«Pagherai, pagherai ogni cosa!!» E’ passato un anno, 365 giorni esatti: dove sono oggi le tue furiose minacce? Io tuoi avvocati tanto determinati a mondare il tuo leso onore? Davvero credevi di farmi indietreggiare solo con vuote parole?
Io non ho dimenticato, non ho perdonato: attendo sereno l’attimo propizio perchè, e questo lo sappiamo entrambi, non sono io quello che deve temere la verità.
Guarda nelle ombre buie della tua coscienza: è lì che mi troverai pronto a reclamare vendetta, ad esigere giustizia una volta per tutte.
Nel primo secolo dopo Cristo un Senatore Romano giunse ad Asso dalla città natale di Como. Era accompagnato dall’anziano ed omonimo zio, famoso ed illustre autore della Naturalis Historia.
Erano Plinio il Giovane e Plinio il Vecchio.
I due Plinii visitarono l’antica Asso: testimonianza della loro venuta è ancora oggi visibile nel Cippo Marmoreo custodito nel Palazzo del Comune e nell’Ara Romana conservata nella torre, orami decadente, del Castello di Asso.
In tempi antichi un Senatore era giunto fin nella nostra Valle omaggiando il piccolo borgo che ne era il cuore ed il “Castrum”, l’antica fortezza romana, sulle cui fondamenta è stata costruita la Rocca di Asso: baluardo della cittadina per secoli, tanto in pace quanto in guerra.
Quasi duemila anni dopo un altro Senatore Romano si reca nuovamente ad Asso, ancora una volta dalla città di Como. Ma non giunge per omaggiare la nostra torre o le mura cittadine: sale al cuore della Vallassina per rendere omaggio ad una stalla senza porte costruita per il diletto del popolo, edificata proprio là, dove meno di mezzo secolo addietro i marusee trattavano il bestiame.
Testimonianza della sua venuta non resterà scolpita nella roccia ma nel vago ricordo del sugo di cinghiale selvatico e del vino. Il tempo cambia, cambiano i Senatori e, ahimè, anche la nostra Asso.
Il 15 Gennaio del 2010 è crollata mezza montagna sulla strada che da Scarenna porta a Caslino. Fortunatamente non ci sono stati feriti ed i danni si sono limitati alla carreggiata che è stata travolta e sepolta dal materiale. Da quel giorno è trascorso oltre un anno ma sostanzialmente la situazione è rimasta la stessa.
Quella è una porzione di territorio che appartiene a tre diversi comuni e questo complica ulteriormente la vicenda. Risultato: la strada resta chiusa ed il materiale franato è ancora là dove è caduto.
Scarenna però è una zona particolare e qui, inaspettatamente, la gente parla più di quanto si creda e le informazioni, corrette o imprecise che siano, viaggiano veloci ed impetuose come il vento della Grigna.
Tutti credono che la frana sia venuta a basso proprio dove si voleva dare vita alla contestatissima cava di Scarenna, c’è persino chi dice che anni fa qualcuno abbia fatto carotaggi su quel fronte della montagna ma, sebbene ci siano stati testimoni, nulla di ufficiale è mai emerso. Quello che è certo è quanto la “questione Cava” avesse tenuto banco anni fa nelle cronache del paese.
Ora il vento di Scarenna porta in giro nuove voci. C’è chi dice che sempre più spesso, dopo le sei di sera, si vedono macchinoni spingersi oltre le transenne fin sotto la frana: sui cofani srotolano cartine e si discute indicando la montagna. Chi siano queste persone per certo non si sà.
C’è poi chi dice che una cementeria si sia offerta di liberare e riparare la strada chiedendo in cambio il diritto di sbancare cinquantamila metri cubi di montagna oltre al materiale franato. Se questa offerta sia vera e cosa ne pensino gli amministratori spesso è arduo scoprirlo.
Io personalmente andrei in Comune a chiedere ma recentemente succedono le cose più strane quando entro nel palazzo del Municipio. Giorni fa partecipavo ad una riunione delle associazioni in qualità di Vice-Presidente del CAI e l’incontro con il Vice-Sindaco ha dato vita ad un teatrino per certi versi tragi-comico.
Tra urli e strepiti il Signor Conti sembrava intenzionato a disertare l’incontro perchè, a suo dire, avevo avuto la “faccia tosta” di presentarmi. Guardandomi bene dall’accettare ogni tipo di provocazione sono rimasto in attento silenzio osservando una scenata davvero buffa che è culminata, davanti a tutti i presenti, con un “vado via che se no a quello lì gli metto le mani addosso” da parte dell’agitatissimo Vice-Sindaco che lasciava in fretta la stanza.
“Le mani addosso” a me? Belle speranze e brutto carattere per una persona che rifugge il confronto abbandonando persino il palazzo che è chiamato a presidiare. Che il ragazzino di Cranno sia troppo per lui? Pare che da quando gli abbiamo fatto notare che non è un coscritto dei cedri purtroppo non sia più lo stesso…
Episodi come questo ci possono dare la misura, se i cedri e la cascata non ne avessero già dato prova, di quanto difficile sia superare l’opacità e capire davvero cosa accada in paese. Se sei uno che fa domande e cerca risposte converrebbe stare alla larga dal municipio: forse resti assese ma di certo non gradito a chi comanda.
Scuoto la testa perchè sperare di spuntarla buttando il confronto in rissa o di intimidirmi alzando la voce è semplicemente puerile, così come lo è una scomposta e capricciosa fuga.
Per la cronaca posso dire che, superato questo incidente, tutti presenti hanno collaborato per oltre due ore in modo proficuo con l’assessore al Turismo, la signora Grazia Vicini, e l’assessore alla Cultura, la signora Pina Imogene. Nonostante le difficoltà di questo periodo le associazioni si stanno impegnando a fare del proprio meglio per l’estate assese.
Il vento, scivolando tra i massi della piana di Scarenna, racconta storie curiose ma spesso difficili da comprendere: essere vigili resta l’ultima speranza per cercare di intuire cosa, nel rigoroso silenzio, intenda fare chi “da anni si adopra instancabilmente per il nostro bene e quello del paese”.
Davide “Birillo” Valsecchi
“Le mani addosso”: vi ricordate quanto clamore lo scorso anno quando i bambini delle scuole nei loro temini scolastici volevano difendere, ovviamente a modo loro, i cedri e la cascata? Bhe, quelli oggi appaiono bei tempi: erano i bambini a comportarsi come bambini quella volta… (vedi articolo LaProvincia)
Ecco come titolava ieri il quotidiano La Provincia di Como in merito alla seduta del Consiglio Provinciale riunito anche per decidere dell’ampliamento del vincolo a tutela della Cascata della Vallategna. Risultato della seduta? Voto unanime del Consiglio Provinciale per l’inedificabilità nella zona.
Si è in pratica raddoppiato il vincolo preesistente e lo si è reso più stringente: «Si è aumentata l’area vincolata nel 1931 del 110%. Va poi rimarcato che un vincolo paesaggistico non prevede l’inedificabilità, ma prevede vi siano delle prescrizioni da rispettare, noi invece abbiamo chiesto di non costruire» spiega l’assessore provinciale con deleghe a territorio e parchi Sergio Mina, colui che ha presentato la richiesta.
Sembra incredibile che solo un anno fa fosse tutto pronto per la costruzione di un supermercato, un progetto scongiurato solo da una mobilitazione generale senza precedenti: è quasi ridicolo rileggere o riascoltare oggi i proclami e le accuse che venivano mosse contro chi si era schierato a difesa della Cascata.
Ricordo le parole pensanti di Giovanni Conti nelle serate di Consiglio Comunale e le recriminazioni del Sindaco Giulia Manzeni che definiva la protesta antidemocratica, maldeducata e meschina perchè ledeva i diritti acquisiti dei privati (e forestieri) che reclamavano di costruire.
Evangelisti Nello, Pina Giordano, Pina Imogene,Vicini Maria Grazia,Villa Giordano, Bonanomi Pasquale, Butti Serena, Garzo Saverio, Massari Pasquale e Versace Agostino: ecco i nomi dei consiglierei di maggioranza che, all’unanimità, approvarono la costruzione del supermercato salvo poi, cinquanta giorni dopo, revocare tutto esponendo il fianco ad una causa legale che trascinerà il Comune come imputato nel ricorso al Tar.
Sono il gruppo dei “Cittadini Indipendenti”, molti di loro però non hanno mai nemmeno preso parola in consiglio per sollevare dubbi, obiezioni o proposte: indipendenti ma perfettamente allineati. Sappiamo oramai bene che la vera mente, il vero regista tra le mura del municipio, è il Geometra Giovanni Conti, ex sindaco e politico assese da oltre venticinque anni: sarà lui il primo che chiameremo a rispondere in modo diretto e peronale per tutti i danni che le loro scelte rischiano di cagionare al futuro di Asso per il ricorso.
Ironia della sorte fu proprio lui, dieci anni fa, a nominarmi “cittadino benemerito” e a caricarmi sulle spalle il senso di responsabilità che mi ha condotto fin qui: ottima scelta Giovanni, hai pescato quello giusto dal mazzo.
Davide “Birillo” Valsecchi
Qui è disponibile l’articolo integrale pubblicato da La Provincia di Como: Asso 06/04/2011
Qui invece è disponibile la poesia che un anno fa circolava su Internet ed in paese mentre ero in Africa e che tanto suscitò polemica. Ironia del destino dopo averne sentito tanto parlare sono riuscito a leggerla solo ora: La Vallategna – Anonimo dai Cepponi
Ed egli disse: “Vale più la vita di una persona che un pino” e a quelle parole nubi tetre colme di rabbia e sdegno si accalcarono nel cielo della Vallassina.
Questo non fu l’inizio, questo fu solo il momento culmine della grande crisi dei Cedri di Asso: il tempo dei grandi proclami in televisione mentre le carte e le perizie, ancora tutte segretate, raccontavano storie diverse e spesso tanto lontane dalla realtà da apprire ridicole per quanto ipocrite.
«Gli alberi non hanno nulla – dice ora il Vice Sindaco Giovanni Conti – nessuna malattia occulta, questo è un bene perchè se le piante sono in salute si può realizzare la rotonda in sicurezza.»
Solo la scorsa estate era pronto a scommettere, nero su bianco, che le piante fossero sue coetanee e che assolutamente non vi era alternativa al loro abbattimento per la suprema salvezza dei cittadini di Asso: chi non avesse compreso l’importanza di queste due non-verità era uno sciocco ed un irresponsabile, un facinoroso ambientalista dedito solo all’opposizione di una sublime e coscienziosa maggioranza ( …prima delle 2700 firme raccolte i contrari erano “i quattro gatti delle piante”)
Pare che oggi “Il Vice”, visto il vento che ha preso a tirare all’alba delle prossime elezioni, abbia cambiato idea e che ora sia Lui il paladino degli alberi: “il lupo perde il pelo ma non il vizio”, staremo a vedere.
Su La Provincia di Como un nuovo articolo racconta di come Venerdì siano intervenuti nuovamente gli agronomi per ulteriori accertamenti. Questa volta il Comune di Asso non ha incaritato il Dott. Guzzetti, che aveva precedentemente espresso considerazioni clamorosamente sbagliate, ma ha interpellato lo studio del Dott. Buizza.
Il dottor Buizza è l’agronomo che ha aiutato l’opposizione e gli “irriducibili” nello sconfessare la funesta perizia che condannava ingiustamente i cedri. E’ il presidente degli agronomi di Como, Lecco e Sondrio ed un esperto di tutela e conservazione di Piante Monumentali: una nuova e gradita garanzia in questa odissea.
Morale della Favola: «“I cedri hanno sessantanni” e “non esiste soluzione alternativa all’abbattimento dei cedri” sono ormai evidentemente due non-verità in buona parte rettificate anche dal loro enunciatore: Giovanni Conti. Se non erano bugie erano perlomeno stupidaggini proclamete come verità per un anno intero: ora, prima di “appuntarsi medaglie” per i nuovi lavori della rotonda, dovrebbe quantomeno scusarsi per aver ripetutamente offeso chi in passato ha costantemente cercato di mostrare quanto fosse in errore. Inoltre, dopo tutto questo, deve ancora dimostrare di essere all’altezza e di essere persona affidabile prima di iniziare quest’opera così “radicale” per le piante ed il paese».
Davide “Birillo” Valsecchi
Esercitazione di Logica Booleana applicata ai Cedri:
Giovanni Conti dichiarò a La Provincia di Como sull’edizione del 6 Maggio 2010 “Quando scrive Valsecchi è a mio parere offensivo e privo di senso”. Formalmente la ricerca della verità non è mai offensiva nè tantomeno priva di senso.
Una bugia (lie) è un’affermazione intenzionalmente falsa. Una non-verità (not true) è un affermazione che, sebbene data per vera, in un secondo tempo si è mostrata per quello che è: un falso (false).
L’algebra astratta di Boole, nota anche come logica Booleana, è una branca della matematica che permette l’elaborazione di espressioni nel’ambito del calcolo proposizionale aventi come operatori solo le variabili di verità booleane 1 e 0, vero e falso.
Nel linguaggio comune quando una non-verità viene individuata, laddove non persistano gli elementi che permettano di etichettarla come bugia, viene gergalemente etichettata come “idiozia” specie quando, alla luce dei fatti, la falsità diviene ovvia in contrapposizione alla veemenza con cui era stata espressa.
“I cedri hanno sessantanni” e “non esiste soluzione alternativa all’abbattimento dei cedri” sono ormai evidentemente due non-verità in buona parte rettificate anche dal loro enunciatore.
Per questo motivo non è possibile affermare che vi fosse una volontà mendace nelle non-verità proclamate da Giovanni Conti, tuttavia emerge che gran parte di quello che ha detto per oltre un anno in merito ai cedri o alla rotonda si è rivelato falso o quanto meno non vero se non addirittura stupido.
Sono appena rientrato dalla Tanzania e con una certa trepidazione ho chiamato il mio amico Giulio Malinverno, Ingegnere Aerospaziale e membro della squadra di ‘Cima’: “Come è andata? E’ tornato?”
Per scaramanzia avevo taciuto tutto fino al definitivo rientro dello Shuttle Discovery dalla missione STS-133, l’ultimo volo di questa storica astronave in servizio dal 1984 e che vanta al suo attivo 39 missioni spaziali ed alcuni importanti primati.
Il Discovery ha portato in orbita il modulo Leonardo realizzato dall’Agenzia Spaziale Italiana per la ISS, la Stazione Spaziale Internazionale. Con sé aveva però anche un piccolo pezzo della nostra Asso.
La NASA, l’ente spaziale americano, aveva infatti dato vita ad un’iniziativa per commemorare questo storico veivolo. Prima del decollo infatti erano state raccolte e selezionate via Internet un’ampio numero di immagini che sarebbero state portate in orbita dal Discovery durante la sua ultima missione attorno alla Terra.
Grazie all’impegno di Giulio anche noi siamo riusciti ad inserire una foto tra le tante decollate con lo shuttle. Giulio infatti ha consegnato alla storia una fotografia che lo ritrae insieme alla sua famiglia (ed il fido cane Carlotta) in posa proprio davanti ai nostri cedri nella storica giornata di Santa Apollonia del 2010.
Ora, che lo shuttle è rientrato alla base completando la sua missione posso mostrarvi il certificato “Face in Space” che Giulio ha ricevuto della NASA. Per un attimo l’intero lo spazio ha potuto osservare la piccola navicella costruita dall’uomo e le immagini che aveva portato con sè, contemplando, oltre a Carlotta, anche il più grande tra i due ultra centenari Cedri di Asso.
Un anno fa volevano abbatterli, grazie all’aiuto di tutti hanno raggiunto persino lo spazio!!
Il nove Febbraio è Sant’Appollonia, la Patrona di Asso. La santa è di origine egiziana ed la tradizione vuole che sia stata catturata e torturata dalla folla per colpa di un’indovino pagano, che le siano stati strappati i denti e che si sia gettata nel fuoco pur di non rinnegare Dio.
E’ la patrona sia di Asso che di Cantù e nella nostra chiesa sono conservati come reliquia alcuni dei suoi denti. Il fatto da piccolo mi impressionava parecchio non fosse che Papa Pio VI, nel 1700, ha gettato nel Tevere uno scrigno di tre chili pieno di presunti denti della Santa.
Se i denti della sfortunata Santa dal 249 dopo Cristo abbiano davvero viaggiato da Alessandria d’Egitto fino alla nostra Asso non mi è dato saperlo ma la Santa ed il rito del fuoco hanno sempre avuto la mia simpatia e continueranno ad averla.
Quello che posso dirvi con certezza è che lo scorso anno, sempre nel giorno della festa patronale, io ed Enzo abbiamo scattato quasi duecento foto agli assesi mentre abbracciavano i nostri storici Cedri.
Il 9 Febbraio del 2010 il destino delle piante sembrava segnato e tutto lasciava pensare che da lì a pochi mesi sarebbero state scelleratamente abbattute. Io per primo non nutrivo molte speranze e la gente interveniva sopratutto per celebrarne la memoria e catturarne un ricordo tangibile.
Ma il destino è spesso incredibile ed oggi quelle stesse piante sono state riconosciute come un patrimonio da conservare sia per il valore paesaggistico che per quello storico: è stato infatti appurato che le piante hanno “per lo meno” cento venti anni e sono state testimoni della vita del nostro paese e dei suoi abitanti.
Con le foto dello scorso anno ho realizzato un piccolo filmato, una piccola testimonianza degli Assesi di oggi per gli Assesi di domani. Mi piace pensare che quelle piante sopraviveranno a noi e saranno parte del paese che ancora deve divenire, simbolo di appartenenza ed orgoglio storico di un paese che non ha smesso di crescere.
Per questo motivo voglio riproporvi quelle immagini ed invitarvi a scattare ancora nuove foto, a raccogliere nuove testimonianze trasformando la festa Patronale nell’occasione per incontrarsi e condividere qualcosa da preservare il futuro. Abbracciate le nostre piante e scattatevi una foto: domani, con i nipotini in braccio, ne comprenderete il vero valore.
Davide “Birillo” Valsecchi
Esimio Geometra, Apollonia si scrive con un “P” sola in tutto il mondo e per questo io, seguendo il suono del nostro dialetto, di “P” ne uso due: nonostante tre chili di denti in fondo al Tevere Santa Appollonia è patrona solo di Asso. Distinti…
“Vizi occulti”, così parlava dei Cedri di Asso il Sindaco in un’intervista di qualche giorno fa. Forse c’è veramente qualcosa di vizioso ed occulto in tutta questa storia e forse è per questo che ne sono diventato mio malgrado un protagonista.
“Lei dice che ora farebbero meglio a non toccare le tue piante, nzungo” mi disse un ragazzino traducendo la profezia di una fattucchiera africana. E’ curioso come quelle stesse parole siano state proferite, in modo molto più autorevole, anche dal sovraintendente Artioli qualche mese più tardi.
Dopo un anno mi ritrovo ad abbracciare i cedri prima di partire nuovamente per l’Africa: è un cerchio che si chiude, un riavvolgersi della storia. Parto mentre coloro che volevano abbattere le piante hanno affisso alle bacheche un nuovo progetto che le risparmia: c’è voluto un anno per questo.
“Se provate ad abbatterli senza spiegare agli assesi che avete fatto di tutto per evitarlo potete scommetterci che il paese insorgerà ed io sarò il primo a farlo!” Direi che fu pienamente profetica la mia osservazione.
Se quel giorno di inverno avessero messo da parte la presunzione si sarebbero risparmiati un anno di guai e qualche cassa di malox visto come sono andate le cose: avranno finalmente imparato? Dubito…
“Io ho vinto le elezioni, io ho il consenso, io decido senza spiegare niente a nessuno”, quando la sentii pronunciare quelle parole feci una promessa a me stesso: “se è il consenso ciò che le dà tanto potere sarà il consenso la prima delle cose di cui la priverò”. A quanto pare sono un uomo di parola se dopo un anno i cedri sembrano essere stati salvati ed i nuovi progetti della rotonda sono finalmente pubblici.
“Vale più una vita che un pino” recitava in tv dopo aver consegnato personalmente un documento colmo di falsità, di cui non poteva non esserne consapevole, solo per sovvertire il giudizio di un Sovrintendente della Repubblica. Chissà se finalmente la “rana nel pozzo” avrà imparato che ad Asso “gli asini hanno smesso di volare” e che le “bugie hanno le gambe corte”…
La gente però ancora dubita ed osserva preoccupata.Qualcuno in paese mi ha detto: “Vedrai, con le ruspe spezzeranno le radici dei Cedri e, dando la colpa alla società che farà i lavori, abbatteranno le piante versando lacrime di coccodrillo”.
Quella paura mi ha fatto sorridere: ciò che era giusto fare è stato fatto e vi è un limite ad ogni cosa. Quello che mi ha “trattenuto” per un anno intero sono state quelle piante ed il loro destino: se dovessero cadere e se le promesse fatte dovessero essere infrante non vi sarebbe più nulla da difendere ma solo torti a cui dare adeguata giustizia.
Non avrei rimorsi nello schiudere il “vaso di Pandora” che ho accuratamente custodito per tutto questo tempo. Nel vaso, come da tradizione, alberga la “speranza” ben protetta da nove “demoni”: se la speranza per i cedri dovesse essere tradita non vi sarebbe più nulla a trattenere la furia dei nove.
No, non nutro timori per le mie piante. Ora, come Sansone, i Cedri sono i pilastri del paese: se dovessero cadere trascinerebbero nella più cupa disgrazia tutti i filistei che hanno tramato contro di loro. Questa è la loro forza e la mia nuova promessa prima di partire.
“Vizi occulti”, materia con cui non conviene scherzare a cuor leggero per chi non vi è portato…
Davide “Birillo” Valsecchi
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“giù il gettone si vola” è l’espressione tipica dei giostrai che visitano Asso durante la festa di Santa Apollonia il 9 Febbraio per la festa Patronale.
Lo scorso anno, durante il classico mercato, abbiamo scattato oltre duecento foto agli assesi realizzando una testimonianza che non solo ha contribuito a perorare la causa dei Cedri ma ha anche permesso di realizzare un ricordo per il futuro: “Le facce di Asso”.
Quest’anno a Santa Apollonia io ed Enzo saremo in Africa ma mi piacerebbe se diventasse tradizione fotografarsi, anno dopo anno, con le nostre piante. Ecco gli assesi del 2010: