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Memorie di inverni passati

Memorie di inverni passati

Fabrizio

Sono passati ormai tre anni: Fabrizio fu investito una buia domenica mentre tornava a casa a piedi, fu ritrovato in una scarpata solo dodici giorni dopo. Che a trovarlo sia stato io è un fatto, una circostanza, un elemento della storia a cui, mio malgrado, non posso sottrarmi. Io ricordo bene quei giorni e la lezione che mi hanno impartito.

Nevicava, faceva un gran freddo. Ma ciò che mi colpì fu l’indifferenza. “E’ scappato” dissero, lo cercarono un po’ e poi smisero. Qualcuno fu persino crudele nei giudizi. Io Frabrizio quasi non lo conoscevo, non sapevo niente di lui se non che era un mio compaesano e che eravamo quasi coetanei.

Io ero tornato ad Asso da poco, ero stato via a lungo e cercavo un po’ di equilibrio, un po’ di pace. Sapevo bene sulla mia pelle cosa fosse la solitudine e la tristezza. Non era il freddo dell’inverno che scuoteva le mie ossa.

Una domanda mi ossessionava: “Se fossi io quello scomparso sarebbe diverso? Direbbero che sono scappato? Che sono un poco di buono? Inventerebbero maldicenze o qualcuno aiuterebbe mio padre ed i miei fratelli a cercarmi nel bosco?” La parola Comune, la parola Comunità, che senso hanno oggi nella vita di un paese? La solitudine, l’indifferenza e l’egoismo soffocano ogni cosa? Se scompariremo nell’inverno qualcuno ci verrà a cercare? Se la mia anima urlerà aiuto nel vento qualcuno le presterà ascolto?

Dodici giorni. Lunghi giorni in cui uscivo nel bosco e scrivevo appelli su questo neonato blog, l’anomalia un po’ frivola per la valle che era cima-asso. Mi sentivo in colpa, ero intimorito dal prendere una posizione così pubblica: “Cosa pensi di fare? Diranno che sei un esibizionista, uno che vuole farsi vedere. Cosa vuoi cercare? Cosa vuoi trovare? Non vedi che non interessa a nessuno? Pensa agli affari tuoi!”

E’ strano perseguire la cosa giusta e sentirsi in colpa, ma decidere di alzarsi in piedi quando sono tutti seduti significa innanzitutto essere soli. Con me c’era Max e c’era Enzo, altri due “strambi” del paese in giro per il bosco mentre i savi ed i probi giudicavano da dentro le case.

Ci vollero dodici giorni perchè ci fosse un moto d’orgoglio, perchè si rianimasse un paese. Finalmente era una giornata di sole e tutti quelli che contano erano finalmente intervenuti. Il piazzale era gremito ed io, finalmente, ero solo uno tra i tanti. Anzi, ero nel gruppo degli “scarsi”, quelli che avrebbero fatto bene a non perdersi e a non farsi male disturbando le operazioni di ricerca.

L’ironia ha voluto che fosse nel posto più ovvio ed al contempo meno accessibile. Gli ero quasi passato accanto in una giornata di neve, i rami e la coltre bianca me lo avevano nascosto mentre arrampicavo su quella scogliera. Quando sono tornato su quelle rocce, tra i rami a strapiombo sul Lambro, non pensavo che toccasse a me ritrovarlo. Non eravamo più soli, non avrebbe dovuto toccare a me. Invece andò diversamente, la mia ricerca era finita e dopo tanto tempo io e “Gigio” c’eravamo ritrovati faccia a faccia.

Fabrizio aveva con sè anche la verità: un misero pezzo di plastica, uno specchietto d’automobile, ma tanto bastava per azzittire tutte le cattiverie e le maldicenze. Era un ragazzo che una domenica pomeriggio tornava a casa a piedi quando fu investito da un’automobilista che non si fermò. Sarebbe stato diverso se fossi stato io al suo posto?

Davide Valsecchi

L’unico modo che conosco per non essere sopraffatto dalla tristezza è agire, puntare i piedi e tentare di rialzarmi comunque. La mia volontà mi rende spesso una persona priva di tatto, di questo mi scuso con chi vorrebbe lenire la propria sofferenza in un quieto cordoglio. Mi dispiace, non voglio dimenticare e non ho altro modo per ricordare.

Un grazie ad Andrea della Torre che scattò questa foto così importante

Che sia la Verità a parlare

Che sia la Verità a parlare

Domani Consiglio Comunale straordinario ad Asso: il Comune compra il terreno sotto la Vallategna. Forse l’epilogo di una storia durata due anni o forse solo un nuovo capitolo. Il Sindaco Manzeni si erge a paladina del nostro territorio ad un anno dalle elezioni. Gli ambientalisti ed i cittadini che in questi due anni sono stati da Lei pubblicamente bistrattati osservano sospettosi.

Onestamente anche io osservo incuriosito la vicenda. Io spero, per il bene di tutti noi, che l’avventura politica di Giovanni Conti sia finalmente giunta al termine mentre per Giulia, nonostante alcune spigolature del suo carattere, sono invece disposto a spendere fiducia. Certo, entrambi non si sono risparmiati nel darmi addosso ma, visto che sia io che i cedri che la Vallategna siamo simpaticamente illesi, sono disposto a non dare troppo peso a quei fatti.

L’ultima volta che ho avuto occasione di parlare con serenità insieme al Sindaco era il 5 Febbraio 2010. C’era in ballo il Supermercato, la rotonda ed un sacco di voci poco chiare che giravano per la valle. Le dissi che doveva spiegare alla gente quello che intendeva fare, che Asso aveva bisogno di un cambiamento ma che doveva essere condiviso da tutti se si voleva avesse effetto.

Le dissi “Se sei convinta di quello che vuoi fare scrivi una lettera, la gente capirà e ti dirà cosa ne pensa. Ascoltare i cittadini è la soluzione più semplice. Lascia decidere a loro.” Giovanni Conti, seduto al suo fianco, disse queste esatte parole: “Io te lo sconsiglio, in questo modo ti esponi solo alle critiche”. All’epoca, probabilmente, non conoscevo Conti come lo conosco oggi e rimasi stupito da quel suo consiglio.

Il Sindaco, forse inorgoglita dal Vice, disse allora qualcosa che ancora oggi ricordo indelebilmente: “Io ho il consenso, io ho vinto le elezioni, io prendo le decisioni senza spiegare niente a nessuno”. Questa fu la mia chiamata alle armi, l’inaccettabile che non poteva essere accettato. Fu semplicemente l’inizio.

Probabilmente se quel giorno il Sindaco non avesse seguito il consiglio sbagliato le cose sarebbero andate diversamente, forse già oggi avremmo una rotonda placidamente all’ombra dei Cedri ed un bellissimo parco sotto la famosa cascata. Il paese sarebbe migliore e probabilmente persino il suo ruolo di paladina dell’ambiente apparirebbe  credibile: ora, purtroppo, è tutto ancora da dimostrare con grande buona volontà.

Io però sono convinto che l’esperienza insegni, che ingoiare rospi e tornare sui propri passi sia degno di rispetto quando fatto in modo onesto. Sono anche pronto a credere che tutto il caos sia stato solo il frutto di un fraintendimento, di una sfortunata serie di circostanze avverse. Sono pronto a credere, non certamente a cedere, ma spero onestamente che sia davvero un nuovo inizio.

Per questo auguro al Sindaco la migliore fortuna, le auguro davvero sentitamente di essere la fautrice del cambiamento di cui Asso ha tanto bisogno. Le ricordo ancora che l’unico modo perchè ci sia un cambiamento è che sia il frutto di una condivisione, di un sentire comune che in primo luogo unisca ciò che in questo paese è diviso.

Per far questo serve pazienza, molta umiltà e grande comprensione per coloro che dissentono o che dubitano. Io, dal canto mio, osserverò con la stessa pazienza, umiltà e comprensione ma anche con grande e scrupolosa attenzione.

Nel saluto del Kung-fu la mano destra avvolge la sinistra chiusa a pugno all’altezza del naso senza però abbassare lo sguardo su chi sta di fronte. La mano sinistra chiusa rappresenta il sole (Yang), mentre la destra che avvolge rappresenta la luna (Yin). Significa che si è pronti alla guerra ma che si viene in pace: un modo molto profondo e positivo di rapportarsi con gli altri.

Non ripetiamo gli errori del passato ma gettiamo le basi per un futuro migliore. Buona fortuna a tutti noi.

Davide Valsecchi

La parola al Sindaco di Asso:

Asso: Piano di Governo del Territorio

Asso: Piano di Governo del Territorio

Sembra che anche per il Comune di Asso si stia finalmente attivando lo strumento urbanistico noto come PGT, Piano di Governo del Territorio appunto. Il PGT a livello comunale ha sostituito il Piano Regolatore Generale come strumento di pianificazione urbanistica ed ha lo scopo di definire l’assetto dell’intero territorio comunale. Il PGT è in pratica un documento in cui vengono stabilite le indicazioni sul possibile utilizzo o tutela delle porzioni del territorio regolando le attività edificatorie nell’ambito comunale.

La vera rivoluzione del PGT è la Progettazione Partecipata da parte di tutti i cittadini. Il primo atto che l’amministrazione comunale è tenuta a fare quando decide di iniziare la stesura del PGT è informare la cittadinanza che il processo è iniziato. I cittadini o le associazioni di cittadini sono invitati già da questa fase a formulare proposte in merito. La grande differenza rispetto al passato sta nel fatto che i cittadini sono chiamati ad esprimersi “prima” e non solo “dopo” la prima adozione del piano di governo.

Forse lo sanno davvero in pochi ma anche ad Asso il processo è già iniziato, e precisamente dal 05/10/2010, siamo nella fase preliminare di valutazione ambientale strategica, un un processo finalizzato ad integrare considerazioni di natura ambientale nei piani e nei programmi, per migliorare la qualità decisionale complessiva.

I cittadini hanno tempo 60 giorni dalla pubblicazione dell’avviso per presentare le proprie osservazioni e valutazioni di impatto ambientale. Ahimè sono trascorsi già 15 giorni e questo è un vero peccato visto che senza divulgazione la capacità partecipativa della popolazione si riduce drasticamente (vedi avviso).

Su un altro documento (vedi PresentazionePgt) si legge che saranno stabiliti due incontri pubblici ed entrambi gli eventi serviranno ad acquisire pareri, contributi ed osservazioni. In passato è stata proprio la mancanza di confronto a generare tensioni e trovo che il PGT sia una grande opportunità per ascoltare ed esporre come la pensino davvero i cittadini sullo sviluppo urbano ed edilizio assese degli ultimi vent’anni.

Il sito del Comune di Asso, www.comunediasso.it, è quello preposto alla divulgazione ma visto l’importanza di questo progetto anche la piccola ma collaudata “Cima-asso.it” si farà carico di informare con la solerzia che la contraddistingue.

La legge sancisce un metodo nuovo per prendere parte al futuro del nostro comune. Come diceva Gaber la “libertà è partecipazione”: quindi  l’invito è esteso a tutti gli assesi! Forza Asso! Ora o mai più.

Davide Valsecchi

Asso chiama Elerai: gemellaggio intercontinentale!

Asso chiama Elerai: gemellaggio intercontinentale!

Quando studiavo alle scuole medie la mia classe fu la prima a prendere parte allo scambio interculturale con i coetanei di Saint Peray, in Francia. All’epoca le lettere erano scritte a mano ed inviate con l’affrancatura per la posta aerea. Per noi, poco più che bambini, era un gioco epistolare che divenne poi un’esperienza reale e concreta quando i ragazzi francesi vennero in visita ospitati dalle famiglie.

Quell’iniziativa, nata da studenti e da insegnati, si consolidò poi in un gemellaggio sancito dalle autorità e che ogni anno si rinnova nelle consuete celebrazioni. Oggi ai gemellaggi si dedicano nomi di strade, gagliardetti, titoli e riconoscimenti ma tutto ebbe origine su un foglio da lettere a righe, dalla penna di ragazzini alla scoperta di un mondo sconosciuto.

Una busta, una foto a colori, due righe in francese ed una speranza in viaggio per via aerea: ecco l’avventura di un gruppo ragazzi di tredici anni negli anni ’80.

Si dice che una generazione sia stata una buona generazione quando il suo punto d’arrivo è il punto di partenza di quella successiva. Per questo è con grande soddisfazione, ed una punta di orgoglio, che voglio raccontarvi la nuova iniziativa che sta prendendo vita nelle scuole di Asso: uno scambio interculturale tra la scuola di Asso ed Elerai, la scuola di un villaggio Masai a ridosso del Kilimangiaro in Tanzania.

Con l’aiuto della nostra inarrestabile Professoressa Giulia Caminada i ragazzi di Asso stanno per affrontare un’avventura davvero impensabile fino a qualche anno fa: grazie al supporto di Marco Pugliese, direttore del portale African Voices, è stato possibile stabilire un contatto con Elena Gallenca, responsabile della scuola di Elerai, dando inizio a questo esprerimento.

Elerai è situata nella periferia di Arusha, in Tanzania, ed i suoi studenti sono prevalentemente di etnia Masai. Grazie ad Internet le due scuole inizieranno a scambiarsi email imparando a conoscersi. Cambiano gli strumenti ma l’emozione è sempre la stessa mentre gli orizzonti si allargano a dismisura.

Quando ero alle medie il Professor Durandi ci fece leggere un romanzo che aveva per protagonista un Quipu, uno strumento Inca fatto di cordicelle di cotone annodate. Si crede che i Quipu ed i loro nodi fossero un linguaggio per conservare la memoria ben oltre il semplice computo aritmetico.

Nei miei precedenti viaggi ho creato “legami” con la Professoressa Caminada, con Marco Pugliese, con i ragazzi di BlogGiornalismo e con i lettori di African Voices. Ho creato, attraverso i racconti di “cima”, legami anche tra la nostra piccola Asso e la grande Africa.

In questa iniziativa io mi sono limitato ad “annodare” un po’ questi legami in modo che assumessero significati nuovi ancora tutti da scoprire: tutto è nato da loro, con un naturalezza ed una spontaneità magnifica! La storia e l’avventura che sta per iniziare appartiene ora ai ragazzi di questi due continenti così diversi: buona fortuna Asso, buona fortuna Elerai!!

Davide Valsecchi

Io darò notizia degli sviluppi ma se volete seguire questo viaggio potete visitare i seguenti siti:

AAA Cercasi Geologo per Scarenna

AAA Cercasi Geologo per Scarenna

La “marna” è un tipo di  roccia sedimentaria di cui le prealpi Comasche del Triangolo Lariano sono particolarmente ricche. Purtroppo per tutti noi la marna è anche uno dei principali componenti nella realizzazione di miscele cementizie.

Economicamente parlando la marna  è una “merce” decisamente pregiata ed è questo il motivo per cui tutte le montagne, da Lecco a Como, sono ridotte  spesso come groviera svizzero.

Dove vi sono grandi opportunità di guadagno ci sono anche grandi interessi ed il coinvolgimento dei poteri forti rende il tutto incredibilmente pericoloso per i semplici cittadini e la cosa pubblica: diffidare in questi casi non è solo un diritto ma quasi un dovere civico.

Lo scorso anno una perizia palesemente errata rischiò di arrecare un grave danno al mio paese e solo l’intervento, anche economico, dei volontari locali permise di interpellare un’esperto per una controperizia che rese giustizia a due cedri secolari scongiurandone l’abbattimento.

Quest’anno altre nuvole si addensano nuovamente all’orizzonte ma l’esperienza acquisita ci permette di agire per tempo: il Comune di Asso ha infatti indetto un bando di gara al fine di selezionare un Geologo che si occupi di realizzare lo studio della messa in sicurezza dei crolli di Scarenna.

Le specifiche del bando sono state pubblicate sull’Albo Pretorio il  05 Ottobre 2011 e resteranno pubbliche fino al 19 Ottobre 2011. (Purtroppo ne sono venuto a conoscenza solo Venerdì!) In soli 14 giorni si fatica a trovare un idraulico, figurarsi uno “scienziato della terra” a cui affidare la responsabilità di un’opera da 500.000 euro!

In un bando, poi, non è il Comune a dover cercare ma bensì il Comune è colui che deve far di tutto per farsi trovare (se è deciso a priori chi partecipa che senso avrebbe una gara pubblica?) Per questo ho ritenuto opportuno supportare quanto più possibile questa ricerca divulgando qui a seguito tali documenti.

Sul piatto ci sono 27.400 euro di compenso e quindi credo che quest’attività possa interessare più di un professionista del settore.

La Comunità di Asso è quindi alla ricerca di un esperto che sia disponibile ad operare nell’interesse della comunità stessa e a dar prova di professionalità e trasparenza coinvolgendo, per quanto possibile, la popolazione nella propia ricerca.

Il metodo scientifico infatti non solo è garanzia di correttezza ma anche dimostrazione di democrazia e pluralità. Cerchiamo qualcuno che non prenda decisioni nel “chiuso” degli uffici ma che sia pronto a confrontarsi pubblicamente su un’opera pubblica.

Nel 2008 i volontari Assesi del Comitato NoCava scongiurarono che a Scarenna fosse realizzata una nuova cava estrattiva. Il timore di tutti è che la frana diventi il pretesto per riproporre tale scellerato proposito.

Come scrissi in passato: se voi cavasassi pensate ancora di venire a far casino e a lucrare a Scarenna sappiate che troverete davanti alla falesia degli agguerriti Assesi. Geologo, abbiamo bisogno di te!

Davide Valsecchi

Un fiume di bambini attraverso il bosco

Un fiume di bambini attraverso il bosco

Venerdì erano oltre 160 i bambini delle scuole di Asso che dal Campo Sportivo di Valbrona si sono incamminati attraverso il bosco verso l’Alpe di Monte: c’erano tutti, dalla prima alla quinta elementare!

Accompagnati dagli insegnanti e dai volontari del Cai Asso davano vita all’annuale castagnata delle scuole trascorrendo una giornata all’aria aperta.  Io accompagnavo i più piccoli, gli studenti della 1ª A, che nonostante la loro giovanissima età hanno affrontato la salita a piedi senza indugio o esitazione e, una volta giunti a destinazione, hanno avuto ancora abbastanza energia in corpo per correre  in lungo ed in largo negli ampi prati di Monte.

Lo spettacolo nel bosco era incredibile: 165 bambini che diligentemente in fila formavano un’interminabile e giosa fiumana attraverso gli alberi:“Largo ai giovani!”

Dopo aver pranzato al sacco tutti insieme è stato acceso il fuoco per il “burlon” con cui cuocere le caldarroste dando alla tradizionale festa delle castagne il suo apice.

I piccoli sono troppo giovani e vanno quindi tutelati: niente foto! Posso però dirvi che nella mia memoria la loro allegria rimane uno spettacolo magnifico, un esempio di intergazione e di cultura.

Ancora complimenti a tutti i soci della mia sezione che sanno prodigarsi in modo così positivo ed attento alle nuove generazioni. Un plauso anche alle maestre ed ai maestri che anno dopo anno sanno essere promotori di queste meritevoli iniziative!

Davide Valsecchi

 

I Calimero di Asso

I Calimero di Asso

Poveretti, tutti paiono avercela con loro! Se non fosse per il Senatore Alessio Butti, che nei discorsi pubblici del Sindaco Manzeni scopriamo tanto innamorato del nostro paese, sarebbero davvero in pochi quelli pronti a spender buone parole per gli Amministratori di Asso.

Oggi, sfogliando la Provincia di Como, scopro che il famoso progetto “rotonda” è stato privato dei fondi promessi dalla Comunità Montana del Triangolo Lariano. Soldi forse negati per le intense contestazioni al progetto o per le conflittuali perizie effettuate? No,  niente di tutto questo: il sindaco di Asso accusa infatti che i soldi ce li abbiano tolti per “ripicca”!!

Si, lo so. Non sentivo il termine ripicca dall’asilo ma è esattamente la parola usata nell’intervista. Pare infatti che il Sindaco di Barni, forse per rivalità medioevali tra i due paesi, si sia messo di traverso e per “dispetto” abbia sobillato un consiglio trentuno Sindaci contro la nostra povera Asso.

Il Sindaco Manzeni si spinge oltre affermando che lo sgarbo nascerebbe da una mancata nomina per un poltrona a cui aspirava il Sindaco di Barni. Un discorso che, francamente, mi sembra piuttosto ardito per un’articolo di quotidiano e che probabilmente scivolerà in qualche aula di tribunale.

Intanto dalla Comunità Montana fanno sapere, con un laconico cominicato, che semplicemente “i termini erano scaduti” e che quindi non avendoli usati quei soldi sono stati rimessi nel calderone per essere riassegnati.

Ormai credo che “Cima” abbia davvero speso nei confronti dei politici locali più tempo e più attenzione di quanto onestamente meritassero. Sarebbe quasi deprimente rivangare ancora una volta l’infinita questione dei cedri.

Voglio però farvi osservare che è stato pubblicato sull’Albo Pretorio il bando di gara per designare il geologo che dovrà occuparsi della Frana di Scarenna.

Quando si trattò, un anno fa, di commissionare ad un agronomo una perizia da 800 euro i nostri cedri “ringiovanirono” miracolosamente di oltre 70 anni. Se questo è il “metro di paragone” ora che per definire la pericolosità della Frana di Scarenna ci sono sul piatto 27.400 euro mi aspetterei che sulla carta il nostro crollo locale incredibilmente eguagli in drammaticità quello del Monte Coppetto nell’alluvione del 1987.

Parimenti  sarà richesto un adeguato e pronto dispiego di risorse per far fronte ad una crisi che giace immobile e quasi dimenticata ormai da due anni (alla cieca nelle carte del Comune si parla già di un importo complessivo di 500.000 euro).

Io, quasi per scherzo, voglio fare una profezia e lasciare che sia il tempo a darmi ragione o smentirmi:  prevedo che l’esito finale delle indagini suggerirà di tracciare una nuova strada più vicina al fiume e, al fine di garantirne la salvaguardia, inizieranno delle opere di sgagio e scavo sul fronte della frana che, anno dopo anno, richiederanno l’estrazione di una mole sempre maggior di materiale.

Così, alla fine, quella che doveva essere la “Cava di Scarenna”, scongiurata nel 2005, diverrà un’opera di “messa in sicurezza” dall’inestimabile e incontestabile valore civico e sociale. Probabilmente all’inaugurazione della nuova strada “per campi” avremo di nuovo la piacevole presenza di qualche Senatore.

Chiunque dovesse dissentire da questo luminoso progetto sarà tacciato di malignità e le sue parole saranno condannate come “ripicca” contro la più “incompresa”  Amministrazione Assese.

Davide Valsecchi

Pubblicazioni Albo Pretorio

Quando l’Italia chiuse l’enciclopedia libera

Quando l’Italia chiuse l’enciclopedia libera

Oggi, 4 Ottobre 2011, la versione italiana della più grande enciclopedia libera del mondo, Wikipedia.org, appare ridotta ad un unico preoccupato comunicato che qui riporto. Comunque la pensiate è un fatto gravissimo.

Cara lettrice, caro lettore,

in queste ore Wikipedia in lingua italiana rischia di non poter più continuare a fornire quel servizio che nel corso degli anni ti è stato utile e che adesso, come al solito, stavi cercando. La pagina che volevi leggere esiste ed è solo nascosta, ma c’è il rischio che fra poco si sia costretti a cancellarla davvero.

Il Disegno di legge – Norme in materia di intercettazioni telefoniche etc., p. 24, alla lettera a) recita: «Per i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono.»

Negli ultimi 10 anni, Wikipedia è entrata a far parte delle abitudini di milioni di utenti della Rete in cerca di un sapere neutrale, gratuito e soprattutto libero. Una nuova e immensa enciclopedia multilingue, che può essere consultata in qualunque momento senza spendere nulla.

Oggi, purtroppo, i pilastri di questo progetto — neutralità, libertà e verificabilità dei suoi contenuti — rischiano di essere fortemente compromessi dal comma 29 del cosiddetto DDL intercettazioni.

Tale proposta di riforma legislativa, che il Parlamento italiano sta discutendo in questi giorni, prevede, tra le altre cose, anche l’obbligo per tutti i siti web di pubblicare, entro 48 ore dalla richiesta e senza alcun commento, una rettifica su qualsiasi contenuto che il richiedente giudichi lesivo della propria immagine.

Purtroppo, la valutazione della “lesività” di detti contenuti non viene rimessa a un Giudice terzo e imparziale, ma unicamente all’opinione del soggetto che si presume danneggiato.

Quindi, in base al comma 29, chiunque si sentirà offeso da un contenuto presente su un blog, su una testata giornalistica on-line e, molto probabilmente, anche qui su Wikipedia, potrà arrogarsi il diritto — indipendentemente dalla veridicità delle informazioni ritenute offensive — di chiederne non solo la rimozione, ma anche la sostituzione con una sua “rettifica”, volta a contraddire e smentire detti contenuti, anche a dispetto delle fonti presenti.

In questi anni, gli utenti di Wikipedia (ricordiamo ancora una volta che Wikipedia non ha una redazione) sono sempre stati disponibili a discutere e nel caso a correggere, ove verificato in base a fonti terze, ogni contenuto ritenuto lesivo del buon nome di chicchessia; tutto ciò senza che venissero mai meno le prerogative di neutralità e indipendenza del Progetto. Nei rarissimi casi in cui non è stato possibile trovare una soluzione, l’intera pagina è stata rimossa.

Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo Articolo 27
«Ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico e ai suoi benefici. Ogni individuo ha diritto alla protezione degli interessi morali e materiali derivanti da ogni produzione scientifica, letteraria e artistica di cui egli sia autore.»

L’obbligo di pubblicare fra i nostri contenuti le smentite previste dal comma 29, senza poter addirittura entrare nel merito delle stesse e a prescindere da qualsiasi verifica, costituisce per Wikipedia una inaccettabile limitazione della propria libertà e indipendenza: tale limitazione snatura i principi alla base dell’Enciclopedia libera e ne paralizza la modalità orizzontale di accesso e contributo, ponendo di fatto fine alla sua esistenza come l’abbiamo conosciuta fino a oggi.

Sia ben chiaro: nessuno di noi vuole mettere in discussione le tutele poste a salvaguardia della reputazione, dell’onore e dell’immagine di ognuno. Si ricorda, tuttavia, che ogni cittadino italiano è già tutelato in tal senso dall’articolo 595 del codice penale, che punisce il reato di diffamazione.

Con questo comunicato, vogliamo mettere in guardia i lettori dai rischi che discendono dal lasciare all’arbitrio dei singoli la tutela della propria immagine e del proprio decoro invadendo la sfera di legittimi interessi altrui. In tali condizioni, gli utenti della Rete sarebbero indotti a smettere di occuparsi di determinati argomenti o personaggi, anche solo per “non avere problemi”.

Vogliamo poter continuare a mantenere un’enciclopedia libera e aperta a tutti. La nostra voce è anche la tua voce: Wikipedia è già neutrale, perché neutralizzarla?

Gli utenti di Wikipedia

E “Cima”? Cima è una macchina da combattimento, non si piega e non si spezza. Finchè ci sarà una connessione TCP attiva Cima esisterà in qualche angolo del mondo. La vera domanda è: siamo davvero un paese civile se dobbiamo batterci per il nostro diritto di comunicare e condividere? Il mondo ci osserva e questo comunicato è un preoccupante squillo di tromba…

Davide Valsecchi

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