Grigna: Sasso Cavallo (1923m)
Il piano prevedeva che alle quattro di notte mi imbarcassi con gli altri alla volta del Pizzo Cassandra (3.226m), tuttavia avevo voglia di fare un “giro” insieme a Fabrizio con cui, da un po’, era mancata l’occasione: «Facciamo un giretto in Grigna. Niente di pesante, giusto per far due chiacchiere, che stanotte devo andare in quota». Purtroppo, come spesso accade, mi sono lasciato prendere la mano!
Fabrizio passa da casa mia ed insieme arriviamo in macchina a Rongio, una frazione di Mandello del Lario posta a 400 metri di quota ai piedi della Grigna. La Val Méria, su cui si affaccia Rongio, risale dalle sponde del lago verso i 2409 metri della Grigna Settentrionale ed i 2177 della Grigna Meridionale, ai suoi fianchi i 1365m dello Zucco di Sileggio ed i 1673m dello Zucco Pertusio. «Solo un giretto!!» mi ero ripromesso un’istante prima di scendere dalla macchina. Poi, diradandosi le nuvole, è apparso il Sasso Cavallo…
L’ultima volta che ero stato da queste parti risaliva a Febbraio quando, sempre con Fabrizio, eravamo saliti in invernale fino al Rifugio Elisa (Esplorazioni nella Nebbia). Per questo, raggiunta la famosa Grotta Ferrera, ho deciso di seguire il sentiero che costeggia il lato ovest dello Zucco Pissavacca (1244m) fino alla baita de La Gardata (1043). La vecchia mulattiera selciata risale tra i prati immergendosi poi in un ambiente alpino denso di pini e profumi di montagna.
Un ambiente davvero strepitoso «Amico mio ho idea che nel futuro “Cima” pascolerà più spesso in questa zona!» Fabrizio, ascoltandomi, rideva consapevole di quali esiti comportino solitamente queste mie parole.
Da la Gardata abbiamo puntato alla Pertica (1326m) fino a raggiungere la Val Cassina. Essere ai piedi del Sasso cavallo è una sensazione incredibile: 400 metri di roccia compatta costellata di muri perfettamente verticali. Un gigante!
Io mi sbizzarrisco in foto e filmati ammirando quell’immensità. Con il naso all’insù ho raccolto così tanto materiale che probabilmente sarà necessario scrivere un articolo intero per descriverlo tutto. «Accidenti! Accidenti! Ma hai visto che accidenti di posto è questo!??!». Fabrizio, sempre più divertito, annuiva contento mentre io scattavo foto come un bambino.
La Val Cassina risale tra il Sasso Cavallo ed il Sasso dei Carbonari attraverso un vallone roccioso tra i due imponenti muraglioni di roccia. La stretta valle, invasa dalla foschia e dalla nebbia, è stata attrezzata con catene e pioli che permettono di superarne i passaggi ed canali più strapiombanti. Ovunque si percepisce la forza che in inverno la neve esercita in quell’anfratto angusto: le staffe e le scale metalliche sono torte e piegate e le rocce stesse sono sconquassate ed ammassate da quell’enorme e ciclico peso che si accula là in mezzo.
Meno di un anno fa, quando Fabrizio iniziava a muovere i suoi primi passi in montagna, in un ambiente simile l’avrei sorvegliato a vista con una certa ansia. Ora potevo invece andare più tranquillo dandogli voce ogni tanto e lasciandolo procedere da solo anche tra la nebbia. Incredibile quanta esperienza abbia fatto e quanto sia migliorato.
Giunti alla boccetta della Val Cassina (1823m) si incrocia il sentiero che sale verso la cima della Grigna ed il Rifugio Brioschi. «Senti, ci facciamo un paio di birre alla Bietti o andiamo in cima al Sasso?» Chiedo con leggerezza a Fabrizio. Lui ridendo mi ha semplicemente risposto: «Che te lo dico a fare… facciamo entrambe le cose!». Beh, è davvero migliorato il ragazzo!
Per raggiungere la cima del Sasso Cavallo da Nord ci si deve immergere in un lungo e gradevole sentiero tra i pini mughi ed i rododendri che, con qualche passaggio tra le rocce, arrivano alla sommità del gigante. Lassù, quando il prato incontra la strapiombante parete, c’è solo un piccolo ometto di sassi a segnare la cima. Purtroppo per noi quel magnifico terrazzo sul Lario era invaso dalla nebbia e l’unica foto interessante da fare è stata un autoscatto dei nostri faccioni sudati!
Ridendo e scherzando c’eravamo sparati 1500 metri secchi di dislivello ed era davvero giunto il momento di mettere le gambe sotto ad un tavolo. Dal Sasso Cavallo siamo scesi fino al Rifugio Bietti dove i simpatici e cordiali gestori ci hanno sfamato con affettati e polenta saltata. (dura la vita della montagna!!). L’anfiteatro che circonda il rifugio è uno spettacolo straordinario carico di curiosità alpinistiche che vanno dal Canale Guzzi al Canale della Neve. «C’è davvero un mondo da scoprire qui! (intanto mangiamo…)»
Per la discesa abbiamo imboccato il sentiero dell’asino tenendoci ad est dello Zucco Fontana e tornando a La Gardata passando da La Cetra. E’ stato nella discesa, soprattutto grazie al tranquillo tepore pomeridiano, che abbiamo potuto imbatterci in diversi esemplari di caprioli e camosci a distanze davvero ravvicinate. Il buon Fabrizio ha infatti cominciato ad imparare cosa significhi “muoversi silenziosamente”.
1550 metri di dislivello ed oltre 15km di sviluppo in ambiente non sono esattamente un “giretto”: ho avuto giusto il tempo di preparare lo zaino, mangiare un boccone e buttarmi in branda prima che la sveglia suonasse di nuovo alle tre e mezza di notte. Mi sono lasciato prendere un po’ la mano ma credo ne valesse la pena. Grazie ancora al mio socio per essere stato parte di quest’ennesima scorribanda!
Davide “Birillo” Valsecchi
Ps. Il sasso cavallo è preoccupantemente magnifico!!