[Notturna] Gajum - Spirito del Bosco

Martedì 14 Settembre

Partenza da Gajum (Canzo) ore 20:40. Sentiero degli Spiriti – Acqua del Fo: 9Km di sviluppo per 600 metri di dislivello. Difficoltà Intermedia su sentieri ben tracciati. Rientro previsto per le ore 24:00. 

Escursione condotta da Davide Birillo Valsecchi, Accompagnatore Media Montagna Collegio Guide Alpine Lombardia.  Costo 20 € a persona. 

Per iscriversi contattare +39 392 027 2612

Il Bosco è da sempre il regno della fantasia: teatro di favole e racconti, rifugio di creature fatate, tana delle paure più ancestrali e sfondo di meravigliose avventure. In un mondo come il nostro, troppo costruito e prevedibile, la Natura, imprevedibile e immediata, può continuare a creare spazi magici. Lo Spirito del Bosco è un sentiero molto particolare, da percorrere in punta di piedi, dove si può fare la conoscenza di numerosi personaggi, di cui si arricchisce di anno in anno: dal Saggio del bosco all’Homo Salvadego, dal Drago al Fauno guardiano. Si può provare l’emozione di perdersi nel labirinto dei tronchi morti o la rassicurante sensazione di essere accolti nel grembo di Madre Terra. Percorrendo questo sentiero, il visitatore lascerà spazio alla propria sensibilità,all’ascolto e all’osservazione: gli occhi imparano a svelare le creature che vivono inogni anfratto, nei tronchi e nelle pietre.

Obbligatori scarponi o scaproncini dal collo alto, niente scarpette da ginnastica o da corsa. Al buio è difficile valutare distanze ed appoggi, è quindi importante proteggere le caviglie da storte o urti. Doppia pila frontale. Non importa che siano di buona marca, importa che le batterie siano cariche e siano due, in modo da avere un valido e rapido backup in caso di bisogno.

Di notte fa freschino, serve qualcosa nello zaino per coprirsi all’occorrenza, sopratutto quando non si cammina. Non serve una giacca da neve, ma di certo un maglioncino leggero. Una maglietta di ricambio: in salita fa caldo e si suda, in discesa bisogna coprirsi e restare asciutti. Un K-Way o una mantellina per riparsi dalla pioggia o anche solo dal vento. Un thermos con qualcosa di caldo è sempre piacevole, così come qualcosa di buono da smangiucchiare. A seconda delle proprie esigenze anche una piccola scorta d’acqua da bere. 

L’equipaggiamento giusto è qualcosa di estremamente persole, specifico per le proprie caratteristiche. Qualcuno ha biosgno di quasi niente, altri hanno l’assoluta necessità di avere qualcosa di particolare. Quindi non abbiate imbarazzo o titubanze nel farmi domande: siamo stati tutti principaianti ed il mio ruolo è insegnarvi ad essere autonomi anche in questi aspetti.

Novembre 2021

[Notte di Luna nella Foresta] La luna, nel primo giorno di fase di calante, brilla intensa sulla valle mentre il gruppo avanza nel buio della Val Ravella, stretta tra i Corni di Canzo ed il lungo crinale che unisce Monte Prasanto, Monte Rai e Cornizzolo. Un tempo, all’inizio del novecento, la valle era popolata da ben tre alpeggi e numerose famiglie vivevano qui tutto l’anno. Ora nella valle, che ospita la Riserva Naturale Sasso Malascarpa e la zona di protezione speciale della Foresta dei Corni, gli insediamenti umani rimasti – raggiungibili solo a piedi o in Jeep – sono due: il Primalpe, sede dell’ecomuseo ERSAF, ed il Terzalpe, oggi azienda agricola ed agriturismo. Di giorno, specie nei week-end, la valle è intensamente frequentata da escursionisti e turisti: i parcheggi sono affollati e lungo la strada si osservano grandi comitive che si muovono “in coincidenza” con gli orari dei treni della linea “Milano Cadorna / Canzo-Asso”. Di notte però, specie nelle stagioni fredde, tutto cambia: dopo il tramonto, quando il buio copre ogni cosa, la valle si svuota tornando silenziosa quanto buia. Il cielo è una finestra tra le montagne in cui, protetta dal riverbero delle luci umane della città e dall’inquinamento luminoso, brillano scintillanti le stelle. Per i partecipanti del gruppo questa è la prima esperienza “in montagna al buio”. Alcuni di loro già conoscevano la valle, altri sono stati incuriositi dalle statue in legno del Sentiero degli Spiriti. A condurre il gruppo, spiegando difficoltà e meraviglie del camminare di notte, ci sono due Accompagnatori di Media Montagna del Collegio delle Guide Alpine Lombarde e tre volenterosi “aiutanti”. Camminiamo verso la Colma di Ravella, il culmine che divide le montagne quanto le provincie di Come e Lecco. Con i suoi 1000 metri di altitudine non è certo un luogo di alta montagna, ma è uno dei punti più isolati nel Triangolo Lariano: le città non si vedono, nascoste dalle montagne, e distano – raggiungibili solo a piedi – qualche ora di cammino. Un luogo apparentemente semplice ma probabilmente molto speciale in cui, per un gran numero di buone ragioni, cresce e prospera una delle creature viventi più antiche della valle: il grande faggio monumentale, il FÖ. Nonostante i disastri provocati da “Vaia”, la grande tempesta di vento che colpì tutto l’arco alpino il 29 ottobre del 2018, il grande albero è rimasto in piedi, circondato da una devastazione ancora oggi ben visibile. La luna riempie la notte di ombre e riflessi mentre tra gli alberi brillano, rapidi e scattanti, gli occhi di un capriolo. Sussurrando parliamo di zoologia, di botanica, di geologia e di tecniche escursionistiche: era la prima volta al buio, ma ora hanno le prime basi e la consapevolezza per iniziare le proprie prudenti esperienze anche in autonomia. Osserviamo il cielo, catturati come primitivi dalla simmetria di Orione, quando siamo sorpresi da due stelle cadenti: ognuno ha un desiderio da confessare al cielo. Abbiamo camminato a lungo, nel buio e nel silenzio, ma ora è Sabato sera e, in questi lunghi anni incerti, ci meritiamo un po’ di compagnia, di allegria. Torniamo al Primalpe dove ci attende il fuoco acceso, del salame e del vin brulè caldo: le fiamme ballano ipnotiche mentre le risate si fondono leggere con il silenzio della valle. Un cielo stellato, un luna brillante, una valle deserta ed un fuoco per scaldarsi nella notte di fine autunno: può sembrare poco, ma credo sia decisamente molto.

Settembre 2021

Le notturne hanno la straordinaria capacità di dare vita allo “stupore”: l’intensa ed elettrizzante sensazione di essere immerso – attivo e partecipe – in un’esperienza completamente nuova. Immersi nel buio si agita in noi qualcosa di atavico, qualcosa che spinge le nostre percezioni al di là del bello o del brutto, qualcosa che ci travolge e conduce nel fascino di un palpabile ignoto che ci circonda. Questo avviene, curiosamente, anche in luoghi che con la luce del sole possono essere noti o familiari. Così, con un piccolo gruppo, ho voluto sperimentare un itinerario super noto e super frequentato: lo “Spirito del Bosco” in Val Ravella ai Corni di Canzo. Non sono un grande fan di questo tipo di installazioni artificiali che spesso rischiano di diventare un affollato luna park, tuttavia ancor prima di incontrare la prima scultura di legno siamo stati accolti da una civetta ed da una timida volpe: questo ha permesso a tutti, me compreso, di approcciare la foresta con il giusto ascolto ed il giusto coinvolgimento. Le sculture sono diventate semplicemente “qualcosa in più” nell’affascinante mistero della foresta fatto di suoni ed ombre. Dalle fonti di Gajum avevamo raggiunto il Prim’Alpe risalendo il Sentiero Geologico, superato il sentiero del bosco e raggiunto il Terz’alpe abbiamo continuato la nostra salita fino alla Colma di Val Ravella. Qui ci attendeva il “Fo”, il grande e monumentale faggio, la scultura arborea probabilmente più imponente ed affascinante di tutta la valle. L’inquinamento luminoso di questa parte della valle, tenendo conto della vicinanza con la pianura e le città, è sorprendentemente ridotto: spegnendo le luci della propria frontale si può assaporare la sensazione, disorientate ma innata, del vero “buio”. Le statue di legno sono immobili, facili da fotografare, ma la foresta in cui giacciono addormentate è tutt’altro che immobile. Anzi, spesso è decisamente agitata (cinghiali, caprioli, ghiri, tassi, volpi, civette, ricci…). Il tracciato è prevalentemente di tipo E (Escursionistico). Nella luce del giorno è abbastanza semplice, mentre al buio può creare qualche difficoltà. Si consiglia di percorrerlo in piccoli gruppi, cercando di essere silenziosi come ombre tra le ombre per conservare intatta la “magia” della foresta. Per informazioni potete liberamente chiedermi, è una delle notturne che proporrò nel periodo autunnale.

Settembre 2021

Il buio avvolge ogni cosa, l’estate inizia a lasciare spazio all’autunno che avanza. Nella Val Ravella è tornata la quiete e salendo al Terzalpe, di notte, lungo il sentiero dello Spirito del Bosco si ha finalmente l’occasione di immergersi nei silenzi della Foresta dei Corni. Una civetta, sempre lei, mi osserva dall’alto di un albero: “Cosa fai ancora qui?”. Io la guardo colpevole sperando che questa “stravaganza” notturna non diventi di “moda”, che gli “influenzer” ed i “trendy della montagna” non scoprano qui una “NuovaFelleria” trasformando le nostre piccole scorribande nell’ennesima baraonda di selfie. “Civetta, mi conosci, sono un barbagianni senza casa: ne porto pochi, ma solo di quelli buoni. Promesso”.

Settembre 2021

“Giro di notte con le anime perse…” la canzone dei Litfiba, datata ormai 1990, saltella buffa nella mia mente: siamo al buio, nel buio della foresta, tra le statue di legno – a tratti inquietanti nelle loro ombre – dello Spirito del Bosco in Val Ravella ai Corni di Canzo. “Vendimi l’anima e ti mando alle stelle”, sorrido, curiosamente sono la Guida di un piccolo gruppo attraverso le tenebre: dietro la mia potente frontale sono il “Portatore di Luce”, il detentore di una sapienza inaccessibile all’uomo comune. Ma niente paura, è la natura positiva ed entusiasta del gruppo a salvarmi dai pericoli dell’inquisizione: Alba, una maestra delle scuole elementari, scatta allegra divertita fotografie alle sculture: “Domani a scuola le mostro ai miei alunni! Vedrai che sorpresa!”. Abbiamo incontrato un tasso, ascoltato il verso della civetta e visto i ghiri saltare tra i rami degli alberi. Un femmina di capriolo ci ha osservato dal bosco mentre gli occhi della volpe brillavano al nostro passaggio. La Luna piena illumina la valle e le stelle, nel cielo finalmente sereno, brillano intense. La notte è densa di storie e misteri.