Trail Running How To: come iniziare

Il mio infortunato ditino sta guarendo ma al momento sono ancora bloccato in casa. Anche “cima” risente un po’ della mia cattiva forma e, ahimè, passano giorni senza che scriva nulla: forzatamente in panchina mi consolo leggendo le avventure di blogger/atleti della nostra zona.

Tra questi vi è KayakRunner di Paolo Valsecchi e Kominotti dell’incredibile Giacomo “Giak” Cominotti. Voglio essere onesto: io provo un’ invida terrificante per questi due!

Paolo, che si chiama come mio padre ed ha un bambino di nome Davide, ha 46 anni ed inanella una dietro l’altra maratone e gare di montagna. Giak, che di anni ne ha 43, la scorsa estate ha completato entro le 24 ore le tre principali SkyRace del nostro territorio: il Giir di Mont, il Trofeo Scaccabarozzi e la ResegUp (tutte insieme!!!). Due mostri!

Io sono un gran camminatore ma quando osservo i loro percorsi non posso che rimanere a bocca aperta: “Come fa? Come può fare tutta quella strada in poche ore?!”. Io posso camminare giorni, settimane alle volte, non mi ha mai spaventato la distanza:  l’importante è avere abbastanza tempo, al resto in qualche modo provvedo.

Già, ma all’improvviso mi sono accorto che il rapporto tra lo spazio ed il tempo si chiama velocità, e mi sono reso anche conto che il mio mondo è fatto di segmenti divisi in 4 o 6 chilometri orari: ho fatto a piedi il giro del lago di Como attraverso le montagne, in canoa sono andato da Como a Venezia, ho affrontato trekking di settimane e grandi distanze ma, nonostante questo, sono sempre stato “lento” e questo spesso significa “pesante”, sia nella pratica che nella mente.

Invidio la loro “velocità” e la “leggerezza” che ne consegue. La invidio come si invidia qualcosa che non si conosce e che appare bellissimo. L’invidia però non è un sentimento per montagnini, non ci si può perdere in piccolezze e così mi arrovello: “Come si inizia a cambiare passo, come si scopre la velocità?” Lo so, la domanda può sembrare sciocca e la risposta più semplice sarebbe: “Hey Forrest! Esci di casa ed inizia a correre!”.

In realtà poi non è così semplice. Ho iniziato ad andare in montagna da bambino seguendo i cacciatori. Avevo dei grossi e pesanti scarponi di cuoio dismessi dal servizio di leva di un mio cugino svizzero. Sebbene io ora abbia 37 anni e viva nel 2013, quando ne avevo 8 ero un bambino con delle scarpe enormi, i calzettoni in lana spessa, i pantaloni in velluto alla zuava ed uno zaino gigantesco  con le bretelle in cuoio ed il bustino in metallo. Potrei dirvi che sono cambiato ma sarebbe vero forse solo nell’apparenza.

Sono un inarrestabile “carro armato”: tecnologia vecchia incapace di sopravvivere in un conflitto moderno. Il guaio è che il dinosauro vorrebbe davvero imparare a volare ma non sa da che parte cominciare. Così, con molta umiltà, eccolo qui a chiedere consiglio su ciò che si dovrebbe sapere, le nozioni essenziali da tenere in mente quando la fatica ed il dubbio consumeranno la volontà, la conoscenza di base che evita di farsi male: “i consigli di quelli bravi“ per cominciare a correre, un mantra a cui aggrapparsi.

Onestamente non saprei cosa aspettarmi. Forse un modello di scarpe, forse un link su internet o un libro. Forse solo una massima celebre di chi corre in montagna o una battuta divertente su cui scherzare quando non ce la si fa più.

Non lo so, questo è una specie di messaggio nella bottiglia: vediamo se “qualcuno di quelli che corrono” mi/ci saprà aiutare: «Birillo queste sono le 5 cose che devi tenere sempre a mente e a cui devi fare attenzione. Per il resto: testa sulle spalle e libera la bestia senza paura!»

Con tanta Ammirazione ( e/o invidia e/o voglia!)

Davide “Birillo” Valsecchi