Monte Chiadin (2287m)

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Il Chiadin è la prima montagna con cui ci si imbatte entrando a Forni Avoltri dalla statale per Tolmezzo. La sua mole sovrasta il paese con tanta ripidità che dal basso si fatica a scorgerne la cima. Dal centro di Forni la montagna appare quasi completamente nascosta dal Cret di Navos, uno sperone di roccia scura che scende verticale fin sopra i prati di Avoltri. Sulla cima del Cret si riesce a scorgere anche dal basso la cappelletta bianca che custodisce una piccola madonnina.

E’ una montagna che sul lato sud è attraversata da grandi prati e boschi mentre sul lato nord frana pericolosa e selvaggia in uno scosceso e vertiginoso “gravar”, il ghiaione di Avoltruzzo.

Due sono le principali vie di salita alla vetta, il sentiero 168 da Forni o il 174 a cui ci si può accedere dai Piani di Cristo a Sappada o dai Piani di Luzza. Io ho cercato di creare un anello partendo praticamente da dietro casa ed iniziando la mia salita da Forni imboccando il sentiero poco prima della galleria di Avoltri.

Voglio mettervi da subito in guardia: è ripida, tremendamente ripida e non stacca mai! Il sentiero infatti sale spesso quasi dritto senza troppi tornanti anche quando uno o due avrebbero fatto ben comodo. Questo probabilmente perché il sentiero segue le vecchie tracce usate per portare a valle il fieno dagli sfalci in quota.

In un oretta si raggiunge la madonnina da cui si gode già di un’ottima vista sulla valle. Proseguendo si arriva alle piccole baite di “Caronado” dove si trova la “Baita Catia” che fu costruita da Angelo ed in cui spesso da piccolo ho trascorso la notte con i miei. (Mentre vi scrivo ho una foto di Angelo appesa proprio davanti a me sulla “parete dei ricordi”)

Dalle baite il sentiero prosegue e si fa sempre più errabondo tra i prati ed i pini mugo, rimarcato da paline bianche e rosse piantate qua e la nel terreno. Passata punta Salinas ed il Giogo del Chiadin si avanza sui prati senza più alcun sentiero se non i riferimenti colorati e le paline. Un tratto davvero faticoso e scosceso dove si procede sull’erba costeggiando lo spaventoso orrido del Gravar di Avoltruzzo.

Il sentiero 168 ha una particolarità strana: non porta infatti alla cima ma solo fino ad una delle due anticime a sbalzo sul vuoto del ghiaione. La cima “vera” ha una decina di metri di quota in più ma per raggiungerla è necessario avventurarsi in un lungo traverso sulla cresta di sfasciumi. Per questo il sentiero semplicemente termina così come è riportato anche sulla cartina.

Dubbioso su come proseguire oltre ho mangiato qualcosa godendomi il sole sul piccolo cucuzzolo. Ho scattato da lì la gran parte delle foto che vedrete e mi sono sbizzarrito nell’osservare le montagne circostanti studiando la cartina. Il Chiadin ha infatti una posizione strategica da cui è possibile vedere tutta la corona di monti che circonda il territorio di Forni Avoltri.

Per questo motivo mi sono persino lanciato in una ripresa video del panorama a 360 gradi. (Perdonatemi se qui o la traballa!)

Confesso che mi scocciava fermarmi su un’anticima e così mi sono ingegnato su come ricongiungermi con il sentiero che risaliva fino alla vetta dal versante Ovest. Ho evitato di affrontare alla cieca la cresta optando per i prati che, ad onor del vero, sono davvero pericolosamente ripidi. Abbassandomi leggermente di quota ho percorso un lungo traverso sull’erba superando i piccoli ghiaioni che frammentano il pendio  e da lì ho raggiunto la vetta.

Tutto sommato non cambia molto se non qualche metro di quota in più ed una piccola croce in ferro. Qualora decideste di affrontare il traverso fate davvero attenzione a non scivolare e a non lasciar cadere sassi (che da quel punto rotolerebbero per quasi mille metri di quota precipitando come missili nel bosco sottostante!).

Il sentiero 174 in discesa è davvero più morbido ed appoggiato di quanto non lo sia il 168 in salita. Forse solo godersi la discesa su comodi tornanti è l’unico motivo per cui varrebbe la pena arrischiarsi nel traverso tra i due sentieri.

La discesa verso i Piani di Luzza è stata divertente e non troppo faticosa sebbene oggi si siano superati i 15km ed i 1300 metri di dislivello: un buon inizio tra montagne stupende!

Davide Valsecchi

(Domani, se il tempo resta stabile, proverò la salita al Monte Cimon (2422m) dal passo di Entralais)

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