[29 Maggio 1953] Anniversario prima salita Everest.
Anniversario della celebre salita compiuta dal Neozelandese Sir {it:Edmund Hillary} e dallo Sherpa {it:Tenzing Norgay} che scalarono dalla parete Sud l'{it:Everest}, la montagna che con i suoi 8.850 m s.l.m. è la piu’ alta del pianeta. Uno dei posti più inacessibili della terra che è stato raggiunto per la prima volta dall’uomo solo 60 anni fa ma che è lontano nella nostra memoria come storia antica.
La maestosità di questa montagna, sacra ai locali, è comprensibile già dai nomi con cui viene chiamata dai nativi: in tibetano è chiamato Chomolangma (madre dell’universo) e Qomolangma (珠穆朗瑪峰 pinyin: Zhūmùlǎngmǎ Fēng) in cinese. Il nome nepalese è Sagaramāthā (सगरमाथा, in Sanscrito “dio del cielo”).
Hillary e Tenzig furono i primi a riuscire in quell’impresa così incredibile per l’epoca tornando vivi. L’Everest è una montagna ricca di storie e di miti come l’avventura tragica e romantica di {it:George Mallory} scomparso nel Giugno del 1924 mentre tentava la salita della parete Nord dell’Everest. Nessuno sa se quel giovane avventuriero inglese di inzio secolo riuscì mai a raggiungere la vetta.
L’unica cosa che potrebbe rivelarci la verità sarebbe il ritrovamento della mitica kodak con la foto della vetta, ma questo non è ad oggi avvenuto. Un piccolo aneddoto svela che Mallory avesse avuto con se una foto della moglie che avrebbe lasciato sulla cima dell’Everest qualora avesse raggiunto la vetta. Questa non è stata rinvenuta nelle pure ben conservate vesti dell’alpinista.
Altre leggedarie imprese furono compiute da {it:Reinhold Messner} che nel 1978 raggiunse la cima dell’Everest senza utilizzare bombole d’ossigeno, allora risultato impensabile, superando poi se stesso nel 1980 ripetendo l’impresa in solitaria!
Sir Edmund è il primo straniero a ricevere dal governo del Nepal la cittadinanza onoraria e ha dedicato gran parte della sua vita ad aiutare il popolo nepalese degli sherpa tramite l’{it:Himalayan Trust} da lui fondato, riuscendo a costruire scuole e ospedali.
La conquista dell’Everest è una tra le più nobili ed avventurose della nostra storia ma purtroppo, come spesso accade, l’enorme difficoltà ha mostrato il meglio ed il peggio di cio’ che l’uomo puo’ offrire come avvenne nella storia di {it:David Sharp}, alpinista Inglese che morì sotto la cima dell’Everest il 15 maggio del 2006.
L’Everest non si è mai concesso con facilità agli aplinisti che ogni anno, sempre piu’ numerosi, accettano la sua sfida. Fino alla fine del 2007 hanno raggiunto la cima 3116 persone, mentre tra tutti gli scalatori che hanno affrontato la montagna ben 208 vi hanno trovato la morte.
Ma la storia di Sharp è ancora più terribile sebbene cinicamente semplice: membro di una spedizione documentaristica legata a Discovery guidata da Russell Brice si trovò in difficoltà durante la salita e rimase solo trovando rifugio in un piccolo anfratto della roccia noto come la caverna di “{en:Green Boots}” . Green Boots è il nome dato al cadavere di un alpinista sconosciuto che giace, conservato dal gelo, in quella grotta circondato da bombole esauste di ossigeno, il nome trae origine dal colore verde fosforescente degli scarponi in koflak indossati dalla salma.
La spedizione guidata da {it:Mark Inglis} e molti altri alpinisti passarono accanto a Sharp senza fornirgli nessun tipo di assistenza e proseguendo verso la conquista della cima.
Oltre 40 persone passarono accanto a David senza intervenire, racconti riportano che era necessario “sganciarsi dalla cordata per aggirare Sharp“. Solo la guida Jamie McGuinness assieme a due sherpa raggiunse 9 ore piu’ tardi Sharp ormai in condizioni gravissime. Restarono con lui, ancora cosciente, per quasi un ora tentando di farlo muovere.
Ma in quelle condizioni con due soli sherpa non era possibile superare gli ostacoli successivi ed il trio fu costretto a lasciare David solo, disteso sulla schiena mentre piangeva.
Dettagli di questa storia posso esser trovati in inglese sul sito everestnews.com
Sir {it:Edmund Hillary} si accanì pubblicamente contro la decisione di non tentare il salvataggio di Sharp: “Io credo che tutta questa brama di raggiungere la cima dell’Everest sia diventata orribile! Vogliono solo arrivare in cima. E’ assurdo incontrare un uomo colpito dai problemi della quota mentre cerca riparo sotto una roccia, togliersi semplicemente il cappello, salutare con un buongiorno e proseguire oltre!”
Il 26 Maggio dello stesso anno un’alpinista australiano, {it:Lincoln Hall}, fu trovato vivo, nonostante fosse stato dichiarato morto, dalla spezione composta da Dan Mazur, Andrew Brash, Myles Osborne and Jangbu Sherpa. La spedizione rinunciò alla vetta e grazie all’aiuto dei loro 11 portatori riuscirono a portare in salvo Hall.
Davide “Birillo” Valsecchi