Il Re del Civetta

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[Ambrogio Bonfanti – “Rassegna Alpina” 1972] Se c’è una montagna dove i lecchesi rifulsero con le loro leggendarie scalate, questa, ancor più del Pizzo Badile, è certamente la Civetta, da tutti considerata il regno del sesto grado per eccellenza. Si tratta del Gruppo dolomitico più imponente, più ricco di storia alpinistica, la più polemica e drammatica. La sua grande muraglia, le sue colossali torri possono benissimo reggere il confronto con il Cervino e con il Monte Bianco. La Civetta è stata ed è il teatro delle più ardite, spericolate, impegnative arrampicate. Offre le pareti più vaste, gli strapiombi più aggettanti, fu la culla delle più ardue difficoltà, quelle che dettero l’avvio al grado estremo: il sesto, il mitico sesto grado ed oltre. Non v’è alpinista di valore che non si sia cimentato nella Civetta e non abbia voluto mettere la sua firma sul libro del Rifugio Vazzoler o Sonino: e tra queste firme ce ne sono tante ma tante, di alpinisti lecchesi che risolsero della Civetta, i più ardui problemi. L’epoca del sesto grado, dopo le prime conquiste, incomincia con Solleder sulla parete Nord Ovest; poi è la volta degli alpinisti della scuola di Monaco con Domenico Rudatis. Ammiriamo il capolavoro di Emilio Comici, le grandi vie tracciate da Tissi, Andrich, Foè, Gervasutti, finché arrivano i lecchesi. Nel 1935 i giovani rocciatori di Lecco organizzano il proprio campeggio in Dolomiti, nel Gruppo della Civetta. Ciò avviene in un momento particolarmente propizio, poiché mentre gli altri più noti specialisti, sono impediti per motivi vari ad impegnarsi in grandi imprese, i lecchesi giungono in forze, al culmine della loro preparazione atletica e spirituale. Quella memoranda estate del millenovecentotrentacinque si conclude per i nostri rocciatori con un consuntivo magnifico: al loro rientro dal campeggio a fine agosto nientemeno che la Banda Manzoni con Podestà in testa è alla stazione a riceverli. Quei baldi giovanotti, di cui tutti i giornali hanno parlato, scendono dal treno con negli zaini ben trentacinque ascensioni fra le quali alcune «prime» già passate, in pochi giorni, alla storia dell’alpinismo: Cassin e Ratti allo spigolo sud est della Trieste (tre giorni), Dell’Oro, Giudici, Longoni alla parete sud-sud ovest della Trieste, poi ancora Longhi e Ravasi alla Torre Venezia; Pozzi, Galbiati, Vavassori alla cima del Bancon; Longhi, Pelizzari alla Piccola Civetta. Gli elementi di punta del Gruppo sono giovani lavoratori che si sono allenati sulle guglie della Grignetta con mezzi di fortuna: si chiamano Riccardo Cassin e Mario Dell’Oro detto « Boga » cui fan seguito, Vittorio Ratti, Angelo Longoni, Giovanni Giudici, Annibale Ravasi, Pozzi, Galbiati, Vavassori, Panzeri, Ginetto Esposito, Gigi Vitali, Ugo Tizzoni. Da allora, epoca d’oro del sesto grado in cui ci si accosta alla parete con grande povertà di mezzi, le imprese dei lecchesi non si contano più: il 13 agosto 1936 è violata la parete sud della Torre Venezia per opera di Vittorio Ratti e Vittorio Panzeri, sarà ripetuta l’anno seguente da Stefano Longoni (rimasto venticinque anni dopo sull’Eiger) e Adolfo Anghileri; il 21 e 22 agosto del ’38 è vinta da Vittorio Ratti e Gigi Vitali la nord ovest della cima Su Alto.

Chiusa la parentesi della guerra, i lecchesi ritornano in Civetta e vanno …oltre il sesto grado. Trascurando le ripetizioni, a centinaia e considerate normale allenamento, incontriamo prime vie che portano nomi nuovi, di giovani destinati a divenire famosi quanto quelli dei loro maestri. Nel 1959 Giorgio Redaelli con ignazio Piussi in cinque giorni di arrampicata traccia la direttissima sud alla Torre Trieste, nel ’60 è ancora Redaelli che con Pierlorenzo Acquistapace e Corrado Zucchi vince lo spigolo sud est della Torre Venezia, nel 1961 è violata la parete est della Torre delle Mede ancora da Redaelli, Acquistapace e Giuseppe Lanfranconi. Un anno dopo è tracciata la direttissima al Pan di Zucchero: questa volta Redaelli è in cordata con Bepi Pellegrinon, Vasco Taldo, Josve Aiazzi. Nel 1967 una cordata di Ragni della Grignetta composta da Aldino Anghileri, Ernesto Panzeri e Guerrino Cariboni, cui si sono aggiunti in parete i friulani Piussi e Molin, risolvono, in tre giorni,’uno degli ultimi problemi rimasti ancora insoluti: il forzamento dello spigolo nord ovest della Cima Su Alto. Sono sempre i lecchesi Gianni e Antonio Rusconi che nel febbraio 1968 compiono in prima invernale la direttissima Redaelli-Piussi alla Torre Trieste. La loro impresa spinta ormai al limite estremo delle umane possibilità, fa parlare con ammirazione la stampa di tutto il mondo. Ma l’arrampicatore che si è specializzato nel collezionare una lunga serie di prime vie e di ripetizioni nella Civetta è senza dubbio Giorgio Redaelli nato a Mandello del Lario (pochi chilometri da Lecco) il 30 luglio 1935. Egli, in un libro scritto da Alfonso Bernardi e pubblicato la vigilia dello scorso natale da Zanichelli, è addirittura definito il «Re della Civetta». La sua attività nel famoso Gruppo dolomitico ebbe inizio nel 1955 e per un giovane all’esordio fu una vera esplosione perché portò a termine con Cesare Giudici, attuale custode del rifugio SEL ai Piani Resinelli, nientemeno che la prima ripetizione della via che Livanos aveva aperto lungo la parete nord ovest della Cima di Terranova. Ora Giorgio Redaelli diplomatosi maestro di sci al Tonale lo scorso luglio, istruttore nazio’nale di alpinismo, è custode del rifugio dell’A.N.A. Giuseppe Cazzaniga e esercita la professione ai Piani di Artavaggio. A giusta ragione quindi la Civetta dovrebbe essere considerata una montagna «lecchese ad honorem» anche se situata a qualche centinaia di chilometri dal Resegone e dalle Grigne. Perché con il Resegone e con le Grigne ha contribuito, e non poco, a rendere famoso nel mondo il nome di Lecco.

AMBROGIO BONFANTI

«La muraglia di roccia più bella delle Alpi »
(Dino Buzzati, I fuorilegge della montagna – Uomini, cime, imprese)

Parete nord-ovest (fonte Wikipedia)
Monte Civetta

  • Via Solleder-Lettenbauer – 7 agosto 1925 – Prima salita di Emil Solleder e Gustav Lettenbauer, 1250 m/VI. È considerata la prima via di VI grado.
    – 4 settembre 1952 – Prima solitaria di Cesare Maestri.
    – 28 febbraio – 7 marzo 1963 – Prima invernale di Ignazio Piussi, Giorgio Redaelli e Toni Hiebeler. Dal 4 marzo si uniscono anche Roberto Sorgato, Marcello Bonafede e Natale Menegus.
    – 14-18 gennaio 2000 – Prima solitaria invernale di Marco Anghileri.[7]
  • Via Comici-Benedetti – 4-5 agosto 1931 – Prima salita di Emilio Comici e Giulio Benedetti, 1050 m/VI, A2.
  • Via degli Amici – 30-31 luglio 1967 – Prima salita di Reinhold Messner, Heini Holzer, Sepp Mayerl e Renato Reali, 1000 m/V+, A2.
    La via sale tra la Philipp-Flamm e la Solleder.
  • Via dei cinque di Valmadrera – 16-22 marzo 1972 – Prima salita di Gianni e Antonio Rusconi, Gianbattista Crimella, Giambattista Villa e Giorgio Tessari, 1350 m/VI+, A3.
    – 6-13 febbraio 2011 – Prima solitaria invernale di Fabio Valseschini.
  • Via degli Studenti – 3 e 4 agosto 2015 (le prime sette l.c. l’8 settembre 2014) – Prima salita di Giorgio Travaglia, Martin Dejori, Alex Walpoth, Titus Prinoth e Marta Mozzati, 1175 m/IX- oppure VIII-, A1.[12]
    – 8 agosto 2016 – Prima ripetizione di Alessandro Baù e Claudio Migliorini.

Punta Tissi

  • Via Philipp-Flamm – 5-7 settembre 1957 – Prima salita di Walter Philipp e Dieter Flamm, 1130 m/VI, A2.
  • Via Martini – 17-27 luglio 1976 – Prima salita di Sergio Martini, Paolo Leoni e Mario Tranquillini, 1200 m/V,A2.
  • Kein Rest von Sehnsucht – agosto 1991 – Prima salita di Christoph Hainz e Valentin Pardeller, 1000 m/ 6c+.
  • Nuvole Barocche – estate 1999 – Prima salita di Venturino De Bona e Piero Bez, 1240 m/IX+, A2
  • W Mejico Cabrones – 2001 – Prima salita in solitaria di Venturino De Bona, 1150 m/VIII-.
  • Colonne d’Ercole – 2009-2012 – Prima salita di Alessandro Baù, Alessandro Beber e Nicola Tondini. La via è stata liberata dagli stessi il 7-8 settembre 2012, 1200 m, IX, VIII+ obbligatorio.

Punta Civetta

  • Via Andrich-Faè – 23-24 agosto 1934 – Prima salita di Alvise Andrich ed Ermani Faè, 800 m/VI+, A1.[20]
  • Via Aste-Susatti – 26-28 luglio 1954 – Prima salita di Armando Aste e Fausto Susatti, 800 m/VI+, A1.[20]
  • Capitan Sky-hook – 1987 – Prima salita di Paolo Crippa e Dario Spreafico, 500 m/VII+, A2.[21]
  • Chimera Verticale – 2007-2008 – Prima salita di Alessandro Baù, Daniele Geremia, Alessandro Beber, Luca Matteraglia, 600 m/IX. Sale tra le vie Aste-Susatti e Andrich-Faè.[22]
  • Spigolo della Su Alto (oggi crollato) – 15-18 agosto 1967 – Prima salita Ignazio Piussi, Aldo Anghileri, Alziro Molin, Ernesto Panzeri e Guerrino Cariboni. Per i suoi 400 metri di dislivello (più 400 metri di zoccolo) vengono usati 22 chiodi a pressione che sono giustificati dall’estrema compattezza della roccia che compone lo spigolo. Siamo all’apoteosi della linea perfetta.
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