Si inaugura oggi la mostra Il Segno dell’Altro presso la Galleria Triangoloarte di Bergamo. Oltre alle opere di Paolo D’angelo e di Salvatore Falci la mostra ospita anche le opere di Enzo Santambrogio, uno dei gli artisti assesi più noti.
All’esposizione partecipano i tre artisti accomunati da una ricerca focalizzata sul rapporto tra società e arte, sulle relazioni e interazioni tra gli individui nel loro vivere quotidiano, concentrandosi così in particolare sul segno dell’altro: le tracce che l’individuo e gli individui lasciano nell’ambiente in cui vivono.
Ho accompagnato Enzo a Bergamo durante le fasi di allestimento della mostra ed ho potutuo così studiare i “dietro le quinte” di un simile evento artistico. Le opere che Enzo presenta in quest’occasione, Ricalchi Stradali, sono tra le mie preferite.
La tecnica impiegata è molto curiosa e particole, il risultato, posso garantirvi, è realmente incredibile e molto difficile da descrivere. Definirlo un calco tridimesionale e adornato dalla ruggine di un pezzo della città sarebbe riduttivo e non renderebbe giustizia nè all’impatto visivo nè al significato che racchiude. E’ qualcosa che colpisce e che incosciamente ti attrae per svelarti il segreto di quello strano effetto “realtà”.
Santambrogio realizza queste opere predisponendo dei pezzi di moquette sul selciato delle città, ed in particolare sui tombini, e ve li lascia per diversi giorni. Il passaggio delle persone sulla strada nel loro spostarsi quotidiano, il continuo calpestio di coloro che vi camminano sopra, unito all’azione delle intemperie, diviene, da singola traccia, un processo vero e proprio di realizzazione inconsapevole dell’opera.
Confesso che quando me ne aveva parlato non vi avevo dato troppo peso ma, quando ne ho visto appeso uno di due metri per due, non ho potuto che esserne colpito. Un pavimento appeso al muro, il pezzo di una città carico di tutto il peso delle persone che l’hanno attraversato. Non è una foto, un ricalco fatto a matita o qualsiasi altra forma di rapprensentazione ma qualcosa che ha fatto realmente parte della città che rappresenta. Sopratutto è incredibile vedere come quel pezzo di moquette rimasto per tanto tempo sul pavimento, nella parte meno nobile di un archittettura urbana, calpestato ed ignorato dai più, possa ora vibrare con tanta eleganza su una parete.
La mostra rimane aperta dal 07 marzo al 04 aprile, alla Galleria Triangoloarte di Bergamo (Via Palma il Vecchio, 18/e), dal Lunedì al Sabato 10.00 – 12.30 e 16.00 – 19.30. Per informazioni Tel /Fax 035403374
E-mail: triangol3@triangoloarte.191.it