“Because the night belongs to us” cantava Patty Smith sul testo di Bruce Springsteen, ma la notte tra le montagne è spesso ancora un Tabù. L’oscurità diviene un confine invisibile e spesso invalicabile capace di separare il giorno, che appartiene agli escursionisti o più semplicemente ai gitanti, e la notte, che appartiene al mondo selvatico ed alle creature che lo popolano. Indubbiamente le montagne di notte si trasformano, indossano una coltre di magia che avvolge ogni cosa: la vista perde la propria efficacia mentre ciò che ci circonda si addensa di rumori e suoni misteriosi. L’Alpinismo, il regno dell’alta quota, conosce bene la notte: le cordate che procedono sul ghiacciaio al buio rubando ore all’alba, prima che il sole scaldi la neve. L’Escursionismo vive invece le “notturne” spesso solo come una stravaganza, un’eccentrica occasione per osservare le luci delle città dall’alto brindando a tarda ora. Spesso queste “fracassone” comitive riconoscono della notte solo il buio, non ne comprendono il silenzio o l’intrinseco mistero. Certamente si va in montagna per divertirsi, ma per divertirsi pienamente credo sia importante acquisire consapevolazza del luogo e del momento in cui ci si trova, altrimenti sarebbe meglio divertirsi altrove. Esistono posti ben più confortevoli per una gradevole bicchierata con gli amici. No, per me andar per monti la notte è come immergersi nelle acque buie del lago, significa lasciarsi avvolgere, ascoltare e, con un po’ di pratica, diventare parte di quel mondo selvatico e notturno che mi circonda. Inevitabilmente, se in compagnia di qualche buon amico, si finirà con fare un po’ di piacevole “caciara”, ma l’esperienza, nella sua interezza, sarà incentrata sull’ascolto, sull’osservazione, nell’incedere silenzioso tra le ombre in cerca del mistero “extra-mondo” che ancora non abbiamo colto. Ovviamente con il buio tutto diventa più complesso, cambia il modo in cui camminiamo, persino il modo in cui appoggiamo i piedi. Anche i luoghi che credevamo familiari di giorno diventano degli sconosciuti capaci di ingannare e burlarsi del nostro senso d’orientamento. Con una buona pila, o una potente frontale, possiamo far finta che sia come andar per monti durante il giorno, ma si rischia così di perdere la vera essenza della notte. No, andare in montagna di notte non è semplice, ma possibile imparare a farlo e, con adeguata pratica, questo può spalancare davanti a noi un mondo sconfinato ed inaspettato, una realtà in grado di influire in modo intenso sul nostro rapporto con il mondo naturale. La notte crea necessità a cui rispondere con virtù.

Come Accompagnatore di Media Montagna del Collegio delle Guide Alpine di Lombardia ho stilato un piccolo calendario di uscite per il Mese di Giugno, incentrato proprio sulle escursioni notturne così come ve le ho descritte. Traendo spunto dalla Speleologia, dove i neofiti sono chiamati da subito a procedere attraverso il buio, credo sia un ottimo approccio per insegnare le basi ai principianti così come un’opportunità speciale per chi ha già esperienza “diurna”. Le giornate di inizio estate, illuminate fino a tardi, permettono inoltre di bilanciare un’escursione sul confine tra giorno e notte: si parte con la luce, si rientra con il buio. Questo ci permetterà , senza puntarsi la frontale in faccia, di conoscerci, di discutere insieme delle attività che svolgeremo PRIMA che il buio trasformi tutto ciò che ci circonda (e forse anche un pochino noi stessi!). In particolare ho previsto un’escursione dall’impegno moderato, il martedì, ed una fisicamente più impegnativa, il giovedì. Probabilmente organizzerò anche delle escursioni la domenica sera interamente dedicate all’osservazione degli animali al crepuscolo, ma vista la particolarità e le peculiarità di questo tipo di attività sarà necessaria un po’ di pratica prima di potervi prendere parte. 

Per partecipare il Martedì è sufficiente un equipaggiamento base, che verificheremo insieme, ed una buona dose di impegno: di notte tutto il gruppo deve rimanere compatto ed unito, per questo è importante avere la volontà e la consapevolezza per affrontare le prime difficoltà. Per partecipare alle escursioni del Giovedì è necessaria una buona preparazione fisica ed è preferibile anche prendere prima parte a qualche escursione del Martedì. Per informazioni e chiarimenti sono a disposizione, non esitate a contattarmi (anche ad insistere se tardassi nel rispondervi!)

 

Il costo di partecipazione è di 20 euro a persona. Salvo significative condizioni metereologiche avverse le uscite sono confermate indipendentemente dal numero minimo di partecipanti: anche in pochissimi ma si va! Il numero massimo di partecipanti invece, visto la natura dell’attività, sarà comunque circoscritto. Niente cani (per loro, così come per il loro conduttore, la notte rischia di diventare troppo pericolosa)niente bambini o minorenni (probabilmente avranno questa possibilità a fine settembre)niente rompiscatole (la notte è un piacevole abbraccio in cui rilassarsi tutti insieme).

In linea di massima la partenza è prevista indicativamente per le ore 19:00 mentre il rientro è previsto per le ore 22:00/23:00. Il coprifuoco-covid è infatti esteso alla Mezzanotte dal 7 Giugno mentre verrà probabilmente rimosso dal 21 Giugno. Per ogni uscita, tenendo conto della situazione meteo, sarà fornito via via il dettaglio degli orari e degli aspetti organizzativi.  

GiornoDataDestinazioneDifficoltà
Martedì8 giugnoCorno Orientale da Oneda    Intermedia
Giovedì10 giugnoMoregallo lungo la Cresta Sud-EstImpegnativa
Martedì15 GiugnoMonte Megna da CrezzoIntermedia
Giovedì17 GiugnoCornizzolo dalla Val PessoraImpegnativa
Martedì22 GiugnoPalanzone dalla Colma di SormanoIntermedia
Giovedì24 GiugnoSan Primo dalla Direttissima SudImpegnativa
Martedì29 GiugnoCastel di Leves da MagreglioIntermedia

Equipaggiamento base: obbligatori scarponi o scaproncini dal collo alto, niente scarpette da ginnastica o da corsa. Al buio è difficile valutare distanze ed appoggi, è quindi importante proteggere le caviglie da storte o urti. Doppia pila frontale. Non importa che siano di buona marca, importa che le batterie siano cariche e siano due, in modo da avere un valido e rapido backup in caso di bisogno. Ni notte fa freschino, serve qualcosa nello zaino per coprirsi all’occorrenza, sopratutto quando non si cammina. Non serve una giacca da neve, ma di certo un maglioncino leggero. Una maglietta di ricambio: in salita fa caldo e si suda, in discesa bisogna coprirsi e restare asciutti. Un K-Way o una mantellina per riparsi dalla pioggia o anche solo dal vento. Un thermos con qualcosa di caldo è sempre piacevole, così come qualcosa di buono da smangiucchiare. A seconda delle proprie esigenze anche una piccola scorta d’acqua da bere. L’equipaggiamento giusto è qualcosa di estremamente persole, specifico per le proprie caratteristiche. Qualcuno ha biosgno di quasi niente, altri hanno l’assoluta necessità di avere qualcosa di particolare. Quindi non abbiate imbarazzo o titubanze nel farmi domande: siamo stati tutti principaianti ed il mio ruolo è insegnarvi ad essere autonomi anche in questi aspetti.