivo ai piedi delle montagne che noi indigeni chiamiamo l’Isola Senza Nome. Sono le montagne strette tra i due rami del Lago di Como, ma potrebbero essere una qualunque tra le mille montagne poco importanti che sanno essere speciali per qualcuno. Un giorno due alpinisti, due arrampicatori italiani di fama mondiale, sono venuti sulla nostra montagna. Eravamo entusiasti! Ansiosi di scoprire quali meraviglie avrebbero saputo mostrarci! Ma tutte le nostre aspettative si infransero presto. Senza chiedere niente a nessuno si sono calati dall’alto, dal sentiero delle capre, e con il trapano hanno mitragliato una povera parete di 30 metri per 30 con un’asfaltata di 40 fix. Poi sui giornali hanno scritto che quella falesia, senza anima e costruita in tre giorni di cantiere, era un regalo per noi “offerto” dal “loro” sponsor. “Senza soldi pubblici permettiamo a persone di tutte le età di arrampicare”. Questo era il loro motto. Eravamo stupiti, increduli! Prima che ci “permettessero” di arrampicare, sulla nostra montagna c’era solo roccia e vuoto: tutto ciò di cui il nostro cuore aveva davvero bisogno. Ho provato a scrivere lettere di protesta, a chiedere un dialogo, ma l’unica risposta che ho ottenuto è stata quella da parte del loro avvocato.

Trapano, Pubblicità, Avvocati. La nostra visione della montagna era ed è fatta soprattutto di rispetto. Rispetto per la natura, per gli altri alpinisti, per la storia, per le generazioni future. Un rispetto che le difficoltà trasformano in solidarietà, in fratellanza. Un rispetto che, prima di cellulari ed elicotteri, era l’unica salvezza possibile. Vedere per essere visti, salutare per essere salutati, riconoscere per essere riconosciuti. Ora l’arrampicata va di moda, va alle Olimpiadi: forse perché ora gli arrampicatori non hanno più il coraggio di scalare l’Olimpo come titani, forse perché ora inseguono oro e argento anziché un posto accanto agli Dei.

All’improvviso mi sono sentito vecchio ed ho pensato alle future generazioni ed alle loro domande: “Dove eravate voi mentre tutto questo accadeva sulle nostre montagne?!”. Così ho deciso di fare qualcosa di assolutamente anacronistico: scrivere un libro. Già, in fretta e furia, perché in qualche polverosa soffitta restasse una traccia, un segno, una testimonianza delle piccole, disperate e disperse tribù che, ognuna sulle proprie insignificanti montagne, hanno provato forse inutilmente a resistere all’invasione delle “rock-star” con il trapano a batteria.

Davide Birillo Valsecchi
Nostromo dei Tassi del Moregallo

Indice dei Racconti nel Libro:

1) Antefatto (2) Via Cassin Pizzo d’Eghen (3) Panzeri al Castello D’Erna (4) Terror Crest (5) Il giorno in cui Bonatti se ne andò (6) Avventura ed Esplorazione (7) Stellina (8) Onda D’Ombra (9) Cimitero di Lumachine (10) Birillo’s Crack (11) La via del Teo (12) Cuori Infrangibili (13) Indietro non si torna (14) Via Fasana Parete Fasana Corno Centrale (15) Fasana: viaggio ad occidente (16) L’epopea degli eroi di cartone (17) Figli di un Alpinismo Minore (18) Meritevole di diventare una Classica (19) L’assassinio dell’impossibile (20) La Parete del Tempo Perduto (22) Another Day in Moregallo (23) Pizzo dei Tre Signori: via del Caminetto (invernale) (24) Pace in tempo di Guerra (25) Moregallo: Via Buontempo (26) Bienvenido Hotel Cornifornia (27) I Sogni degli altri (28) Conclusioni

“SENZATRAPANO” è disponibile su Amazon.it sia in formato eBook che stampato in formato cartaceo tradizionale (copertina flessibile)

Leggende e racconti delle tribù ribelli, di coloro che si sono spinti nei territori d’avventura dell’Isola Senza Nome, le misteriose e severe montagne strette tra i due rami del lago di Como. Storie di alpinisti famosi e di giovani sconosciuti, di vita che scorre intensa scivolando tra il vuoto e la roccia. In questo libro sono raccolti i racconti di venti salite: ripetizioni eccellenti e nuove vie, tutte vissute inseguendo l’avventura nel rispetto dell’etica e della storia. 

Eroici Alpinismi Inutili: Io vivo ai piedi delle montagne che noi indigeni chiamiamo l’Isola Senza Nome. Sono le montagne strette tra i due rami del Lago di Como, ma potrebbero essere una qualunque tra le mille montagne poco importanti che sanno essere speciali per qualcuno. Un giorno due alpinisti, due arrampicatori italiani di fama mondiale, sono venuti sulla nostra montagna. Eravamo entusiasti! Ansiosi di scoprire quali meraviglie avrebbero saputo mostrarci! Ma tutte le nostre aspettative si infransero presto. Senza chiedere niente a nessuno si sono calati dall’alto, dal sentiero delle capre, e con il trapano hanno mitragliato una povera parete di 30 metri per 30 con un’asfaltata di 40 fix. Poi sui giornali hanno scritto che quella falesia, senza anima e costruita in tre giorni di cantiere, era un regalo per noi “offerto” dal “loro” sponsor. “Senza soldi pubblici permettiamo a persone di tutte le età di arrampicare”. Questo era il loro motto. Eravamo stupiti, increduli! Prima che ci “permettessero” di arrampicare, sulla nostra montagna c’era solo roccia e vuoto: tutto ciò di cui il nostro cuore aveva davvero bisogno. Ho provato a scrivere lettere di protesta, a chiedere un dialogo, ma l’unica risposta che ho ottenuto è stata quella da parte del loro avvocato.

Trapano, Pubblicità, Avvocati. La nostra visione della montagna era ed è fatta soprattutto di rispetto. Rispetto per la natura, per gli altri alpinisti, per la storia, per le generazioni future. Un rispetto che le difficoltà trasformano in solidarietà, in fratellanza. Un rispetto che, prima di cellulari ed elicotteri, era l’unica salvezza possibile. Vedere per essere visti, salutare per essere salutati, riconoscere per essere riconosciuti. Ora l’arrampicata va di moda, va alle Olimpiadi: forse perché ora gli arrampicatori non hanno più il coraggio di scalare l’Olimpo come titani, forse perché ora inseguono oro e argento anziché un posto accanto agli Dei.

All’improvviso mi sono sentito vecchio ed ho pensato alle future generazioni ed alle loro domande: “Dove eravate voi mentre tutto questo accadeva sulle nostre montagne?!”. Così ho deciso di fare qualcosa di assolutamente anacronistico: scrivere un libro. Già, in fretta e furia, perché in qualche polverosa soffitta restasse una traccia, un segno, una testimonianza delle piccole, disperate e disperse tribù che, ognuna sulle proprie insignificanti montagne, hanno provato forse inutilmente a resistere all’invasione delle “rock-star” con il trapano a batteria.

Davide Birillo Valsecchi
Nostromo dei Tassi del Moregallo

“SENZATRAPANO” è disponibile su Amazon.it sia in formato eBook che stampato in formato cartaceo tradizionale (copertina flessibile)

Leggende e racconti delle tribù ribelli, di coloro che si sono spinti nei territori d’avventura dell’Isola Senza Nome, le misteriose e severe montagne strette tra i due rami del lago di Como. Storie di alpinisti famosi e di giovani sconosciuti, di vita che scorre intensa scivolando tra il vuoto e la roccia. In questo libro sono raccolti i racconti di venti salite: ripetizioni eccellenti e nuove vie, tutte vissute inseguendo l’avventura nel rispetto dell’etica e della storia. 

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