I tessuti del Kashmir

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I tessuti del Kashmir
I tessuti del Kashmir

Perchè ancora a Srinagar? Perchè il Kashmir è una terra ricca di tesori che ancora devono essere scoperti.

Sono di Asso e vengono da Como, la capitale italiana della seta. Uno è un fotografo e l’altro si spaccia per scrittore, se ne vanno in giro con una strana uniforme che li distingue da tutti gli altri stranieri ed entrambi sono in bella mostra sul principale quotidiano della città, il Greater Kashmir. Sono arrivati carichi di bandiere, alcune realizzate dai ragazzi del migliore istituo tessile del loro paese ed altre dagli storici telai dell’artista Gegia Bronzini grazie a PuntoComo.  Avevano già attirato l’attenzione a sufficienza ma da queste parti “quando la musica parte tocca ballare e tenere il ritmo” e così, di slancio, si sono spinti ben oltre.

Soldi in tasca ne abbiamo pochi ma a faccia tosta non temiamo rivali:  forse abbiamo esagerato, forse è stata complice la difficoltà linguistica o la presunzione di chi si mette in gioco, di chi cerca di comprendere, ma quando abbiamo lasciato intendere di essere anche due “mercanti italiani in cerca di tessuti pregiati e nuovi contatti” abbiamo scoperchiato il vaso di Pandora ed aperto le porte di un mondo incredibile che pochi stranieri hanno avuto la fortuna di vedere!!

Le voci corrono anche in una città grande come Srinagar e come per magia alla nostra guest-house sono arrivati i taxi e le shicare, le gondole locali, inviate dai più prestigiosi artigiani Kashmiri. Per due giorni siamo stati invitati nei più eccellenti e riservati laboratori dove vengono realizzate, seguendo il più rigoroso metodo tradizionale, le famose pashmine del kashmir. Siamo stati talmente bravi nell’essere “fraintesi” che abbiamo ricevuto anche l’invito ufficiale della più grossa industria governativa per la produzione della seta. Ci andiamo Lunedì, invitati a pranzo!

Ma quello di cui voglio raccontarvi è qualcosa di straordinario e che abbiamo avuto la fortuna di visitare solo grazie al nostro roccambolesco modo di esplorare questo mondo misterioso: una delle più prestigose “case” dove vengono prodotte a mano le migliori pashmine di tutta Srinagar, l’unica che abbia l’autorizzazione del governo per realizzare le copie dei pezzi da museo di oltre trecento anni fa.

La pashmina, per chi non la conoscesse, è una sottile e vellutata fibra tessile realizzata con la lana di cashmere, la famosa lana delle capre del Kashmire. Con lo stesso termine si indicano anche i magnifici scalli e le morbide stole realizzate con questa fibra. E’ qualcosa che grazie all’aiuto dei nostri amici abbiamo imparato ad apprezzare comprendendone le differenti qualità. Come novelli Marco Polo abbiamo avuto tra le mani tessuti meravigliosi e contrattato con i mercanti di questa moderna via della seta.

Dopo un ora a bordo di una specie di ape-car riadattata a taxi siamo arrivati, fuori città, alla destinazione più prestigiosa. Gli artigiani a cui abbiamo fatto visita realizzano pashmine finemente decorate a mano, milioni di “nodi” che danno vita a variopinti e complessi disegni. Nel loro laboratorio vi sono solo una decina di telai e per ogni “pezza” sono al lavoro due uomini. Decine di fili colorati arrotolati attorno a sottili bastoncini di legno che vengono utilizzati come un aghi nella trama del tessuto. Un processo meticoloso e difficile che mi ricordava quello lento e attento dei tappeti.

Per produrre una singola stola con questo processo è necessario oltre un anno e mezzo di lavoro e questo significa che il piccolo laboratorio, dove lavoravano oltre venti persone, riesce a realizzare in tre anni solo una ventina di pezzi. Il costo di queste magnifiche stoffe che riprendono i disegni tradizionali sono accessibili solo ai facoltosi Indiani del sud o agli stranieri se molto ricchi. Producono solo su ordinazione e per via del lunghissimo periodo di lavorazione gli unici tessuti presenti nel laboratorio erano quelli in produzione, aver avuto accesso al laboratorio era una concessione assolutamente straordinaria.Enzo si è letteralmente sbizzarito con la sua Polaroid!!

Il lago ed il tessile di Srinagar hanno molto in comune con la nostra Como ed è stato un grande onore poter essere da trammite tra questi due mondi così lontani.

Nei prossimi giorni siamo invitati a visitare sia la fabbrica della Seta che altri artigiani specializzati nel realizzare tappeti e nella lavorazione del legno, tutto rigorosamente a mano. Ieri abbiamo fatto visita, raggiungendolo in barca, il laboratorio di un artigiano specializzato in sedie intarsiate. Questo simpatico vecchietto dall’aria vispa ha estratto una lettera da una scrivania e me l’ ha mostrata tutto felice. Il figlio, un giovane elegante che era venuto a prenderci in shicara, sorriderva sormione alle sue spalle.Era un Fax su carta intestata del Governo Italiano che, in inglese, ringraziava il vecchietto per l’acquisto di otto sedie in legno da lui realizzate. Per par-condicio non vi dico di chi era la firma sul timbro ufficiale alla fine della pagina. Piccolo il mondo no? Questo solo per farvi capire l’enorme valore degli oggetti realizzati in questa zona dell’india ancora sconosciuta e spesso difficile.

Davide “Birillo” Valsecchi

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