Giovanni Giarletta

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“Alla guerriera bella e senza amore un cavaliere andò ad offrire il cuore” Ho conosciuto Giovanni quando era venuto ai Corni per ripetere alcune classiche. Pensavo fosse uno dei tanti che erano giunti all’Isola in cerca di “qualcosa”, era amico di amici nel soccorso, così gli chiesi se poteva scrivere due righe sulle sue salite ai Corni. E con grande disponibilità così fece: “L’idea che mi ero fatto di questa zona era di un alpinismo diverso da quello praticato in Grignetta (montagna alla quale sono particolarmente legato perché quella che più ha contribuito con le sue guglie e le sue vie di arrampicata alla mia formazione alpinistica). Un’arrampicata classica mista artificiale, faticosa e mai scontata con una forte componente psicologica era il quadro che infatti avevo dipinto nella mia mente. Così, incuriosito e desideroso di voler verificare di persona storie/aneddoti letti e sentiti, ho accolto volentieri la proposta del mio compagno di cordata Luca di ripetere la via Stella Alpina al Corno Orientale di Canzo.”

Mi piaceva la sua visione e la sua genuinità, così gli chiesi di scrivere ancora quando aveva tempo. Ed infatti mi inviò il racconto della Cassin al Sasso Cavallo. Spesso erano poi i suoi amici ad inviarmi racconti in cui erano protagonisti con lui della salita. Leggevo quelle storie con grande piacere anche se ero consapevole che ormai “mi stava lasciando indietro”, che ormai era diventato più forte, che stava per entrare in un’altro “campionato”. Quando è partito per il Cerro Torre ero preoccupato, ma quando ho saputo che era indenne dopo la cima non potevo che essere strafelice. “Beh, Birillo rallegrati: a bagnarti il naso è uno da Cerro Torre!!”. Giovanni aveva un sorriso capace di spazzare ogni invidia: si poteva solo sostenerlo ed augurargli il meglio possibile.

L’ultima birra insieme l’abbiamo bevuta ai Resinelli a Luglio. Ci eravamo incontrati per caso. Io e Mattia eravamo sul Costanza, lui e Luca sulla Mongolfiera. Facendo come al solito il pagliaccio, sbronzo dopo una mezza birra, mi sono messo a fare autoscatti tutti insieme. Non sapevo sarebbe partito per il Cerro Torre, che avrebbe dato prova di essere un grande alpinista. Ma, chissà, forse avrei fatto comunque le boccacce…

Mi dispiace davvero che il destino ti abbia inflitto una fortuna avversa. La montagna ti ha chiamato a sè dopo averti riportato a noi incolume e vittorioso dal lato opposto del mondo. Ci ha sorpreso quando meno eravamo pronti, quando avevamo accantonato l’idea potessi lasciarci. Ovunque tu sia ora butta un occhio su noi scarsoni che siamo rimasti indietro, soprattutto su chi a lungo sentirà la tua mancanza come un peso soffocante. Per molti di noi sei l’eroe del Torre, forse per questo la Grignetta, femmina invidiosa, ti ha voluto per sè insieme al tuo amico Ezio. Forse non puoi sentirci, forse non puoi risponderci, ma nelle notti di vento, giocando tra le sue guglie, ricordale con orgoglio che non vi dimenticheremo.

Davide “Birillo” Valsecchi

Attraverso l’Onda

Cassin Sasso Cavallo

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