Nosferatu, il Mingamort della Vallassina!!!

Nosferatu, il Mingamort della Vallassina!!!

Video: Nosferatu il minga mort
Video: Nosferatu il minga mort

I Vampiri sono parte ormai del folklore popolare ma nella nostra Vallassina non si è mai sentita nessuna storia simile. Almeno fino ad oggi!!!

Da un idea di Massimo Invernizzi è nato “Nosferatu il Principe delle Tenebre”, un cortometraggio molto divertente che esplora proprio la strana storia del celebre Conte Vampiro finito, per sbaglio, nella nostra Valle.

Spedita ad Hassen, in Germania, la bara del temibile vampiro finisce per uno strano errore del corriere ad Asso, cuore della Vallassina.  Qui la popolazione, forse un po’ rude e presa dal lavoro, non si lascia affatto intimorire dal Conte Nosferatu anzi, a suon di legnate il vampiro viene schernito e costretto ai lavori più umili e degradanti.

Il Conte, una volta spaventoso e terribile,  è ridotto alla misera condizione di “scemo del villaggio” e solo  grazie ai suoi incredibili poteri riesce a sopravvivere ai pesanti scherzi e alle cattiverie della gente. Sempre più triste comincia a diventare sempre più umano ed immune alla luce del sole, all’aglio e ai crocifissi.

Vi mostro qui uno spezzone trovato su YouTube ma non vi racconterò il finale della storia perchè spero vi incuriosisca abbastanza da vederlo tutto. Sebbene molto ironica e divertente questa è la storia delicata e triste di una persona diversa, forse incompresa, che per essere accettata da una comunità ostile e a volte cattiva è costretto a rinnegare la propria natura e ad abbassarsi allo scherno pubblico.

Il film è realizzato da attori non professionisti con una tecnica di ripresa particolare ed i dialoghi sono tutti in dialetto. Il film è stato presentato anche all’Università Cattolica di Milano proprio come esempio di cinematografia in lingua dialettale.

Tra i lavori di Max questo è decisamente il mio preferito, oltre ad una crescente competenza tecnica mostra  un soggetto dalla forte carica comica anche ma dal profondo spessore sociale, capace di portare alle risate ma anche di accusare, silenziosamente, l’impocrisia e l’indifferenza che purtroppo serpeggia sempre più spesso nei piccoli paesi.  Bello!!

By Davide “Birillo” Valsecchi published on Cima-Asso.it
Creatività al Femminile: ASSODONNE

Creatività al Femminile: ASSODONNE

Assodonne

In occasione della festa della donna il Comune di Asso, l’Assessorato al Turismo e il gruppo Assodonne hanno organizzato una mostra interamente dedicata alla creatività e all’artigianato.

Nella sala Consiliare sarenno esposte su bancarelle le creazioni artistiche fatte a mano: collane, dollhouse (case per bambole), ricercati ricami e tessuti adornati a punto croce, decoupage, scatole, pittura su vetro e tante altre piccole curiosità.

Un occasione per festeggiare la festa delle donne dando spazio ad hobby e passioni che molto spesso si traducono in vere e proprie forme artistiche.

La mostra è aperta il 6, 7 e 8 Marzo dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 14.00 alle 20.00, l’ingresso è libero ed è possibile incontrare direttamente i realizzatori dei pezzi esposti.

Il gruppo Assodonne è una compagnine molto compatta ed agguerrita di Signore assesi che si ritrovano ogni settimana per dare vita a queste iniziative e trascorrere qualche ora in allegria.

Siete tutti invitati

by Davide “Birillo” Valsecchi published on Cima-Asso.it
Galleria Triangoloarte di Bergamo: “Il Segno dell’Altro”

Galleria Triangoloarte di Bergamo: “Il Segno dell’Altro”

Si inaugura oggi la mostra Il Segno dell’Altro presso la Galleria Triangoloarte di Bergamo. Oltre alle opere di Paolo D’angelo e di Salvatore Falci la mostra ospita anche le opere di Enzo Santambrogio, uno dei gli artisti assesi più noti.

All’esposizione partecipano i tre artisti accomunati da una ricerca focalizzata sul rapporto tra società e arte, sulle relazioni e  interazioni tra gli individui nel loro vivere quotidiano, concentrandosi così in particolare sul segno dell’altro: le tracce che l’individuo e gli individui lasciano nell’ambiente in cui vivono.

Ho accompagnato Enzo a Bergamo durante le fasi di allestimento della mostra ed ho potutuo così studiare i “dietro le quinte” di un simile evento artistico. Le opere che Enzo presenta in quest’occasione, Ricalchi Stradali, sono tra le mie preferite.

La tecnica impiegata è molto curiosa e particole, il risultato, posso garantirvi, è realmente incredibile e molto difficile da descrivere. Definirlo un calco tridimesionale e adornato dalla ruggine di un pezzo della città sarebbe riduttivo e non renderebbe giustizia nè all’impatto visivo nè al significato che racchiude. E’ qualcosa che colpisce e che incosciamente ti attrae per svelarti il segreto di quello strano effetto “realtà”.

Santambrogio realizza queste opere predisponendo dei pezzi di moquette sul selciato delle città, ed in particolare sui tombini, e ve li lascia per diversi giorni. Il passaggio delle persone sulla strada nel loro spostarsi quotidiano, il continuo calpestio di coloro che vi camminano sopra, unito all’azione delle intemperie, diviene, da singola traccia, un processo vero e proprio di realizzazione inconsapevole dell’opera.

Confesso che quando me ne aveva parlato non vi avevo dato troppo peso ma, quando ne ho visto appeso uno di due metri per due, non ho potuto che esserne colpito. Un pavimento appeso al muro, il pezzo di una città carico di tutto il peso delle persone che l’hanno attraversato. Non è una foto, un ricalco fatto a matita o qualsiasi altra forma di rapprensentazione ma qualcosa che ha fatto realmente parte della città che rappresenta. Sopratutto è incredibile vedere come quel pezzo di moquette rimasto per tanto tempo sul pavimento, nella parte meno nobile di un archittettura urbana, calpestato ed ignorato dai più, possa ora vibrare con tanta eleganza su una parete.

La mostra rimane aperta dal 07 marzo al 04 aprile, alla Galleria Triangoloarte di Bergamo (Via Palma il Vecchio, 18/e), dal Lunedì al Sabato 10.00 – 12.30 e 16.00 – 19.30. Per informazioni Tel /Fax 035403374
E-mail: triangol3@triangoloarte.191.it

Da Asso preghiere di stoffa inTibet

Da Asso preghiere di stoffa inTibet

Giovedì, 5 marzo 2009, è stato Pubblicato su LaProvincia un articolo scritto da Mara Cavalzutti:

Pregheire di stoffa«“Preghiere di stoffa”: la seta e il dialetto comasco, da Asso arriveranno in Tibet per trasformarsi in preghiera. Questo è uno dei progetti che caratterizzeranno la spedizione del fotoreporter Enzo Sant’Ambrogio e l’alpinista Davide Valsecchi, che tra maggio e giugno saranno in Tibet per raggiungere il monte Kailash, la montagna più sacra di tutta l’Asia, venerata da oltre mezzo miliardo di persone in India, Tibet, Nepal e Bhutan, sacra ai fedeli di quattro religioni. “L’ iniziativa – spiega Valsecchi – è nata dalla volontà di coinvolgere il mondo del tessile comasco in questa piccola avventura verso Oriente. L’obbiettivo è omaggiare una delle più famose tradizioni tibetane interpretandola con tutta l’esperienza e la creatività, del nostro territorio in campo tessile. I tibetani, infatti, affidano le proprie preghiere a bandierine di stoffa che vengono diffuse nel mondo dalla forza del vento, per il beneficio universale di tutti gli esseri viventi”. Il monte Kailash, che viene risalito circolarmente in senso orario, è la meta finale del pellegrinaggio, che sia i laici che i lama compiono, impiegando settimane o addirittura mesi, verso la  montagna sacra, per apprendere, come vuole la tradizione, la rivelazione che mostrerà loro la via per trascendere le passioni e le illusioni di questo mondo. “Per realizzare le bandiere – continua Valsecchi -, abbiamo chiesto il supporto delle aziende comasche e la partecipazione dell’istituto tecnico setificio di Como. Al progetto, illustrato mercoledì mattina (ieri), parteciperanno 70 ragazzi delle classi seconde e quinte, che sulla seta creeranno decorazioni artistiche simboliche per l’occasione. Si vuole omaggiare una tradizione millenaria con la tradizione e l’originalità del nostro territorio. All’iniziativa ha inoltre aderito l’azienda PuntoComo che realizzerà dei tessuti per le bandiere, utilizzando i famosissimi telai a mano appartenuti all’artista del tessile Gegia Bronzini, dove verranno riportate citazioni di poeti dialettali. Dopo averci accompagnato lungo tutto il nostro viaggio, le bandiere saranno esposte ai piedi del monte Kailash,  5600 metri, nel punto più alto di uno fra i più antichi pellegrinaggi umani condiviso dalle quattro maggiori religioni orientali”. Tra le migliaia di bandierine colorate che sventoleranno al sole tra le cime dell’Hymalaya ci saranno anche quelle comasche.»

[Per ulteriori informazioni sul viaggio in Ladakh visita la sezione dedicata]

By Davide “Birillo” Valsecchi published on: cima-asso.it
Preghiere di Stoffa: Setificio “Paolo Carcano” di Como

Preghiere di Stoffa: Setificio “Paolo Carcano” di Como

Setificio ComoIeri io ed Enzo siamo stati ospiti del Istituto Tecnico Industriale Serificio “Paolo Carcano” di Como per presentare il nostro viaggio agli studenti ed esporre loro l’iniziativa, condivisa dalla Preside e dal corpo Professori, Preghiere di Stoffa.

I ragazzi coinvolti nel progetto sono oltre una settantina e trovarseli davanti stando dal lato “sbagliato” della cattedra è stato molto curioso!!! Enzo, come al solito, ha tenuto banco con i suoi racconti ed ha descritto la nostra piccola idea raccogliendo un grande consenso.

Le bandiere di preghira, per Tibetani e Nepalesi, sono pezze di stoffa colorata su cui vengono riportate iscrizione di buon auspicio che il vento diffonderà attraverso il mondo a beneficio di tutta l’umanita.

Gli studenti del secondo anno, coordinati e supportati dai più esperti del quinto, realizzeranno infatti delle pezze di stoffa a modi bandierina su cui stamperanno disegni e frasi beneauguranti a carattere universale. Il nostro compito sarà portare questi piccoli ed artistici gesti di speranza sul tetto del mondo esponendoli al vento dell’Himalaya insieme alle preghiere delle quattro grandi religioni che percorronno il pellegrinaggio.

E’ un piccolo gesto forse, ma molto delicato con sui si vuole dare ai ragazzi la possibilità di esprimersi in modo creativo entrando a far parte del nostro viaggio. Un modo diverso per confrontarsi con altre culture e dare sfogo alla carica positiva e alla sensibilità tipica della loro età. Abbiamo dato loro carta bianca con l’unica raccomandazione di rispettare due sole regole: positività ed universalità. Abbiamo chiesto loro di dare anche un piccolo spazio al nostro lago, al nostro dialetto e alla nostra identità.

Come la farei io la mia preghiera? Io vorrei una pezza di colore verde, che nella cromia orientale simboleggia l’acqua, su cui disegnerei un viandante che da una collina guarda il nostro lago di Como. In qualche angolo inserirei la nostra rosa camuna, uno dei simboli più antichi ed universali del nostro territorio. Riporterei un  proverbio nel nostro dialetto che parli della solidarietà tra i montanari verso le asprezze della vita e della montagna. Io però ho un po’ la sindrome di “Sthendal” in questo periodo e non so se faccio testo =)

Auguro buon lavoro a questi ragazzi, sono molto curioso di vedere cosa sapranno realizzare. E’ un serio impegno portare il loro messaggio cosi lontano e così in alto. Appena saranno completati i primi lavori sarà mia premura presentarveli assieme ai loro autori.

[Per ulteriori informazioni sul viaggio in Ladakh visita la sezione dedicata]

By Davide “Birillo” Valsecchi published on: cima-asso.it

 

Meningite: un pericolo endemico ma reale

Meningite: un pericolo endemico ma reale

Sintomi della meningitePurtroppo in questi giorni un ragazzo di 17 anni ha perso la vita a causa di una Meningite Acuta che in tempo brevissimo e con scarsi segnali lo ha sopraffatto e sottratto ai suoi cari. Il rapido decorso  e la giovane età del ragazzo non possono che lasciare sgomenti. Ormai dovreste sapere come sono fatto, di fronte a simili eventi non posso che reagire, documentarmi, capire e divulgare. Vediamo quindi cosa ho scoperto:

La meningite è un’infiammazione delle meningi, ossia delle membrane che avvolgono il cervello ed il midollo spinale. Può essere provocata da diversi agenti patogeni, quali batteri, ma anche virus, funghi e parassiti.

E’ una malattia che si evolve in fretta e per questo è importante imparare a comprenderne i sintomi. Purtroppo si manifesta con segnali comuni a molte altre malattie da raffreddamento e dell’influenza, per di più la maggior parte dei casi di meningite si verifica nei mesi invernali complicando ulteriormente una corretta diagnosi precoce.

I disturbi iniziali più comuni sono febbre, spossatezza generale, nausea e vomito, diarrea, irritabilità e inappetenza. Esistono poi alcuni sintomi più caratteristici della malattia. In particolare è bene prestare attenzione a forti mal di testa, rigidità del collo (si diventa incapaci di toccare il petto col mento), intolleranza alla luce, sonnolenza, dolori alle giunture o ai muscoli, spasmi e, più in generale, stato di confusione.

Essendo un’infiammazione la lista delle cause può includere malattie autoimmuni, funghi o eventi traumatici ma, nella maggior parte dei casi, possiamo individuare due grandi gruppi: di origine virale o di origine batterica.

Semplificando (e di parecchio) possiamo definire un virus come una “quasi forma di vita” parassita sub-cellulare che ha bisogno di una cellula ospite per potersi riprodurre, un batterio invece è vero e proprio organismo unicellulare dotato di un ciclo di vita e forme riproduttive autonome.

Quando è di origine virale l’infiammazione è provocata da un qualsiasi virus, anche quello influenzale, che entra in contatto con le meningi e provoca l’infezione. Fortunatamente questo è il caso che presenta il minor rischio e solitamente si risolve in modo spontaneo. Il problema diventa molto più serio se la causa è di origine batterica. Principalmente si individuano tre principali tipi di batteri: Il meningococco, lo pneumococco e l’emofilo, tutti e tre brutti ceffi con cui avere a che fare.

Il meningococco, è presente solo nell’organismo umano e si localizza, nei portatori sani, nella mucosa rinofaringea (gola e naso) senza provocare alcun sintomo. E’ diffuso in tutto il mondo ma in alcune zone provoca vere epidemie, come nella cosiddetta “fascia della meningite”, meningitis belt, Africana. In Europa invece è endemico, ossia provoca casi isolati o piccole epidemie solo in alcuni periodi dell’anno.

Un’ infezione da meningococco è di per sè pericolosa ma in alcuni individui il batterio può invadere il sangue evolvendosi in una setticemia (o sepsi) meningococcica, ossia un infezione generalizzata del sangue da parte del batterio. Se si verifica questa condizione si manifestano su tutto il corpo piccole macchie rosse o brune a forma di capo di spillo che possono crescere trasformandosi in macchie più grosse di colore rosso scuro o ematomi sottocutanei. La setticemia costituisce in generale un evento gravissimo, con esito potenzialmente fatale, poiché le tossine nel sangue provocano danni ai tessuti e agli organi del corpo, provocando il cosiddetto “shock settico”, il coma e il decesso in poche ore.

Purtroppo queste sembrano essere la macchie che si sono manifestate sul povero ragazzo nelle poche ore prima della morte e di cui parlano i giornali.

L’infezione si trasmette da persona a persona attraverso le goccioline respiratorie, quindi attraverso un contatto molto stretto. Questo batterio è presente normalmente nel naso e nella gola di molte persone (1-2%) senza provocare la malattia. La malattia è contagiosa solo durante la fase acuta dei sintomi e nei giorni immediatamente precedenti l’esordio. Quindi sono potenzialmente a rischio solo le persone che hanno avuto un contatto diretto, prolungato e stretto con la persona affetta quando il problema era ormai manifesto o nei pochi giorni precedenti.

L’amico dell’amico non corre alcun tipo di pericolo se non qualora si presentasse un contagio dell’amico in questione.

Se si avesse il sospetto di una possibile esposizione al contagio è consigliabile una profilassi, ossia una terapia preventiva mirata ad impedire l’evoluzione di una eventuale infezione. Solitamente è una terapia a base di antibiotici. Si ricorda che gli antibiotici non hanno effetto contro le infezioni provocate da funghi, muffe o virus e che quindi si deve procedere con tale terapia solo in presenza accertata di infezione batterica. In ogni caso sotto stretta osservazione di un medico!!!

Diciassette anni è proprio l’età sbagliata per andarsene, mi dispiace ragazzo.

By Davide “Birillo” Valsecchi published on: cima-asso.it
Route G219, l’autostrada del Tibet

Route G219, l’autostrada del Tibet

G219Per esperienza diretta posso dirvi che il termine autostrada nei paesi montuosi dell’Oriente ha un accezione piuttosto diversa da quella che possiamo avere comunemente noi occidentali.

Io ho avuto la fortuna di percorrere nel ’99 la Karakorum Highway, parte della famosa via della seta che attravera il nord del Pakistan.

Il termine autostrada, highway, significa realmente “strada principale” e nulla più. La Karkorum è una strada  che spesso si trasforma in uno sterrato largo poco più di una corsia per camion che percorre a strapiombo le rive dell’Indo tra le impressionanti muraglie del Karakorum, del Pamir, dell’Hindu Kush e, alla fine, dell’Himalaya. La KKH è la cordigliera più alta ed audace del mondo. Dalla G219 non mi aspetto molto di meglio!!!

La G219 è la strada che attraversa per 2,279 km l’altopiano del Tibet dalla città di Yecheng nella provincia di Xinjiang fino a Lazi nella regione autonoma del Tibet dove si incrocia con la Friendship Highway che prosegue verso Lasha. La G219 passa molto vicino al Kailash e ai laghi Manasarovar ed inevitabilmente diverrà la nostra strada guida per la discesa verso Lasha attraverso l’altopiano tibetano.

La strada è stata costruita da oltre 4000 lavoratori cinesi in  più di 19 mesi del Marzo del 1956 all’Ottobre del 1957. E’ asfaltata solo in brevissimi tratti ma il piano di sviluppo Cinese per il Tibet prevede di renderla sempre più fruibile. I rapporti che ho avuto occasione di consultare, risalenti al 2007, non mostrano tuttavia la strada in buone condizioni, soprattutto laddove è necessario attraversare i fiumi.

Quello che principalmente mi interessa individuare sono gli insediamenti umani lungo la via e calcolare le tratte ed le soste per gli approvigionamenti. Alcuni resoconti di viaggio, realizzati da gruppi di ciclisti nel 2004, sono abbastanza incoraggianti. Tocca annotare e prendere nota sulla carta di tutti suggerimenti o le informazioni utili. Anche questo è parte del viaggio.

[Per ulteriori informazioni sul viaggio in Tibet visita la sezione dedicata la Kailash]

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Biblioteca di Asso: “In altre parole..” e presentazione libri

Biblioteca di Asso: “In altre parole..” e presentazione libri

Biblioteca di Asso“In altre parole…” Proseguono gli incontri letterari condotti dal Professor Nello Evangelisti presso la Biblioteca Comunale di Asso Ivano Ferrarini ogni Martedì pomeriggio dalle ore 17 alle 18.30.

Il tema di questa settimana è un lettura di brani e poesie legati alla Donna in un breve viaggio storico attraverso la letturatura amorosa. In queste settimane, per via della preparazione al Kailash, ho “bigiato” un po’ di appuntamenti ma sò che il professore non me ne vuole e che il gruppo di partecipanti è in continua crescita.

La Biblioteca propone per Venerdì 13 Marzo, alle ore 21.00, la presentazione di due libri di Giovanni Galli che non conosco:

“Il LariosauroStoria della misteriosa creatura riemersa nel 1946 dalle profondita del lago sembra un interessante libro sulle leggende ed i racconti che circolano sul mitico dinosauro tutto lariano che abita o avrebbe abitato il nostro lago. La leggenda del Lariosauro è molto intrigante perchè vera!!! Il lariosauro è un rettile del Triassico così chiamato perché è stato scoperto (fossile, ovviamente) nei pressi del lago di Como, detto anche Lario. Tuttavia il nome è stato usato anche per un mostro che sarebbe apparso nel 1946 nel lago. Si trattava in realtà dell’invenzione di un giornale locale che però ebbe un grandissimo impatto sull’opinione pubblica.

“Bella CiaoDongo, aprile 1945. Amore e guerra sul Lario è un libro il cui titolo mi ha lasciato inizialmente perplesso. Trovo abbastanza deprimenti le storie della seconda guerra che, a distanza di tanti anni, sono raccontate ancora con il suono sordo di una sola campana. Credo che quegli anni vadano vissuti come una tragedia comune e, come disse qualcuno, certe campane suonano a lutto per tutti noi. Tuttavia mi sono informato meglio e questo libro, nonostante il titolo, potrebbe rivelarsi molto interessante: racconta la storia di Paolo Brioschi,  giovane comasco che frequenta l’ultimo anno del Liceo ‘Alessandro Volta’ nel tormentato anno scolastico 1944-1945. Con il passare dei mesi, è coinvolto sempre più attivamente nella lotta contro il regime fascista fino ai giorni convulsi dell’aprile 1945, quando Mussolini viene arrestato a Dongo e poi fucilato a Giulino di Mezzegra. La vicenda romanzesca di Paolo Brioschi si intreccia con quella storica del capitano ‘Neri’, Luigi Canali, e della collegatrice ‘Gianna’, Giuseppina Tuissi, ingiustamente accusati di tradimento e uccisi nell’immediato dopoguerra.
Sono curioso di saperene di più su questo libro.

Nella foto sono riportate le due copertine dei Libri ed uno scorcio de “Le tre età della Donna” di Gustav Klimt, una piccola dedica alle donne e ad una ragazza speciale che tanto amava questo pittore austriaco. Purtroppo ha smesso di amarmi rapita dalla passione per Tamara de Lampica. Io e D’Annunzio possiamo giocare a carte con i nostri due di picche…

P.S. Serve un chiarimento per non sembrare vittima del pregiudizio: trovo irritante “bella ciao” al pari di “facceta nera” ed il fatto che oggigiorno le si senta sempre più spesso inneggiate da saccenti idioti non migliora la situazione…
(Basta vedere gli scontri tra i giovinastri di opposte fazioni a Bergamo di questi giorni)

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