Fersa del Castagno, il fungo che ci ruba le castagne!!

Fersa del Castagno, il fungo che ci ruba le castagne!!

Fersa del CastagnoChi ci sta rubando le castagne? Un fungo! La Fersa del Castagno, una spora che prende il nome di Nebbia delle Castagne o Mycosphaerella Maculiformis.

E’ grave? Insomma, fa perdere le foglie alle piante (filloptosi) in modo precoce ed attacca i ricci impedendone un corretto sviluppo.

La malattia attacca in prevalenza le foglie, ma può insidiare anche i nuovi germogli, i ricci, i piccioli fogliari e i peduncoli dei fiori. Si manifesta con piccole ma  numerose macchie circolari di colore brunorossiccio sulle foglie. Le macchie poi si allargano e confluiscono fra loro determinando il seccume totale della foglia che si accartoccia e cade. Le foglie cadute sul terreno conservano le forme ascofore (spore) del fungo durante il periodo del tardo autunno-inverno.

I ricci colpiti dalla malattia assumono un aspetto rossastro e sono soggetti alla caduta anticipata. Quando l’infezione è grave, la pianta può rimanere completamente defogliata.

Il fungo attacca sopratutto nei fondovalle ed in aree poco ventilate, in condizioni di alta umidità e temperatura mite; indebolisce la pianta e ne  riduce la produttività.

Non è pericoloso per l’uomo ma le piante possono soffrine in modo significativo. Salvo i trattamenti con prodotti a base di Rame e Tubeconazolo, il metodo migliore per debellare questa malattia consiste nel rastrellare le foglie cadute e bruciarle, arginando cosi la diffusione del fungo l’anno successivo.

Ancora una volta la cura del bosco è la soluzione migliore ma, di questi tempi, la meno applicata.

Il Triangolo Lariano: le prealpi tra i laghi

Il Triangolo Lariano: le prealpi tra i laghi

Triangolo LarianoIl Triangolo Lariano è un territorio geograficamente ben delimitato, così denomianto nel 1942 dal geologo Arturo Cozzaglio per la sua caratteristica forma a triangolo isoscele, delimitato su due lati dai rami del Lago di Como -quello comasco e lecchese- e alla base dai laghi della Brianza.

E’ un area prevalentemente occupata da rilievi prealpini e tagliata in senso longitudinale dal primo tratto della valle del fiume Lambro. L’allineamento montuoso principale vede susseguirsi, da nord a sud, una serie di cime che ne costituiscono la dorsale: il monte Nuvolone (1094 m), il San Primo (1686 m), la piu’ alta cima del Triangolo Lariano, il Ponciv (1453 m), il Palanzone(1436 m), il Bollettone (1317 m) dal quale si gode una meravigliosa vista su tutta la Brianza ed i suoi laghi, e il Boletto (1236 m).

L’aspetto di queste cime è piuttosto dolce, il profilo morbido. In questo sistema montuoso si inserisce il pianoro verdeggiante tra Zelbio e Sormano, noto come Pian del Tivano. Ad Est dell’incisione del fiume Lambro il panorama cambia, facendosi invece pù selvaggio e dirupato. Qui il paesaggio è dominato dall’imponente gruppo dei tre Corni di Canzo: quello Occidentale (1373 m), quello Centrale (1368) e quello Orientale (1232 m), collegati alle cime del Prasanto (1244 m),su cui svetta l’alta torre delle comunicazioni visibile in tutta la Brianza, del Sasso Malascarpa, vero e proprio museo geologico e geomorfologico, del Monte Rai (1259 m) e del Cornizzolo (1240 m).

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Scarenna 12/10/2008: 11ª Sagra della Patata

Scarenna 12/10/2008: 11ª Sagra della Patata

Sagra della PatataDomenica si festeggia a Scarenna, frazione di Asso, l’11ª edizione della classica Sagra della patata.
Organizzata come sempre dal gruppo Amici di Scarenna propone i piatti tipici a  base del tubero più famoso del mondo.

Importata in Europa dal Cile e dal Messico nel XVI secolo in breve la patata divenne l’alimento fondamentale delle classi umili ed è oggi uno dei componeti piu’ diffusi nella nostra cucina. Le ricette più comuni sono quelle del purè di patate, preparato con patate bollite, pelate (alcuni usano anche le bucce), e schiacciate, cui in seguito si aggiungono latte e burro.

Vi sono poi le patate cotte intere al forno, le patate bollite o cotte al vapore. Tagliate in cilindri o in dischi e poi fritte,a cubetti e cotte al forno, in casseruola e condite con salse dense, cubetti o in fette e fritte, alla julienne. Possono essere altresì usate per fare gnocchi, rösti o focacce. Tagliate in pezzi, le patate sono un ingrediente comunemente usato nello spezzatino.

A partire delle 12,30 di Domenica il Gruppo amici di Scarenna propone un menù a prezzo fisso di 10€ il cui ricavato verrà devoluto in beneficienza.

Intervenite numerosi e se possibile prenotatevi al numero 031.682164.
VIVA LA PATATA!!!

Il borgo di Asso tra torri e castelli

Il borgo di Asso tra torri e castelli

Castello di AssoL’abitato di Asso sorge all’interno del Triangolo Lariano e per la sua particolare posizione strategica fù,  nel periodo romano, sede principale del {it:Pagus} e, successivamente, {it:Pieve} Cristiana. Tra le testimonianze archeologiche è da sottolineare la presenza di un antico tracciato stradale romano che giungeva fino a Bellagio.

Secondo gli storici Asso fù, in passato, prima villaggio {it:celtico}, poi colonia romana e, nel tardo medioevo, un importante borgo fortificato cintato da mura. Nelle antiche mappe del catasto Teresiano è possibile vedere con una certa precisione l’originaria disposizione delle mura del castello che scendevano sul lato occidentale fino a lambire il borgo medioevale.

L’antico castello era molto più imponente di come lo vediamo oggi e faceva parte di quelle costruzioni difensive sorte al confine tra l’area milanese e quella comasca. Il castello si ergeva su un ceppo roccioso alla confluenza delle due valli, la Valassina e la Valbrona. Mantenne per diverso tempo le sue funzioni di presidio ospitando anche guarnigioni militari. Si presentava con una grande corte dove sorgeva lateralmente l’imponente torre, l’antico mastio, alto ventun metri, largo otto e con uno spessore di oltre due metri. Era inoltre circondato da torri e mura ed ospitava edifici per i militari e civili, stalle, magazzini, fienili e l’immancabile pozzo.

Il castello rischiò più volte di essere distrutto, in particolare nel 1555, quando gli spagnoli ordinarono la demolizione di tutti i castelli presenti in Valassina. La decisione dell’abbattimento venne motivata a causa dei costi elevati di manutenzione che questi edifici richiedevano, ma anche perchè ritenuti pericolosi nel caso fossero stati occupati dal nemico. Il castello di Asso si salvò dalla distruzione per merito dei cittadini che si opposero energicamente alla demolizione, sottolineando soprattutto la funzione difensiva che i castelli avevano nel Ducato di Milano, successivamente anche gli abitanti della Valassina decisero di mantenere integri gli edifici e di riparare e presidiare a loro spese tutte le fortificazioni presenti nel territorio.

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L’Ordine: il ragazzo ha le gambe magre ma cresce bene.

L’Ordine: il ragazzo ha le gambe magre ma cresce bene.

Old man and the boyBravo ragazzo, hai compiuto da poco il tuo primo mese di vita, ti vedo andare in giro ancora nei tuoi quattro fogli, magro forse ma ancora agguerrito. Hai un padre severo e pretenzioso ma non hai una mamma che ti prepari sulla tavola tre pasti caldi al giorno, tocca arrangiarsi, crescere in fretta, farsi furbi e sopportare le difficoltà.

Certo, hai un caratteraccio impertinente e sono solo altri guai. Senza una mamma tocca arrangiarsi, morbillo e varicella devi curarteli da solo mentre gli altri ragazzi vengono visitati dai luminari nel caldo delle loro case.

Ho sentito quello che dicono di te, i giovani sono cattivi alle volte. I figli dei signorotti di città ti sfottono perchè sei un provinciale, hai un vestito solo e te lo stira il babbo. Lascia che i cani abbaino, sei un bel ragazzo e tra qualche anno, quando andrai a morosa, ti prenderai la tua rivincita su quei pallidi ciccioni di città.

Guardati in giro, sei nato sul lago ai piedi dei monti, impara a stare a galla ed ad arrampicare. Impara a bestemmiare e a pregare per stare tra la gente, impara da tuo padre l’educazione per stare a tavola con i signori. Il viaggio è lungo ma questa è casa tua e devi prendertene cura.

Certo, sei l’ultimo arrivato, hai poca esperienza, viaggi con le pezze al culo e spesso ciò che hai da offrire è solo un sorriso ma hai l’animo gentile di chi è ancora libero, di chi crede e spera. Ecco perchè contiamo su di te.

I ragazzi vanno accuditi, devono provare la fame per crescere dritti ma non devono patirla, spesso per la fame si baratta la libertà. Eccoti la mia moneta ragazzo, ora va a giocare per le strade di Como e qualche volta passa a trovarci su per le valli dove viviamo noi montagnini.

Ci aspettiamo molto da te, salutami il tò pà.

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Colori ed Emozioni: Collettiva di Pittura ad Asso

Colori ed Emozioni: Collettiva di Pittura ad Asso

Al via dall’11 fino al 19 Ottobre ad Asso la mostra collettiva di pittura Colori ed Emozioni.
Organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Asso a cura della giornalista e critica d’arte Vittoria Colpi. Nella sala consiliare saranno esposte le opere degli artisti: Antar, Peter Faulhammer, Emilio Sommaruga, Maria Rosa Tavazzini e Massimiliano Zangrando.
L’inaugurazione della mostra si terrà Sabato 11 Ottobre 2008 alle ore 17:00 in Sala consiliare.

9 Ottobre 1963: VAJONT

9 Ottobre 1963: VAJONT

Corriere della Sera 10 Ottobre 1963Vajont è il nome del torrente che scorre nella valle di Erto e Casso per confluire nel Piave, davanti a Longarone e a Castellavazzo, in provincia di Belluno (Italia).

9 Ottobre 1963, ore 22,39: una enorme frana, una massa rocciosa pari a circa 270 milioni di metri cubi, composta da rocce e detriti, comincia a scivolare lungo il versante settentrionale del monte Toc, su un fronte di 1.800 metri.

Un enorme boato risuona nella valle sottostante. In pochi istanti la gigantesca frana precipita nel lago artificiale, formato da una diga, nella vallata del Vajont, tra le province di Belluno (Veneto) e Udine (Friuli), sollevando una massa d’acqua di circa 40 milioni di metri cubi, alta oltre 100 metri, contenente massi del peso di diverse tonnellate.

La frana, precipitando, sviluppa un’energia pari a 172 milioni di Kwh e la massa d’acqua genera uno spostamento d’aria due volte superiore a quello provocato dalla bomba atomica lanciata su Hiroshima alla fine della seconda guerra mondiale.

La massa d’acqua si divide in due ondate. Mentre la prima spazza via le frazioni più basse che sorgono sulle rive del lago artificiale, la seconda – decisamente più violenta – si infrange sulla diga alta 265 metri – che resiste all’urto – ed in buona parte la scavalca, riversandosi con furia inaudita sulla sottostante valle del Piave. La stretta gola del Vajont la comprime ulteriormente e le permette di acquistare un’incredibile energia distruttiva. Un’onda alta più di 70 metri si abbatte sulla valle. Una biblica inondazione travolge il comune di Longarone e le frazioni vicine i cui abitanti percepiscono il mortale pericolo, ma non hanno neppure il tempo di fuggire.

Longarone viene totalmente rasa al suolo. I morti sono 1.917: 1450 a Longarone, 109 a Castelvazzo, 158 a Erto e Casso, oltre a 200 tecnici ed operai della diga, con le loro famiglie.

Video: Mauro Corona racconta di Erto, della montagna e del Vajont

A piedi da Asso a Magreglio per la Festa del Gran Bazar

A piedi da Asso a Magreglio per la Festa del Gran Bazar

A volte penso che dovrei trovarmi una brava ragazza o diventare tifoso di qualche squadra di calcio, almeno passerei le mie Domeniche in modo tranquillo, senza inventarmi stranezze o infilarmi nei guai. Qualche volontaria?

Questa Domenica,  5 Ottobre 2008, si svolgeva la prima edizione del Gran Bazar di Magreglio, una riuscitissima fiera con piu’ di 140 bancarelle, piccoli spettacoli e musica lungo le vie del centro del paese.

L’idea di andare alla fiera mi allettava ma il traffico domenicale e la “riserva” perenne del Subaru sembravano volermi dissuadere. Poi rifletto, e chiedo a GoogleMap: Magreglio dista da Asso 7,9Km lungo la SP41, 8 minuti di tragitto in auto senza traffico.

Erano le tre del pomeriggio e la giornata godeva di un sole strepitoso ancora alto nel cielo. Scopriamo quanto ci si mette passando per i boschi ed esplorando la valle?

Ecco la storia di una piccola escursione a piedi lungo la Valassina:

Risalgo la via centrale di Asso ed imbocco i curvoni della via per Bellagio, l’idea è salire fino a Pagnano. Potrei deviare verso Megna e di lì raggiungere la chiesetta dei Morti di Valmorana scendendo poi fino a Lasnigo. Si allungherebbe un pò ma conosco la strada. Opto invece per una puntata a Fraino cercando la strada vecchia che passa a mezza altezza.

Mappa: Da Asso A Magreglio

Inbocco il vecchio sentiero che parte dietro l’ex pizzeria “Da Mimmo” che si affaccia sui curvoni prima di arrivare al rettilino de “la corda“. Un grosso cippo squadrato di granito in mezzo al bosco mi conferma che la strada è quella giusta. Purtroppo il sentiero attraversando i prati si perde tra i rovi. Mentre mi faccio strada tra le spine come il principe de La bella addormentata nel bosco ripenso a quanto mi sarebbe convenuto trovarmi una morosa e guardare la partita!!

Poco dopo raggiungo Fraino ed entro nel bosco,  le alte piante di faggio ed il sottobosco libero mi permettono di camminare più in fretta e con meno difficoltà. Salgo fino ad un grande prato ed attraversandolo arrivo a Lasnigo. Nel centro di questo prato c’è una stele di pietra sormontata da una croce di ferro. Sul basamento è riportato “1999 fece restaurare Fioroni Mauro“, per ora di più non sò.

Lasnigo ha un borgo antico molto bello, attraverso le caratteristiche vie strette e proseguo lungo la valle. Ogni anno in paese si festeggia “Cortili Aperti” e su ogni casa e piccola corte è esposta un tavoletta di legno che reca il nome della famiglia che vi abita. Dall’altra parte del fiume si vede la Chiesa di S.Alessandro costruita tra la fine dell’ XI e l’ inizio del XII secolo,  è stata recentemente restaurata ed ora paerta al pubblico.

Il mio viaggio prosegue lungo via Gera, una comoda passeggiata numita di panchine. Alla fine della via imbocco una vecchia mulattiera utilizzata per il taglio dei boschi che torna ad essere un piccolo sentiero dopo un centinaio di metri. Il rumore delle macchine che percorrono la SP41 mi arriva attutito e posso godermi la tranquillità del bosco e dei tanti corsi d’acqua e piccole cascate che incontro lungo il sentiero.

Il sentiero termina alla curva di Barni di fronte alla fonte d’acqua minerale San Luigi, ma subito li affianco c’è una strada agricola che attraversa la Sacca di Barni e mi porta in paese. I prati della conca di Barni sono affollati di bestiame, cavalli, mucche e qualche capra nei recinti. Anche Barni ha un centro storico molto caratteristico e privo di macchine in cui è molto piacevole passeggiare.

Passando vicino ad un bar sento la gente discutere dei primi risultati delle partite. “Dannazione quelli del calcio hanno già finito ed io non sono ancora arrivato!!”

Ma il sole è ancora alto e quindi non mi preoccupo molto. C’e’ voluta un oretta e mezzo per arrivare a Barni esplorando un pò la via. Sul secondo curvone della strada vecchia che sale a Magreglio c’è l’avvio di un piccolo sentiero segnalato da una chiara tabella. Il sentiero attraversa il bosco ed i prati dietro il paese sbucando in cima alla collina. In un quarto d’ora sono a Magreglio, scendo felice verso le bancarelle delle fiera e la gente che si accalca.

Vista della Grigna dalla Madonna del Ghisallo

La manifestazione, alla sua prima edizione, è molto bella, oltre 140 bancarelle addobbano le vie del paese. Saluto qualche amico e faccio un po’ di foto dal belvedere della Madonna del Ghisallo. Sono soddisfatto, sono arrivato a Magreglio senza mettere piede sulla sp41, senza dover passare dal benzinaio o cercarmi parcheggio. Ho impiegato quasi due ore di cammino ma è stato positivo, ho visto molte cose interessanti ed ho fatto due passi.

Ora però il sole sta calando ed è il momento di cominciare a farsi furbo. Entro in tabaccheria e compro un biglietto da 1,20 euro per il pulman che scende da Bellagio verso Asso. Come disse qualcuno: “anche se sai camminare sull’acqua alle volte conviene usare la barca”.

Quattro chiaccheire alla fermata ed in 8 minuti sono a casa pronto per correre all’Opera!! Guardatevi intorno, abbiamo posti bellissimi!!

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