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Cresta Zucco di Cam

Percorrendo il lungo rettilineo che da Ballabio porta a Balisio appare una grande montagna erbosa che sembra riempire l’orizzonte della suggestiva valle tra il Due Mani, a destra, e lo Zucco dei Campei, a sinistra: quello è lo Zucco di Cam. Grazie ai suoi 2195 metri di quota ed alla sua posizione lungo la Dorsale Orobica Lecchese a ridosso della Val Biandino, è uno dei punti più panoramici della Val Sassina: dalla sua sommità si gode di un panorama straordinario che spazia in ogni direzione. La sua vetta, placidamente tonda ed erbosa, non sembra però affascinare o attirare la grande massa: meglio così forse. In realtà, come mi ha insegnato il Moregallo, più è docile la cima più è inquieta la montagna. Da Introbio (586m) è possibile salire alla Bocchetta di Pianca (1350m) e quindi alla Bocchetta di Foppabona (1950m) per raggiungere poi la vetta dello Zucco di Cam da nord, lungo placidi prati. Una bella salita, noi però volevamo esplorare una linea più diretta che, dallo Zucco di Cornisella (1520), guadagnasse la cima (2195m) risalendo direttamente la Cresta Sud-Ovest. Spulciando tra le carte abbiamo trovando nota di una vecchia traccia ormai abbandonata che, con maestria e malizia, riesce a superare i salti rocciosi della cresta dando vita ad una linea impegnativa, ma escursionistica, alla vetta. Questo si è tradotto in 700 appassionanti metri di dislivello vissuti navigando a vista tra rocce e prati vertiginosi. I principali salti rocciosi lungo la cresta sono 4, ma possono essere tutti aggirati con arguzia senza bisogno di impegnarsi in arrampicata. Una salita intensa attraverso uno scenario imponente ed ignonto. Giunti finalmente in cima siamo stati letteralmente rapiti dal panorama circostante che, in una magnifica giornata di fine estate, fremesa vivo ed intrigante. Nonostante gli impegnativi 1600 metri di dislivello che avevamo già nelle gambe ci sentivamo energizzati da quella vista e, forse famelici, abbiamo cercato di gustarne il più possibile. Così dal Pizzo di Cam siamo scesi al Rifugio Grassi, da qui, seguendo un lungo traverso, siamo giunti al Lago di Sasso, ai piedi del Pizzo dei Tre Signori. Siamo poi risaliti ancora al Rifugio Santa Rita incamminandoci lungo la Sponda di Biandino, il crinale tra la val Biandino e la Val Varrone. Solo giunti all’alpe Algoredo, quando ormai il sole iniziava ad essere basso all’orizzonte, abbiamo abbandonato quell’infinito crinale per scendere nuovamente ad Introbio. Dopo 11 ore di cammino avevamo esplorato la Cresta dello Zucco di Cam e percorso il periplo dell’intera val Biandino: 26 km per 2190 metri di dislivello, davvero non male!

NB. la Cresta Sud-Ovest del Pizzo di Cam è da considerarsi un itinerario impegnativo per Escursionisti Esperti in grado di muoversi ed orientarsi fuori traccia.