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Cima-Asso.it, questo sgangherato blog che è diventato il diario dei Tassi del Moregallo, compie ora 10 anni di vita. Dieci lunghi anni, più di 1700 articoli pubblicati: racconti che spaziano in quattro continenti per aggrapparsi poi alle selvagge pendici dell’Isola Senza Nome. Nel 2008 i Social Network quasi non esistevano, i cellulari non avevano una connessione ad internet e la gente si scambiava ancora SMS a pagamento. Aprire un blog, pubblicare racconti con un telefono satellitare ed un pannello solare quando nelle case entravano le prime ADSL, è stata  un’avventura nell’avventura. Non esistevano “Influencer”, “Youtuber”, “Follower” o “Marchettari”: Internet era ancora una frontiera libera, “scrivere” significava lanciare un messaggio in una bottiglia ed affidarsi alle onde. Oggi le barriere sono cadute, i limiti e le difficoltà sono svaniti, il “canale” si è riempito di rumore, di sciocchi che strillano compiacendo ego e tornaconto: gli unici a prestare davvero ascolto sono i “robot” che ci spiano e profilano a scopo di lucro. La ragnatela, che brillava come un sogno nella rugiada del mattino, ha mostrato ora il volto del ragno famelico. Sono passati dieci anni, tutto è cambiato, anche io: ma non nei sogni nè negli ideali. Non mi interessa inseguire un pubblico, dare la caccia ai “like”, procacciarmi contatti e aderenze: tutto questo mi disgusta. Una parte di me è stanca e stufa, non vuole quasi più scrivere. Ma un’altra ancora crede nel sogno delle origini: un giorno, in un futuro lontano, le storie di “cima” sopravviveranno come graffiti analogici sulle pareti di un bunker post-atomico popolato da ribelli sopravvissuti. Quello che raccontiamo oggi vivrà nel futuro, nel cuore del “domani-domani”. Tutto il resto non importa, basta questo sogno per continuare. Così, più o meno una decina di mesi fa, più o meno a Luglio, ho deciso che era tempo di fare “ordine”, di dare forma e strutture a dieci anni di esplorazione, di rispolverare uno dei sogni più potenti che nei primi anni 2000 scuotevano Internet: la wikipedia. Già, la grande enciclopedia libera, la piccola rivoluzione di Jimmy “Jimbo” Wales che ha cambiato il mondo e che oggi diamo troppo spesso per scontata. Così nel cuore di “Cima”, pasticciando con il codice e la valanga di fotografie del mio HardDisk, ho tirato in piedi una piccola enciclopedia collaborativa interamente dedicata all’Isola Senza Nome. Uno spin-off della grande enciclopedia universale che sappia raccogliere ed organizzare la “conoscenza” del nostro territorio. Sulle pareti del Bunker ora tutte le tribù potranno scrivere e narrare la propria storia. Dopo dieci anni pianto un nuovo seme, con la speranza che anche altri mi aiuteranno a farlo diventare l’albero del mondo, del nostro mondo.

“L’Isola è la nostra casa, la pianura ed i laghi segnano i suoi confini. Ragazzo guarda all’orizzonte, ad oriente verso il grigio abbagliante delle Grigne, ad occidente verso la splendente muraglia bianca del Monte Rosa. A sud le punte del Resegone ed il miraggio delle Città. A Nord, oltre il culmine del Lario, la grandezza delle Alpi. Noi non siamo circondati, no, noi siamo al centro di ogni cosa. Qui, sull’Isola, viviamo in un mondo speciale, intriso di mistero e avventura. Ed ora, ragazzo, vieni con me. C’è ancora molto da fare: dobbiamo riunire le Tribù, fondare una Nazione…” – Il viaggio del Nostromo

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Davide “Birillo” Valsecchi

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