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Porta Pia: come ti chiudo una breccia vecchia di 150 anni

Porta Pia: come ti chiudo una breccia vecchia di 150 anni

Bersaglieri Vs Digos
Bersaglieri Vs Digos

Io sono di Asso, un paesino dove si discute per lo più di Cedri ed abusi edilizi, non sono certo nè un opinionista, sebbene abbia le mie opinioni, nè un giornalista, sebbene qualche storia la racconti. Tuttavia Asso è per me il centro del mondo, o per lo meno del mio mondo.

E così capita che in trattoria entri dalla porta una giovane ragazza romana che ha trascorso le estati della sua infanzia proprio qui ad Asso: straniera e femmina era impossibile non attaccassimo bottone. E’ in questo modo che abbiamo conosciuto Adele Orioli: in paese i più anziani la conoscono come “la nipote dell’avvocato Gianni” che, a detta di tutti, era una tra le persone più rispettate e benvolute nella vecchia Asso.

Adele è un legale esperto che  si occupa di casi abbastanza particolari, è infatti responsabile degli aspetti legali di un’associazione a difesa della laicità dello stato. Inizialmente trovavo curioso servisse un avvocato per “gabole di chiesa” ma, informandomi meglio, ho scoperto che la religione, ed in particolare quella Cristiana, hanno una grande influenza nel nostro paese anche a livello giuridico oltre che economico e politico (…che scoperta!!).

Curiosamente l’altro giorno c’è stata una grande celebrazione della Presa di Porta Pia avvenuta il 20 settembre 1870. In 34 anni di vita era la prima volta che mi “accorgevo” esistesse una simile celebrazione nonostante il generale che guidò l’assalto fosse  il famoso Raffaele Cadorna di cui abbondano vie e  piazze (La stazione ferroviaria di Milano è dedicata al  figlio,  Luigi Cadorna, generale nella I Guerra Mondiale).

La storia è abbastanza semplice: il Papa reggeva il potere spirituale e temporale in buona parte del Sud Italia, in pratica era un Re-Sacerdote dotato di “ampio potere pratico”: le differenze sostanziali tra Papa Pio IX e l’Ayatollah Khomeyni non sono poi moltissime dal punto di vista politico.  Re Vittorio Emanuele II e Cavour diedero quindi l’ordine a Cadorna di attaccare la città che cadde dopo che fù aperto lo storico varco che permise ai bersaglieri di entrare.

Una volta conquistata Roma il Regno d’Italia traferì qui la sua capitale da Firenze . Papa Pio IX, che disponeva di un esercito internazionale di oltre 15.000 uomini sotto il comando del Generale Kanzler, oppose una resistenza puramente simbolica ma si proclamò «prigioniero dello stato italiano» ed emise il famoso proclama Non expedit, con cui vietò ai cattolici italiani la partecipazione alla vita politica italiana.

Ieri, tristemente, la rievocazione è stata celebrata in pompa magna più che altro per contrastare “Il Roma Ladrona day” organizzato a Venzia dai leghisti  qualche settimana fa. Un aspetto che, neppure troppo celato, è di per sè una vergogna per gli importati aspetti sociali e politici che rappresenta questo evento storico.

Un ‘altro aspetto che diventa tristemente divertente è che sono state invitate a parlare le alte cariche del mondo eclesiastico mentre, nella celebrazione del giorno in cui lo “stato laico mise fine al potere temporale della Chiesa”, tutte le associazioni a difesa della laicità dello stato sono state tenute lontano dai festeggiamenti dalla Digos: trattenuti, schedati ed allontanati. Ovviamente ora tocca ad Adele tirarli fuori dai guai tutti questi “Senza Dio” che volevano festeggiare la liberazione di Roma!!

Sull’attuale politca Italiana siamo costretti a stendere un pietoso velo ma, sebbene abbia una profonda fede in Dio, comincio a pensare che recentemente le religioni abbiano un po’ rotto le palle. Non ho una gran simpatia per l’attore e regista Woody Allen ma riporto volentieri quello che ha dichiarato qualche tempo fa ad un festival: “Penso che l’attuale ritorno di spinte religiose, che si stanno verificando nel mio paese ma fondamentalmente in tutto il mondo, non ha nulla a che vedere con la religione ma molto più con la politica, la psicologia, la corruzione. La religione viene strumentalizzata ed utilizzata come scusa per motivi politici o per fomentare conflitti psicologici. Ma ciò non ha nulla a che fare con i sentimenti dell’essere umano che si interroga sulla sua presenza nel mondo, sull’esistenza di Dio o sulla sua mancanza”.

Dio come al solito fa quello che gli pare ed io prendo esempio: prima o poi, se entrambi esistiamo realmente, ci incontreremo inevitabilmente senza neppure troppo cercarci. La capitale d’Italia? Credo sia Roma ma infondo poco importa,  la capitale del mio mondo resta Asso.

Davide “Birillo” Valsecchi

11 Settembre: il ritorno dell’Epoca Maya

11 Settembre: il ritorno dell’Epoca Maya

I Buddha di Bamiyan
I Buddha di Bamiyan

Nella foto qui accanto potete vedere il momento dell’esplosione delle statue del Buddha  di Bamiyan, distutte dai Talebani nel Marzo del 2001, qualche mese prima delle Torri Gemelle. Le due statue erano state scolpite nella roccia quasi 1800 anni prima da una piccola congregazione di eremiti buddisti.

Distrutte per seguire rigidamente quanto dichiarato dagli Imam Afgani: «In base al verdetto del clero e alla decisione della Corte Suprema dell’Emirato Islamico, tutte le statue in Afghanistan devono essere distrutte. Tutte le statue del paese devono essere distrutte perché queste statue sono state in passato usate come idoli dagli infedeli. Sono ora onorate e possono tornare a essere idoli in futuro. Solo Allah l’Onnipotente merita di essere adorato, e niente o nessun altro. »

L’Egitto e la Turchia sono paesi mussulmani ma mai gli verrebbe in mente di abbattere le piramidi o altri storici palazzi. Questo avviene quando pastori cialtroni ed ignoranti vengono incitati da locali signori della guerra un tempo istruiti da Russi ed Americani durante l’invasione sovietica dell’Afghanistan tra il ’79 e l’89.

Già, perchè allora i ribelli talebani erano supportati nella resistenza contro “il regime dei comunisti atei senza Dio”. Nel 1988 nei titoli di coda di Rambo 3 si leggeva: “Dedicato al valoroso popolo afgano”. Ironia della sorte ora sono accusati di aver ucciso 2974 civili nel cuore di New York e per questo invasi dagli USA.

In questi giorni un tale Terry Jones, un americano con i baffi bianchi e lo sguardo di chi ha fatto i colpi di sole guardando la luce di Dio, minaccia di bruciare il Corano. Il mondo grida allo scandalo ed i mussulmani si strappano le vesti urlando vendetta. Io sarei curioso di sapere che tipo di edizione vorrebbe mettere al rogo: economica o lusso?

Già, perchè da noi bruciare libri è tabù, si richiama alla mente l’eco dei roghi nazisti, dei nemici mai dimenticati perchè ormai sconfitti.  Tuttavia, in assenza di grandi roghi, mi domando come il reverendo Jones intenda bruciare il suo piccolo libro, se intenda usare un altare o qualcosa di simile giusto per enfatizzare e per dare un tocco di pagano misticismo al suo piccolo rito.

Poi però mi torna alla mente Nick Berg, 26 anni, americano, originario della Pennsylvania: «Mi chiamo Nick Berg, mio padre si chiama Michael e mia madre Suzanne», dice l’uomo nel video che lo ha reso famoso. «Ho un fratello e una sorella, David e Sara. Vivo a Filadelfia». Poi i cinque uomini  lo sgozzano urlando al grido di «Allah Akhbar».

Qualcuno in Italia ricorda Fabrizio Quattrocchi e cosa accadde nel 2004? Mi pare assodato che per i talebani un loro libro vale più della testa di qualcuno…

Il 2012, la terribile fine del mondo, si avvicina per compiacere i fricchettoni New Age di tutto il pianeta. Forse è per questo che tutte le vecchie religioni cercano di dare una spruzzata di Maya introducendo nei propri sacramenti il “sacrificio agli dei”, siano essi uomini o libri. Hernán Cortés Monroy Pizarro ebbe a dire nel 1500: «Ed essi prendono i loro figli per ucciderli e sacrificarli ai loro idoli». Oggi i Maya sono stati spazzati dalla faccia del pianeta ma non è cambiato molto in fondo.

Ma Dio? Dio che dice? Se ne sta zitto, in mezzo a questo pantano di idioti che dicono sciocchezze in suo nome non può altro che tacere, tacere e sperare che prima o poi si metta giudizio o il giudizio sarà costretto ad emetterlo Lui.

Davide “Birillo” Valsecchi

PS: Caro Dio, oggi abbiamo sistemi di ricezione avanzatissimi ma ancora non riusciamo a metterci in contatto con te. So che sei abituato a far parlare cespugli infuocati ma, in attesa di un tuo ulteriore segnale, possiamo organizzarci facendo finta che tu non ci sia? Sai, qui si continua a litigare per colpa tua ;P

Patria e Liemba, Lario e Tanganica

Patria e Liemba, Lario e Tanganica

Piroscafo Patria/Savoia
Piroscafo Patria/Savoia

Mentre eravamo in Africa vi abbiamo raccontato del Liemba, la storica motonave che dal 1915 solca le acque del Tanganica, il gigantesco  lago nel cuore dell’Africa.

Il Tanganica è il confine naturale tra la Tanzania, Repubblica Democratica del Congo, Burundi e Zambia. E’ un territorio raggiunto da poche strade, nessuna asfaltata. Il Liemba è l’unica nave che effettua servizio trasporto passeggieri lungo i 700km di estensione del lago.

Il Liemba era originariamente chiamato Graf von Götzen ed era stato costruito dai tedeschi in Germania, trasportato smontato in nave fino a Dar er Salam e da qui in treno lungo la ferrovia Central Line, oggi non più in funzione, fino a Kigoma dove fu riassemblato e varato.

Durante la I Guerra Mondiale fu affondato volontariamente dai tedeschi nel tentativo di impedirne la cattura  da parte degli inglesi. Grazie al grasso con cui furono rivestiti e protetti i motori il Graf von Götzen rimase immerso nelle acque del lago dal 1916 al 1924.  Nel ’24 gli Inglesi riuscirono a trovarlo e a riportarlo in superficie rimettendolo in servizio sul lago con il nome di MV Liemba.

Nel 1997 il Liemba fu impiegato dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati per trasportare, in più di 22 viaggi, oltre 75.000 profughi fuggiti dallo Zaire durante la prima guerra del Congo. Il Liemba è di fatto un museo galleggiante ma è affascinante come nonostante i quasi suoi 100 anni sia ancora pienamente in servizio attivio nel cuore dell’Africa su un lago tanto ampio da sembrare sconfinato.

Ma come sempre parto da lontano per raccontarvi qualcosa che ci è più vicino. Anche il Lago di Como, il nostro Lario, ha le sue storiche navi a vapore, i suoi famosi piroscafi a ruote: nomi come  “Italia“, “Trieste“, “Milano“, “Forza“, “Unione” solcavano il nostro lago.

Sebbene molte di queste vecchie glorie siano stati demolite una buona parte di questi piroscafi sono stati riammodernati come motonavi. In servizio attivo è rimasto solo il piroscafo “28 Ottobre” ora in navigazione con il nome di “Concordia“.

Il piroscafo “28 Ottobre“, gemello del “Savoia“, viene impostato presso il cantiere di Dervio della Lariana il 3 settembre 1926.  In virtù della loro grande capacità, della loro velocità, e della loro modernità, il “Savoia” e il “28 Ottobre” vengono subito destinati ai servizi principali tra il capoluogo e l’alto lago, in particolare nei mesi estivi.

Il 28 maggio 1927 il re Vittorio Emanuele III giunge a Como per l’inaugurazione delle Esposizioni del Centenario Voltiano a Villa Olmo. Dopo l’inaugurazione il re s’imbarca sul piroscafo “Savoia” per una crociera in centro lago. Il “Savoia” è scortato dai piroscafi “Plinio” e “28 Ottobre”.

La seconda guerra mondiale travolge gran parte delle imbarcazioni lariane ma il  “Savoia” ed il  “28 Ottobre” riescono a salvarsi e dopo il conflitto tornano a navigare sul lago come “Patria” e “Concordia“.  Il nesso tra i due nomi è indicato dallo stesso comm.Baragiola, attraverso il motto posto sul Concordia “Concordia, salute della Patria“.

Oggi il “Concordia” è ancora in servizio ma il suo gemello è stato dismesso ed ora, acquistato dalla Provincia di Como, giace ancora in un cantiere a Dervio. Proprio l’anno scorso abbiamo avuto l’occasione di ammirerne la struttura esterna accostandoci con la Canoa durante il viaggio dei Flaghéé.

Fortunatamente, proprio mentre vi scrivo, ho trovato una pubblicazione della Provincia di Como in cui il presidente Leonardo Carioni assicura che il Patria tornerà ad essere un elemento di prestigio del nostro lago e che sarà riportato in servizio per l’Expo del 2015. Ecco il link all’articolo: Piroscapo Patria, Entro 2 anni il battello tornerà a navigare

Chissà, forse come lo strepitoso Liemba anche il nostro Patria tornerà ad essere la regina del Lago nonostante il cambio di nome ed un “quasi” affondamento: “Possiamo essere giunti fin qui su navi diverse ma, ora, siamo tutti sulla stessa barca” Martin Luther King

Davide “Birillo” Valsecchi

Italia: terra dei bovini giovani

Italia: terra dei bovini giovani

La crisi di Sigonella
La crisi di Sigonella

Ieri stavo studiando un po’ di storia. Leggevo i documenti relativi alla {it:Crisi di Sigonella} , uno degli attimi di tensione tra Stati Uniti ed Italia in seguito al sequestro dell’Achille Lauro da parte di terroristi dell’OLP.

Un intrigo internazionale che ebbe uno dei momenti più critici sulla pista aerea di Sigonella la notte tra il 10 e l’11 Ottobre del 1985. L’aereo egiziano che trasportava i dirottatori dell’Achille Lauro verso Tunisi viene dirottato dai caccia Americani e costretto all’atterraggio nella base condivisa tra americani ed italiani.

Tutti vogliono mettere le mani sui terroristi ma la situazione è così complicata che tutti rivendicano diritti e sovranità d’intervento. L’aereo atterra. A custodia dei quattro terroristi ci sono 10 guardie armate di Re Hussein d’Egitto, il veivolo viene circondato da 30 avieri della VAM, Vigilanza Aeronautica Militare Italiana.

L’Italia rivendica il diritto di processare i colpevoli che hanno effettuato un dirottamento su una nave Italiana. Gli americani vogliono i colpevoli dell’assassinio di Leon Klinghoffer, americano, ebreo, disabile, unica vittima dei terroristi palestinesi sull’Achille Lauro.

I VAM sono polizziotti militare in presidio alla base, non sono un corpo scelto e non sono nè equipaggiati nè addestrati per esserlo. I VAM vengono accerchiati da una squadra in assetto da combattimento della Delta Force Americana. I ragazzi della VAM sono circondati dai corpi scelti della nazione più potente del mondo. Non cedono il passo, la loro linea tiene, nessuno violerà il diritto della Legge Italiana.

Nel mentre arrivano i Carabinieri e circondano quelli della Delta che accerchiano quelli della VAM posti attorno all’aereo. Nessuno si muove, nessuno scende, nessuno cede, uno di fronte all’altro gli uomini si fronteggiano armati. {it:Mexican_standoff|Mexican Stand Off} da brivido.

E mentre le armi sono schierate la politica impazza. Ronald Regan, 40° presidente Americano, di fronte a Bettino Craxi, 16° Presidente del Consiglio Italiano, spalleggiato da Andreotti, Ministro degli Esteri, e Spadolini, Ministro della Difesa. Il Parlamento italiano si contorse sotto il pesso di una crisi internazione che si manifestava in quelle tre file di soldati schierati per più di dodici ore.

Craxi non cede, il mondo policito internazione e la crisi palestinese sono risucchiati su una pista d’atterraggio italiana. Quello che diverrà il principe di Tangentopoli tiene testa agli Stati Uniti e la spunta. Scatta la crisi di Governo, i rapporti con gli USA quasi si interrompono ma alla fine la crisi rientra. Non posso dirvi se ha trionfato la giustizia ma di certo fu la politica a vincere.

Accendete oggi la televisione, guardate il nostro paese. Dov’è la politica? Tutto questo ciarlare di droga, puttane, minorenni e transessuali mentre una guerra impazza in Irak ed Afganistan, mentre Iran, Corea, India, Pakistan e Cina sventolano le atomiche. Dove sono i politici?

Cosa racconterà la storia di questo nostro paese? Di omicidi per cocaina, di accoppiamenti “non convenzionali” di politici, di subrette, di un paese in mano ai nani e alle ballerine da circo? Di arraffoni che ormai si infilano soldi altrui nelle tasche sorridendo in telecamera?

I ragazzi del VAM, in questa Italia degradata, terrebbero ancora testa ai Delta? Crediamo ancora in questo paese? Non lo so, dicono che il popolo sia bue e comincio a pensare che ormai possa andare solo peggio. L’ironia della sorte l’ho trovata nell’etimologia della parola Italia: terra dei bovini giovani. Forse è un nome azzeccato.

Aggiornamento 13/01/2009: Quando ho scritto quest’articolo mi sono piovute addosso critiche di tutti i tipi. In realtà avevo cominciato a scrivere coivolto dai fatti di Sigonella e poi stupito dal ruolo che avevano avuto i politici coinvolti (non avevo una grande opinione di loro). Ero anche turbato da tutto il ciarpame che veniva sbattuto in prima pagina sul caso Marrazzo. Mi sarebbe piaciuto anche raccontare di come vidi, all’età di 16 anni, le immagini dell’Hotel Raphael di Milano. Quelle famose del lancio delle monetine a Bettino Craxi. Sarebbe stato interessante tracciare la “parabola” vista con gli occhi di allora e rivista oggi con un po’ più di senno ma il rischio di scivolare nella politica era alto e lo spazio breve. Oggi però in Italia si fa un gran parlare di intitolare una via  a Craxi ed è curioso come fossi sul “pezzo” già allora. Come la penso io? Non credo abbia importanza, ma è interessante, oggi, rivedere la politica di allora. Insegna molto su ciò che accade oggi.

Davide “Birillo” Valsecchi

LHC: in cerca di Dio!!

LHC: in cerca di Dio!!

Torre di Babele - Pieter Bruegel 1563
Torre di Babele - Pieter Bruegel 1563

“Dio ha molte forme ed un sacco di nomi ma non importa come lo chiami, di solito Lui non risponde”. Questo mi ha sempre fatto ridere.

Qualcuno dice che Dio sia inconoscibile e quantunque fosse possibile conoscerlo l’illuminazione che ne avremmo sarebbe tale da annullare la nostra identità fondendoci con Dio stesso. Altri dicono che Dio sia già dentro di noi, che in fondo siamo già illuminati e fusi con tutte le cose che ci circondano. Non si capisce un granché…

Chissà cos’è realmente Dio e cos’è questa realtà in cui crediamo di vivere. Spesso è tutto così confuso, le religioni sono solo un rudimentale ed imperfetto strumento dell’Uomo con cui ha cercato di orientarsi in questo caos. Probabilmente mi beccherò una mezza dozzina di scomuniche sebbene consideri le religioni un patrimonio sociale, culturale e spirituale dell’uomo. Pazienza…

Il guaio di Dio è che è inafferrabile nonostante la sua presenza sia facilmente e costantemente avvertibile nel nostro profondo. Dio non si vede, non si sente, non si tocca, non si gusta e non ha odore, eppure spesso tutti questi sensi ci mandano strani segnali in cui ci sembra di aver sfiorato la sua percezione.

In fondo i nostri sensi sono imprecisi, fallibili e studiati per la nostra sopravvivenza all’alba della vita. Gli esseri umani sono tra quelle poche creature capaci di espandere i propri sensi, di allargare la propria percezione grazie alla propria mente. Alcuni uomini lo fanno seduti in meditazione nella neve delle montagne, altri nelle lenti di un telescopio o nei tracciati di un sismografo. L’uomo ha sensi nuovi ed è con quello che intende cercare Dio.

In Svizzera, a due passi da Noi, c’è una strana costruzione unica nel suo genere, costata uno sproposito e già ammantata di leggende: Large Hadron Collider, il super-accelleratore.

E a che serve questo anello fantascientifico che corre sotto terra? Serve a trovare il bosone di Higgs, quello che nel 1993, data la sua importanza nella teoria del modello standard della Fisica, è stato soprannominato dal Premio Nobel per la Fisica, Leon Max Lederman, come la “Particella Dio“.

Ecco qualcosa su cui riflettere. La Luce di Dio,  per millenni il sole come divinità ed oggi, i moderni scienziati, cercano Dio proprio costruendo una macchina in grado di accellerare un “qualcosa” di incredibilmente piccolo al 99,9999991% della velocità della luce lanciandolo contro un suo simile per vedere cosa avverrà allo scontro. Affascinante.

Dio non gioca a dadi, speriamo gli piaccia giocare a bocce! Cosa succederà quando e se l’uomo troverà la materia di cui è fatto Dio, quando riuscirà ad individuarlo, a toccarlo? Qualcuno, i soliti catastrofisti, parlano della formazione di un buco nero che si inghiottirà la terra. Balle, forse…

Se la nostra tecnologia fosse in grado di annientarci credo che Dio, semplicemente, eviterà di farsi trovare, siamo sempre poco più che bambini nell’universo. Abbiamo rischiato l’Apocalisse anche con il primo test nucleare, nessuno poteva sapere come sarebbe andata, poteva bruciare tutta l’atmosfera eppure siamo ancora qui. Apocalisse, letteralmente scoprire il velo, scoperta, rivelazione. Tutto ha un prezzo.

Nonostante le inquietanti analogie non credo che LHC sia una moderna torre di Babele.  Se poi lo fosse Dio si rivelerebbe un  fantoccio che crudelmente ci trattiene sulla terra senza darci la possibilità di ricongiungerci (re-ligio) con Lui. Niente che valga la pena di imitare, nulla verso cui protendere. La vita stessa perderebbe di significato. Comunque vada si scoprirà qualcosa di interessante sulla Natura di Dio e sul coraggio o la follia dell’Uomo.

Se poi fosse la fine del mondo quale sarebbe poi il problema? Se la terra andasse distrutta non sarebbe neppure un grande evento, nella vita di ognuno di noi rappresenterebbe nulla di più di un indiviuale accidente, nulla di più che un’immprovvisa malattia, un incidente stradale o un terremoto. La fine del mondo nella vita di una persona non è più significativa di una qualsiasi altra morte. Abbiamo tutti una scadenza infondo. Ma se lo trovassero veramente? Se trovassero Dio?

Accidenti, quello sì sarebbe un botto grosso. La fine del mondo come lo conosciamo e l’inizio di qualcosa di nuovo. Nessuno sa cosa potrebbe avvenire dopo. Michelangelo avvicinò il dito di Dio a quello dell’Uomo ma cosa avviene quando si toccano? Neppure lui lo poteva immaginare. Cosa succede quando l’uomo prende coscienza diretta di Dio? Non so, proprio non ho idea! Potremmo fare uno stravolgente ed possente balzo in avanti verso qualcosa di completamente nuovo e affascinante. Io dico “proviamo”, apriamoci una birra e godiamoci lo spettacolo!!

Non c’ero quando l’uomo sbarcò sulla Luna ma ho idea che mi attenda uno spettacolo altrettanto interessante! Forse sono nato nel momento giusto oppure mi è andata proprio male!!

P.s. i test, pubblici su Internet, stanno proseguendo e LHC al momento funziona seppur solo a sezioni disgiunte, ma comincia a girare e l’entusiamo, l’umanità e la positività con cui lavorano i ricercatori è di per se una piccola rivoluzione.

Attenzione: Proprio oggi, ironia della sorte, sono state effettuate dal LHC le prime collisioni di test. Potete seguire l’avanzamento dei lavori seguanrdo questo RSS: http://twitter.com/statuses/user_timeline/15234407.rss

Davide “Birillo” Valsecchi

E morirai nel tuo vomito…

E morirai nel tuo vomito…

v
Junkie

“Quello è un drogato, devi fare attenzione e non accettare nulla da lui. Prometti!!” Ricordo quello che mi diceva la mia nonna indicandomi i tipi strani che giravano in paese. Con il senno di poi non posso darle torto, dietro ai muretti e nei parchi i “tossici” lasciavano in giro le loro siringhe, prova evidente del male di cui si nutrivano.

All’epoca credevo che il vero problema della droga fosse l’inciviltà dei drogati che si ostinavano a lasciare in giro la loro immondizia. Il problema era che sporcavano, avessero imparato ad usare i cestini il problema sarebbe finito. Beata innocenza.

Ma tra gli anni ’80 e ’90 di innocenza ne è girata poca, la faceva da padrona l’eroina e gli aghi fiorivano nei cessi delle stazioni, nei giardini e nei boschi. Dalla città la piaga si diffondeva lungo le valli e disseminava croci nei paesi di montagna dove la tristezza di essere fuori dal mondo si sconfiggeva anche in un buco.

La Valtellina, ma anche la nostra Asso, ha avuto le sue vittime, le sue infinite tragedie ed è stupido ed ipocrita negarlo. Conosco gente di qui e di altri paesi bruciata nel fiore degli anni, ho visto piangere ragazzi tra il sangue e le lamiere ed ho incontrato ragazze bellissime che hanno barattato anima e corpo per spegnere il fuoco dell’astinenza.  Hiv, malattia, abbandono e miseria.

La mia generazione  ha visto chiudersi un ciclo, ha visto cadere il muro e schiudersi la speranza. Ha visto il mondo arrancare confuso in una fugace pace e poi precipitare, con due palazzi e due aerei, nuovamente nella paura. Il mondo è tornato buio e sinistri spettri tornano a lambire i giovani che si battono per il proprio posto al sole.

Crisi, paura, incertezza e gli sciacalli tornano ad affollare gli angoli cercando di campare vendendo le loro illusioni a chi è troppo stupido per guardare la vita neglio occhi e vedere quanto faccia schifo. L’eroina fa il suo grande ritorno accompagnata dalla più aristrocratica cocaina, tanto chic, che imbianca i nasi degli idioti che si beano di quei quattro soldi che hanno messo assieme, pronti a farsi di crack quando il portafoglio sarà vuoto. Pasticche e paste per dimenticare che si è giovani, per illudersi che la festa non finisca. E poi si precipita, come stelle cadenti verso il suolo per non alzarsi più.

Ho “messo via” quelli della mia generazione e quelli della precedente e a vedere l’attuale livello di stupidità temo di vedere la piaga diffondersi ancora, di vedere altri idioti che piangendo affogano nel proprio sangue supplicando “io non volevo”.

Sulle bustine di zucchero sta scritto: “al mondo esistono tanti lupi perchè pascolano tante pecore”. Se non sapete che fare della vostra stupida vita per lo meno non offritevi in pasto ai puscher che affollano discoteche e bar di periferia. Gente squallida che inquina il mio mondo nutrendosi della vostra vita.

I benpensanti vi diranno che non hanno visto mai niente, che è un problema di altri, che alle persone per bene non succede. Nessuno si droga e nessuno va a mignotte ma il giro è sempre là, attivo ed allarga il mercato. In vita mia io non ho mai girato lo sguardo, non ho mai avuto paura di guardare il mondo, ho visto scorrermi attorno di tutto ed il più delle volte ero lì anche quando le cose finivano male, perchè comunque finiscono male.

Non so che dire a questa generazione, in parte la spazzerei via a calci ed in parte non posso che provare tristezza. Eravamo così anche noi ed a volte è solo questione di fortuna. Posso dire che in questo strano gioco tocca fare la differenza ed il più delle volte non c’e’ niente e nessuno che ci possa aiutare in questo. Tocca arrangiarsi e battersi. Qualche volta, però,  basta un po’ di aria fresca e qualche amico per tirare avanti e vedere se c’è qualcosa di buono nel giorno che arriva.

Laciate perdere quello schifo, se deve finire che almeno non sia nel vostro vomito…

“don’t let the days go by glycerine”
by Bush – Glycerine 1992

Davide “Birillo” Valsecchi

Quello che una donna sa…

Quello che una donna sa…

Miyamoto Musashi
Miyamoto Musashi

In questi giorni mi sto dedicando a qualcosa di diverso. Ho sempre avuto un buon rapporto con il mio corpo ed ho istruito la mia mente negli ambiti più strani. Sono sempre stato un ricercatore, uno sperimentatore.

Uno delle storie che più hanno affascinato è quella di Miyamoto Musashi, un generale giapponese diventato uno degli spadaccini leggendari del Sol Levante. Musashi è l’autore de Il Libro dei Cinque Anelli, un opera che spazia dalla filosofia alla letteratura trattando di strategia militare. Un libro che descrivendo l’arte della spada inanella citazioni e spunti su cui riflettere: “Lo spirito con il quale si sconfigge un uomo è lo stesso con il quale si sconfiggono dieci milioni di uomini.”

Musashi è diventato parte del folklore e la sua vita è racconata in uno dei più famosi romanzi a puntate giapponesi del ‘900. Era uno giovane scapestrato la cui famiglia era stata sconfitta durante le lotte tra i clan. In disgrazia la sua storia lo vede prima reietto e fuorilegge e poi, grazie ai mestri che incontra durante il suo viaggio, sempre più maturo, famoso e saggio fino al leggendario duello di spade contro Kojirō “Ganryu” Sasaki.

Il suo addestramento non sempre fu leggero, il famoso monaco Zen Takuan infatti lo bastonò per bene e lo rinchiuse in una torre un anno intero affinchè leggesse tutti i libri conservati nel monastero. Questo per insegnare a Musashi quanto la conoscenza sia la prima arma di un guerriero.

Così, visto che la spada spesso si confonde con la penna, mi sono lasciato trascinare da un amica in un dojo dove insegnano Katori Shinto Ryu e si imapra l’uso della spada giapponese. Birillo armato di spada di legno è particolarmente ridicolo!!

Una delle prime cose che ho imparato è il concetto di “centro” e cosa significhi prendere o perdere il “centro”. Vediamo se riesco a spiegare quella che è una piccola magia che trascende nella filosofia.

Il centro lo scopri quando i due contendenti si trovano di fronte e le due spade sono affiancate fino ad incorciarsi per le punte. In questa posizione i due sono in equilibrio paritetico puntadosi contro l’un l’altro le proprie spade. Poi uno dei due semplicemente ruota la propria spada e rivolge il filo verso l’altra spada e, con un semplice gesto, spezza l’equilibrio, prende il centro.

Le spade sono curve ed ora, se entrambi portassero un affondo diretto, solo la spada di colui che ha il centro raggiungerebbe il bersaglio mentre l’altra, seppure di poco, finirebbe inevitabilmente deviata fuori sagoma. Se perdi il centro puoi sono ritirarti in difesa o tentare un attacco suicida il cui esito può essere deciso solo dagli dei.

Puo sembrare un dettaglio sottile ma non lo è affatto. Qualche giorno fa ne ho visto l’applicazione comprendendo la differenza tra una donna ed una ragazza. Una differenza sottile ma abissale: ad una donna, che ti si para davanti con i suoi profondi occhi nocciola, il centro non lo puoi rubare.

Con i tuoi occhi azzurri come il cielo di montagna puoi aver giostrato facili duelli con giovani ragazze ma questa volta i trucchi non ti salveranno. Di fronte agli occhi di una donna lei ha il centro, puoi solo ritirarti o portare il tuo attacco, consapevole di poter non arrivare a bersaglio ed essere trafitto a morte.

Questa volta ho paura che sanguinerò parecchio, più del solito!!

Davide “Birillo” Valsecchi

Dresda, la verità al di là del Muro

Dresda, la verità al di là del Muro

Dresda dopo il bombardamento
Dresda dopo il bombardamento

«La distruzione di Dresda ha un sapore epico e tragico. Era una città meravigliosa, simbolo dell’umanesimo barocco e di tutto ciò che c’era di più bello in Germania. Allo stesso tempo, conteneva anche il peggio della Germania del periodo nazista. In un certo senso, la tragedia fu un perfetto esempio degli orrori del modo di concepire la guerra nel XX secolo» (Frederick Taylor)

Continuano i festeggiamenti per il ventesimo anniversario della caduta del Muro di Berlino ed io continuo la mia piccola ricerca in quello che mi appare sempre più come il Medio Evo nel cuore del ‘900.

Ciò che disorienta non è tanto la crudeltà del mostro nazista, l’idra malefica dipinta fin nel dettaglio dai paladini che salvarono l’Europa, quanto le sfumature e gli spazi buii che emergono da ciò che tutti sanno ma che nessuno può dire. Per 28 anni l’Europa rimase divisa in due, spezzata perchè meditasse sul suo ruolo in quello che era il nuovo mondo, un mondo dove il vecchio continente era solo un territorio da spartire.

In realtà Americani, Inglesi e Russi avevano diviso l’Europa e la Germania molto prima del 13 Agosto del 1961, 16 anni dopo la fine del 2° conflitto mondiale che li vedeva vincitori. Le parti erano state fatte molto prima, l’11 Febbraio del ’45 e siglate nella Conferenza di Jalta dove Stalin, Roosvlet e Churchill decisero i termini con cui retribuire la relativa partecipazione nella guerra contro l’asse del Male.

Lo smembramento, il disarmo e la smilitarizzazione della Germania, visti come “prerequisiti per la pace futura” erano uno dei nodi centrali su cui verteva l’incontro. Gli accordi prevedevano che USA, URSS, Regno Unito e Francia, una volta sconfitta la Germania,  gestissero ciascuno una zona di occupazione che doveva essere provvisoria. In realtà questo diede vita a “dettagli” come la divisione della Germania fra Est ed Ovest, che finì solo nel 1989, e la Guerra Fredda, che forse si è solo cambiata d’abito.

Ma Dresda? Durante la conferenza, l’11 Febbraio, gli alleti stabilirono di dare supporto all’avanzata sovietica impiegando le forze aeree americane ed inglesi in un massiccio bombardamento della città di Dresda effettuato proprio tra il 13 ed il 15 Febbraio. Il primo risultato di Jalta fu dare vita ad una delle azioni militari più terribili della seconda guerra mondiale, il secondo fu l’ONU.

Il bombardamento aereo come atto terroristico nei confronti della popolazione civile. Lo scopo di un bombardamento a tappeto, nome in codice Operazione Thunderclap, si legge nei manuali inglesi essere questo: “The ultimate aim of an attack on a town area is to break the morale of the population which occupies it. To ensure this, we must achieve two things: first, we must make the town physically uninhabitable and, secondly, we must make the people conscious of constant personal danger. The immediate aim, is therefore, twofold, namely, to produce destruction and  fear of death”

[Lo scopo finale di un attacco ad una città è di infrangere il morale della popolazione che la occupa. Per ottenere questo dobbiamo acquisire due risultati: primo, dobbiamo rendere la città fisicamente inabitabile e, secondariamente, dobbiamo rendere le persone consapevoli di un costante pericolo personale. L’obbiettivo immediato è comunque quello di creare distruzione, paura e morte.]

1478 tonnellate di bombe esplosive e 1182 tonnellate di bombe incendiarie colpirono Dresda la prima notte. Il giorno successivo la città fu attaccata dai B-17 americani che, in quattro raid, la colpirono con 3900 tonnellate di bombe fra esplosive e incendiarie. Il bombardamento creò una tempesta di fuoco con temperature che raggiunsero i 1500°C. L’incendio che avvolse la città si estese per 18 kilometri quadrati.

Il calore provocato dal bombardamento diede vita, come era successo per il bombardamento del Porto di Amburgo, ad un vero e proprio ciclone. L’equipaggio di un bombardiere americano, tornato nelle ore successive, vide arrivare ad 8 mila metri di quota travi di legno ed altri tipi di materiale sollevato da una forte corrente ascensionale.

Gli archivi tedeschi parlano di 21.271 sepolture effettuate dopo il bombardamento. Il numero delle vittime il cui corpo non fu sepolto o ritrovato, distrutto o cremato dalle oltre 2000 bombe incendiarie, non può essere calcolato. Kurt Vonnegut, scrittore americano che si trovava a Dresda come prigioniero di guerra proprio durante il bombardamento, riporta nel suo libro, Mattatoio n. 5, l’impressionante cifra di 135.000 morti. Così tante vittime civili in meno di due giorni. Forse Hitler andava sconfitto perchè era un dilettante…

La città fu nuovamente bombardata dalla USAAF il 2 marzo, con altre 1000 tonnellate di bombe esplosive e incendiarie, e il 17 aprile, con 1554 tonnellate di bombe esplosive e 164 di bombe incendiarie.

La Battaglia d’Inghilterra, l’epico scontro aereo tra la Luftwaffe e la RAF, durò da Luglio al Dicembre 1940 e provocò un totale di perdite civili inglesi pari a 23.002 morti e 32.138 feriti. Una delle incursioni più drammatiche fu quella del 29 dicembre 1940 in cui morirono circa 3.000 civili. I numeri a volte si dimostrano incredibili ed enigmatici nella loro drammaticità!

Questi sono coloro che hanno salvato l’Europa. Non c’è da stupirsi se il vecchio continente non abbia più una sua identità e festeggi con tanta allegrezza la caduta del muro proprio con chi lo edificò…

Davide “Birillo” Valsecchi

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